Ti sarà sicuramente capitato di trovare in una SERP di Google un paio di risultati raggruppati in questo modo:

Risultati indentati

Si tratta dei risultati indentati (o indented listings, come dico gli anglofoni), ovvero di 2 risultati facenti capo allo stesso “terzo livello” (Google raggruppa solo URL di domini di terzo livello identici, come due post inclusi in tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link, e non un post di tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link e una pagina web di www.tagliaerbe.com), che Google mette l’uno accanto all’altro quando questi si trovano nella “stessa decina”. Mi spiego meglio, utilizzando anche i “consigli video” di SEOmoz:

Se per una determinata query una pagina del tuo sito ha un risultato “da primo posto” e un altro che, secondo gli algoritmi di Google, merita una posizione compresa fra la seconda e la decima, ecco che Google raggruppa i 2 risultati mettendoli uno accanto all’altro. Puoi facilmente capire il potenziale della cosa a livello di CTR: se riesci a “monopolizzare” 1/5 dei risultati naturali della SERP, è molto più facile che qualcuno clicchi sui tuoi risultati, piuttosto che su altri (che occupano solo 1/10 della pagina di Google): in pratica, grazie agli indented listings puoi esattamente raddoppiare la probabilità di prendere un click su un tuo URL. A ciò si aggiunge “l’effetto calamita”: se (ipotesi) abbiamo il nostro URL al primo posto e riusciamo a piazzarne un altro al decimo posto (per la stessa query), quest’ultimo verrà “calamitato” al secondo posto e indentato sotto il primo. Non male, vero? 🙂 Come riuscire ad ottenere i risultati indentati Come si diceva sopra, per fare in modo che i 2 risultati risultino indentati devono essere piuttosto ravvicinati. Per esempio, non possono essere uno fra il primo e il decimo, e un altro fra l’undicesimo e il ventesimo: devo essere dentro la stessa “pagina” (per “pagina” si intende la divisione standard che Google fa delle sue SERP, che sono normalmente divise in gruppi di 10 risultati per pagina). Ecco quindi che per ottenere l’indentazione del risultato più “lontano” devo fare in modo di “avvicinarlo” a quello meglio posizionato. Come fare? 1. Innanzitutto, devi trovare 2 pagine del tuo sito che siano indicizzate (e ben posizionate) in Google per la stessa parola chiave. Per fare ciò, è sufficiente aprire Google e scrivere una formula del tipo “keyword di mio interesse site:dominiodelmiosito.com”; in risposta otterrai un elenco di URL “papabili”. 2. Verifica ora che un tuo risultato sia nei primi 10 posti, e un altro entro i primi 20 (più sono vicini, meglio è). Per allargare la ricerca da 10 a 20 risultati, è sufficiente inserire &num=20 in coda alla query (oppure entrare in Ricerca avanzata e abbassare la prima tendina in alto a destra): se effettivamente i 2 risultati sono presenti uno per pagina, la visualizzazione che otterrai nella “pagina da 20” ti mostrerà già “l’effetto calamita”! (questo esempio, tratto da How to Identify Indented Listings Opportunities), ti chiarirà le idee:)

Esempio di risultati indentati in una SERP da 20

3. Ora devi trovare il modo di “far salire” il risultato in seconda pagina: potresti (ad esempio) linkarlo dall’altra tua pagina meglio posizionata, oppure fare un po’ di link building da altri siti che controlli / con cui sei in contatto. Ci sono controindicazioni? Si, una controindicazione c’è: se la pagina meglio posizionata aveva un ottimo livello di click e conversioni, potrebbe perderne una parte a favore dell’altra pagina, quando questa finirà nella posizione immediatamente sotto (o, peggio, immediatamente sopra, se esageri un pò troppo con i link 🙂 ). Pertanto dovrai fare in modo che la somma delle conversioni prodotte dalle 2 pagine sia superiore (o almeno uguale) alle conversioni della singola pagina, altrimenti togli i link e lascia tutto come prima. Buona indentazione!