Tutti sappiamo che gli URL relativi a siti e pagine web dovrebbero essere descrittivi, ben formattati, “parlanti”: proprio un paio di giorni fa la cosa è stata ribadita con dovizia di particolari anche sull’ufficialissimo blog di Google Italia. Oggi voglio però parlarvi non tanto del contenuto dell’URL, quanto della sua lunghezza. Il contesto è quello delle SERP dei motori di ricerca, ed in particolare delle SERP di Google. Come ben sappiamo, quando effettuiamo una query in Google otteniamo una pagina composta (di default) da 10 risultati, i quali includono un titolo, una breve descrizione e un URL. Quello che la ricerca di Marking Sherpa ha scoperto (ne trovate un brevissimo estratto alla pagina 10 di questo PDF) è che gli URL lunghi nelle SERP fungono da deterrente e bloccano l’utente da ciò che è abitualmente chiamato a fare (ovvero cliccarci sopra). L’utente pare infatti che perda tempo a decifrare ciò che l’URL contiene: questo comporta che spesso finisca col cliccare sul risultato immediatamente sotto all’URL lungo! In pratica, l’URL lungo crea una sorta di “break” nella SERP, che spinge l’utente a guardare (e quindi cliccare) sulla prima voce appena sotto l’URL lungo. Il consiglio è quindi semplice: è bene mantenere URL brevi, che consentano all’utente di focalizzarsi sul title, o eventualmente sulla descrizione (ma non sull’URL), e che quindi lo spingano al click sul proprio risultato… oppure bisogna sperare di posizionare le proprie pagine appena sotto a quelle con URL lunghissimi 😀