Web Marketing per micro imprese e professionisti

Durante molti convegni vengono mostrati esempi di aziende che hanno fatto cose innovative su Internet, ma quando si vanno a vedere i nomi, si scopre che sono le stesse aziende che vanno in televisione o sui giornali.

Il problema è che le cifre che per loro sono piccole, per molte realtà sono inavvicinabili. Altro che PMI, l’Italia è composta da tantissimi realtà microscopiche – piccoli negozi, liberi professionisti, bed and breakfast a gestione familiare, artigiani – per le quali parlare di investimenti da 10.000 euro può essere fuori dal mondo.

La mia esperienza da consulente di web marketing nel centro Italia mi ha portato spesso a confrontarmi con queste micro-imprese, che a fine anno devono scegliere se fare il sito nuovo o comprare i PC aziendali.

Come fare web marketing quando i soldi sono pochi?

La buona notizia è che oggi ci sono molti strumenti a basso costo, a disposizione di chi cerca visibilità online. Ma attenzione! Il rischio nel voler risparmiare è quello che poi le cose vengano improvvisate o affidate all’amico dell’amico.

Ed ecco che il sito internet viene fatto dal figlio del cugino dei vicini di casa, che per carità a volte lo fa pure gratis, ma poi commette errori di usabilità che inficiano il tutto, e sicuramente non lo ottimizza per Google e quindi non serve a niente, dal momento che non lo vedrà mai nessuno.

Non parliamo poi della questione Social Network: la pagina Facebook o l’account Instagram, quando ci sono, e se sono aggiornati, vengono dati da gestire alla stagista di turno, senza rendersi conto che questo è il settore più delicato di tutta la comunicazione aziendale.

Qual è la soluzione?

La risposta è: bisogna studiare, fare corsi, cominciare a capire cos’è la SEO, quali sono i requisiti di un sito oggi (non bello, ma usabile, oltre che responsive e visibile su Google), come funzionano veramente i Social (non conta quanti cuoricini hai, ma se hai intercettato il tuo giusto target e come riesci a farlo interagire con te) e molto altro.

Oggi è doveroso formarsi, almeno un minimo. Non soltanto per evitare truffe e furbetti, ma anche per capire cosa ci serve realmente.

Con questa premessa, ho deciso di fornire alcune idee, soluzioni o risposte su due temi molto sentiti: il sito web e la presenza sui social network. Se i soldi sono pochi, cerchiamo di spenderli al meglio.

Quanto costa un sito web?

Su Internet i prezzi a volte possono sembrare pura anarchia: un sito web può costare zero, sì proprio zero se usiamo piattaforme come Wix, oppure migliaia o decine di migliaia di euro, o addirittura centinaia di migliaia di euro, se fatto interamente da zero!

Com’è possibile? Possiamo dire che il prezzo di un sito può variare a seconda che sia realizzato da un web designer amatoriale, che lo fa nei ritagli di tempo, magari con compenso “a nero”, o una web agency strutturata che in quel costo inserirà anche la figura dell’account e i costi amministrativi. Nel mezzo ci stanno una miriade di opzioni.

Come fare quindi a scegliere? Spesso gli imprenditori si fanno fare 2-3 preventivi e scelgono quello meno caro (anche perché le voci indicate sono per lui incomprensibili, con sigle del tipo PHP, cPanel, XML…).

Ma il criterio economico non può e non deve essere l’unica metodologia di scelta.

Quali sono i requisiti per un sito?

  • Che si veda da cellulare e altri dispositivi mobili (in gergo si dice responsive);
  • Che sia trovato da Google (non dare retta a chi dice che la SEO è morta);
  • Che sia veloce, soprattutto via mobile (lo sapevi che il 40% degli utenti abbandona una pagina se ci mette più di 3 secondi a caricare?);
  • Che sia facile da aggiornare (perché il tempo è denaro!);
  • Che non ti renda “ostaggio” del fornitore: cosa succede se dopo un anno cambi fornitore? puoi farlo? (ovviamente con alcune piattaforme sì, senza problemi);
  • Che possa “dialogare” con i social network;
  • Che sia usabile, ovvero che sia facile da utilizzare dal tuo cliente.

Già con questi punti in mano, potresti trovare un fornitore serio ed economico che ti aiuti. Tutto il resto sono orpelli. Se ti va di spendere più soldi in grafica, effetti speciali e musica, OK. Ma se hai pochi soldi concentrati su queste cose. Se chi ti vuole realizzare il sito snobba alcuni di questi punti, fatti venire il dubbio che faccia al caso tuo.

Quando si ha un budget limitato è bene concentrarlo sulle cose veramente essenziali.

La diffusione di piattaforme open-source (come WordPress, Joomla e altre) ovvero strumenti che sono sviluppati gratuitamente da programmatori in tutto il mondo, e che puoi utilizzare senza pagare alcun canone, ti permette di riversare i pochi soldi che hai a disposizione in cose ben più strategiche, come la visibilità su Google o la pubblicità sui social.

