Non mi piace pensare che la parola “terremoto” sia un trending topic. Questo termine mi fa venire in mente qualcosa che è “di moda” e l’idea che il terremoto – con i morti e la distruzione che si porta dietro – sia una roba di “tendenza”, mi fa rabbrividire. Eppure nei giorni scorsi il terremoto è stato il tema più discusso su Internet e sui vari Social, anche se ieri – almeno su Twitter – è stato superato dall’hashtag #groupalia:

Terremoto & Social

Cosa c’entra Groupalia col terremoto? Incredibile a dirsi, c’entra eccome. Il popolare clone di Groupon ha infatti ottenuto una grande visibilità nella scorse 24 ore, grazie ad un tweet – poi rimosso – dove si promuoveva un poco fortunato abbinamento fra il terremoto e una vacanza a prezzo scontato:

Cercare di legare un prodotto/servizio al trend del momento è una consumata tecnica di vendita, ma qui la scivolata è clamorosa. E come spesso accade, la toppa – rimossa anch’essa – è stata quasi più grande e vistosa del buco,

e c’è voluto un terzo cinguettio per ammettere le abnormi dimensioni della molto poco involontaria gaffe.

Un amico mi ha detto che gli risulta che Groupalia utilizzi un sistema automatico per legare trending topic a promozioni: in pratica i tweet non sono fatti da umani, ma c’è un software che monitora costantemente i temi di tendenza, e quando può/riesce crea un cinguettio con dentro l’hashtag del momento abbinato ad una bella promo. Detta così sembrerebbe essere una genialata, ma permettetemi di dubitare del legame che un algoritmo può trovare fra terremoto e Santo Domingo: ci avrei creduto se la vacanza proposta fosse stata in Giappone o ad Haiti, ma così davvero non regge. E non pensare che Groupalia sia stato l’unico brand ad aver applicato alla lettera il motto del “bene o male, purché se ne parli”: c’è chi ha sfruttato il terremoto per consigliare un “bel pranzetto”,

o per proporre addirittura un “bite automodellante” in grado di assorbire le vibrazioni:

E una volta partita l’onda degli insulti si prova ad arginarla con mezze toppe, cancellazioni, scuse. Che non funzionano. A questi brand un po’ “approssimativi” mi permetto di dare 3 umili consigli: • se volete vendere online sfruttando i social, bisogna sapere comunicare. Bisogna saper dialogare. Bisogna saper ascoltare. E bisogna anche saper rispondere a tono. Se mettete alla gestione di Twitter qualcuno che pensa solo a vendere, o che pensa di essere un genio perché sa cavalcare l’onda emotiva del momento, siete dei folli. Quella persona sta rappresentando la voce con cui la vostra azienda parla al mondo, e se lasciate che il vostro brand su Internet sia nelle mani di uno stagista – o del “ragazzo del computer” – vi meritate tutto. Peggio ancora se non siete in grado di valutare le capacità del “social media expert” che avete assunto, e magari credete sappia fare benissimo quel mestiere. • ricordevi sempre che Internet, nel bene e nel male, non dimentica: potete cancellare le tracce, ma c’è sempre qualcuno che avrà preso uno screenshot (come quelli qui sopra) e lo farà circolare fra i suoi contatti. La gaffe non si può più nascondere sotto il tappeto, perché rispunta – moltiplicata 10, 100, 1.000 volte – all’interno di profili sociali, siti e blog, alimentando discussioni di ogni genere e diventando impossibile da gestire. • in casi drammatici come quello dell’attuale terremoto, fareste una più bella figura – e valorizzereste assai meglio il vostro brand – inventandovi una iniziativa davvero utile e economicamente rilevante per la popolazione locale, vedi ad esempio quella della vendita del parmigiano “caduto”. Groupalia, ascolta uno scemo: manda qualcuno in Emilia presso i caseifici danneggiati, trova il modo di fare un accordo (come lo chiamate voi… deal?) con loro e aiutali a vendere il formaggio. Son certo che venderete molto più parmigiano che viaggi a Santo Domingo, che il vostro brand ne uscirà ripulito, e che magari vi sentirete anche un po’ più orgogliosi nel mandare una email di questo tipo che non una che promuove il solito massaggio ai piedi o il sushi “all you can eat”. P.S.: pare che mi abbiano ascoltato! 😀