In questi ultimi tempi si parla davvero tanto di Real-Time (Web o Search che sia). Eppure sono anni che Google sta “accelerando” nella indicizzazione dei contenuti, al punto che già nel 2007 notavo che includeva certi articoli nelle sue SERP in tempo reale. Cosa è cambiato ultimamente? PubSubHubbub Amit Singhal lo disse già a inizio 2010: “C’è un sacco di valore in notizie, blog e pagine web che vengono generate in tempo reale: Twitter è davvero utile, perchè i suoi contenuti sono in un formato molto “ristretto”. Tuttavia, stiamo scoprendo che il real-time web è molto più grande”. In questa affermazione si esprime da un lato tutto l’interesse di Google nei confronti del web in tempo reale, e dall’altro quello nei confronti di tutto ciò che va al di là di Twitter (che non è quindi considerato da BigG come sinonimo esclusivo di real-time). Ecco dunque che Google rispolvera PubSubHubbub (protocollo annunciato ufficialmente a luglio 2009 e già “attivabile” da tempo nel pannello di FeedBurner), e la cosa viene subito raccolta da WordPress, che ne annuncia il supporto per gli oltre 10 milioni di blog presenti sulla sua piattaforma, tirandone fuori pure un plugin (PuSHPress) per tutti gli altri blog self-hosted. Ma se i 3 “motoroni” di ricerca sembrano, suppur con sfumature diverse, concordi sul futuro successo/integrazione della real-time search, pare invece ci siano diversi problemini “lato utente”. Real-Time… blindness I “problemini” (a parte il real-time spam del quale avevamo discusso tempo fa) paiono in realtà piuttosto grossi, visto che (secondo uno studio di OneUpWeb riportato su Search Engine Land) ben pochi utenti prestano attenzione alla casellina dei contenuti in real-time presente nelle SERP dei motori:

Nessuno vede il box dei contenuti real-time...

Potrai giustamente obiettare che il problema è la posizione: non ha alcun senso inserire un box di quel tipo al di fuori del “Triangolo d’Oro“, o comunque quasi in coda alla pagina. Sono d’accordissimo, ma purtroppo lo studio ha rivelato anche altri dati piuttosto sconcertanti: • il 73% dei partecipanti non aveva mai sentito parlare di real-time results fino a quel momento • solo 1/4 dei consumer (=persone interessate all’acquisto di un prodotto) ha prestato attenzione ai risultati in real-time, comparato al 47% dei forager (=persone che semplicemente cercano informazioni su un prodotto) • la maggior parte dei partecipanti al sondaggio ha espresso indifferenza dei confronti dei risultati in tempo reale

Livello di conoscenza dei risultati real-time

Concludo, con le solite 3 domande un po’ provocatorie 🙂 : non è che per certi contenuti sarebbe meglio mantenere una “meritocrazia” basata sul trust, che ne rallenti l’entrata in SERP? non è che con ‘sto real-time web ci stiamo un po’ troppo parlando addosso fra i soliti “smanettoni”? non è che la stragrande maggioranza degli utenti, oltre ad ignorare la cosa, continua bellamente a preferire un web di macro-contenuti (piuttosto che uno di micro-messaggini)?