Forse non lo sai, ma esistono già migliaia di grafiche pronte gratuite (in gergo template) pensate per i vari settori di appartenenza. E se proprio vuoi pagare per un tema professionale ci sono siti che vendono template già pronti, molto eleganti e funzionali, che costano spesso molto meno di 100 dollari.

Schema, il tema WordPress del TagliaBlog

(Qui sopra il tema WordPress utilizzato su questo blog).

Per una piccola azienda non ha senso sprecare migliaia di euro in studi grafici e creazione di siti con grandi slider e loghi, quando poi il sito è piantato o non si vede dallo smartphone.

Paga il web designer/programmatore per farti realizzare un sito completo, che funzioni e sia gradevole. Non per fare l’artista!

Social Network: come risparmiare tempo (e denaro)

Se è vero che la presenza sui Social Network non si paga, il tempo che gli va dedicato per fare le cose per bene è davvero tanto. Se non puoi affidarti a un Social Media Manager esterno, che possa fare tale lavoro al posto tuo, non ti resta che fare da solo. Ma anche in questo caso ci sono molti espedienti che possono aiutarti a risparmiare tempo, e quindi denaro.

Innanzitutto anziché aprire account su tutti i social immaginabili, concentrati su uno strumento o due, per esempio Facebook e/o Instagram, e anziché puntare alla quantità, sommergendo le bacheche dei tuoi poveri destinatari di post banali, mira alla qualità. Meglio un post in meno, fatto bene, che 3 post al giorno di nessun valore.

Per quanto riguarda i contenuti da postare, che siano foto o video, l’ideale sarebbe riuscire a “sfruttare” ciò che hanno postato altri (i famosi User Generated Content).

Puoi individuare foto molto belle su Instagram tramite la geo-localizzazione nella tua zona o se sei aperto al pubblico addirittura dentro al tuo negozio o albergo o ristorante. Può essere molto utile anche la ricerca con gli hashtag. Ancora meglio potresti stimolare la produzione di contenuti da parte dei tuoi clienti, (a volte basta chiedere!). Ovviamente sempre menzionando nei credits il proprietario della foto. Potresti ritrovarti con tanto materiale, spesso di ottima qualità.

Se invece vuoi produrre da solo contenuti per i social, ma non hai idee che non siano i soliti post commerciali, ecco alcune idee su cosa può funzionare:

  • Il dietro le quinte (quello che succede in magazzino, in cucina, negli uffici…);
  • Mettiamoci la faccia (lo staff che sorride, l’imprenditore, i collaboratori);
  • Prima/dopo (in una ristrutturazione, un make up, una carrozzeria);
  • Notizie di settore con un commento personale (fiere di settore, articoli di giornale etc.).

Social Advertising: la pubblicità su Facebook, Instagram & C.

Un capitolo a parte merita la questione della pubblicità sui social. Mai prima dell’arrivo di Facebook si era visto un mezzo di promozione dai costi così bassi. Per un’attività locale è possibile farsi conoscere dalla propria clientela ideale, partendo da budget veramente minimi, e per minimi si intendono pochi euro.

Com’è possibile? grazie alla profilazione degli utenti, non soltanto secondo criteri socio-demografici o geografici, bensì anche secondo interessi e comportamenti messi in atto su Facebook. Detto in altre parole se io fossi una parrucchiera di Bologna potrei far vedere la mia pubblicità alle donne dai 25 ai 45 anni, di Bologna e dintorni, appassionate di bellezza, capelli, prodotti estetici. E per fare questo magari spendo 5 euro!

Esempio di un Facebook Ads

Nell’esempio qui sopra vedete un ristorante in Toscana che è stato visualizzato da più di 1000 persone in target, con una spesa di 3 €!

Certo, se anziché restringere il campione sparo nel mucchio, creando inserzioni che siano viste da un pubblico 18-65 anni, che vive in Italia, non soltanto spenderò di più, ma vanificherò l’efficacia dello strumento.

Tutto questo poi deve trovare un’opportuna conclusione in una fase di analisi dei dati (in gergo si chiama web analysis) che mi permetta di capire se e dove sto sbagliando, e di correggere eventualmente il tiro. Neanche a dirlo, anche i software che consentono di fare questo – il più famoso è Google Analytics – sono gratuiti anch’essi. Perché non usarli?

Insomma gli strumenti ci sono, ma è importante conoscerli. Soprattutto se il vostro budget è minimo.

Autore: Elena Farinelli, blogger ed esperta di Social Media, consulente di web marketing, SEO e formatrice, per il Max Valle.
Elena è autrice del libro Web Marketing per micro imprese e professionisti, nel quale spiega come comunicare e vendere online con poco budget.