Screenshot e affiliazioni

Negli ultimi giorni mi hanno girato diversi post di personaggi (italiani) che mostrano screenshot di pannelli affiliati. Devo dire che la cosa mi ha fatto molto piacere, visto che già alcuni anni fa auspicavo che anche i marketer/affiliate nostrani iniziassero a pubblicare prove reali dei guadagni ottenuti con le loro attività, come fanno da tempo i colleghi anglofoni (tecnica che, tra l’altro, permette di acchiappare parecchio traffico e clienti, come insegnano Pat Flynn o Matthew Woodward). Ti consiglio però di porre alcune domande molto schiette a chi pubblica tali screenshot, se non vuoi avere una visione parziale/distorta dei soldi che fa il personaggio in questione. Premessa: ovviamente si presume che gli screenshot siano REALI (e NON finti/ritoccati), altrimenti inutile procedere oltre. Ecco le 5 domande da porre:

  1. L’importo è netto o lordo? Questa è la prima questione. Esempio: se lo screenshot mostra 10.000 euro di revenue, magari per ottenerli sono stati necessari 5.000 euro di investimento in Facebook Ads. O magari 9.000. O magari 10.000. 🙂
  2. Quanti soldi hai perso prima di riuscire ad ottenere un ROI positivo? OK, mettiamo che lo screenshot sia reale. Ma per arrivare a quel risultato, quanto tempo ci è voluto? Quanti test? E quanti soldi spesi? C’è stato un investimento in corsi, in SEO e in tante altre cose meno quantificabili (direttamente) ma comunque molto onerose (per esempio in termini di ore/lavoro o in attività di visibilità organica sui social)?
  3. In che mercato operi? In che lingua? Il mercato anglofono è enormemente più ampio/ricco di quello italiano. Di conseguenza ci sono molti più programmi di affiliazione, e prodotti/servizi da poter promuovere. Tu come sei messo con l’inglese? Sei in grado di creare annunci pubblicitari e siti/pagine in quella lingua? Oppure te la cavi a malapena con l’italiano?
  4. Che prodotti/servizi promuovi? Questa è una domanda alla quale ben pochi rispondono. Ma dobbiamo ammetterlo: molti affiliati promuovono cose quasi illegali, se non del tutto illegali. Pozioni miracolose, schemi piramidali, formule magiche per guadagnare. Non voglio fare il bacchettone, ma evita di pensare che i soldi che si mettono in tasca certi personaggi siano generati da business candidi come la neve. Saresti disposto a fare le stesse zozzerie, o vuoi operare in modo etico/pulito?
  5. La partita IVA è italiana? Se operi in Italia paghi almeno il 50% di tasse, quindi più della metà del denaro che guadagni va allo stato. Ci sono invece alcuni Paesi esteri con tassazione agevolata, e di conseguenza ti rimangono in tasca molti più soldi. Dove operano questi soggetti? Hanno l’azienda in Italia, o vivono/lavorano un qualche strano “paradiso fiscale”? Tu saresti disposto a trasferirti all’estero?

Riassumendo: non guardare il numerino dello screenshot pensando che quella sia la cifra netta che il personaggio si mette in tasca. Da quel numero togli il costo per portare traffico alla pagina (Facebook Ads, Google AdWords, SEO, etc.), il costo del dominio, dell’hosting e dei vari tool per creare landing page, squeeze page e gestire il funnel, calcola le ore spese per ottenere quel risultato, sottrai le varie tasse e balzelli, e vedrai che le cose si ridimensionano parecchio. E quand’anche il risultato fosse ottimo, pensa sempre all’immagine dell’iceberg. 😉

Iceberg del successo