Il Google Brand Update di inizio anno è acqua passata, e così pure il Vince’s change. Dal 20 Agosto siamo entrati (ufficialmente) in una nuova fase, nella quale un solo dominio (e quindi un solo brand) può “impossessarsi” di un’intera SERP (o quasi),

Esempio di SERP dominata da un solo dominio

facendo dimenticare in fretta i 2 miseri risultati indentati che fino a pochi giorni fa costituivano il massimo della “presenza” possibile nei 10 posti di una pagina di Google. Di recente ho trovato sul SEOmozBlog (dal quale ho tratto anche l’immagine qui sopra) una bella riflessione su questo tema, che voglio condividere con i lettori del TagliaBlog. La domanda che sta alla base di tutto è la seguente: “Google dice che questo “improvement” aiuterà gli utenti a trovare più risultati all’interno di un unico sito, pur mantenendo risultati differenti all’interno della SERP. Ma una pagina monopolizzata da un unico sito web, è veramente ciò che gli utenti vogliono?” Dr. Pete (l’autore del post su SEOmoz) cerca di rispondere alla domanda andando a prendere le query effettuate dagli utenti su Google e su Bing subito dopo aver effettuato la query “apple”. Su Google le prime 10 sono: 1. “itunes” 2. “facebook” 3. “youtube” 4. “apple” 5. “best buy” 6. “apple store” 7. “google” 8. “craigslist” 9. “itunes download” Mentre su Bing: 1. “bestbuy” 2. “ebay” 3. “ipod” 4. “dell” 5. “appleipod” 6. “circuitcity” 7. “apple vacations” 8. “apple.com” 9. “sony” 10. “target” Possiamo notare nomi di competitor (Dell e Sony), quelli di alcuni negozi dove acquistare i prodotti Apple (Best Buy e CircuitCity.com) e anche siti dove comprarli usati (craigslist e eBay). Addirittura è presente “apple vacations”, cosa che indica che non tutti quelli che cercano “apple” sono in cerca dei prodotti della Mela. Concludendo Quando il motore che ha il monopolio assoluto delle ricerche sul web restituisce SERP di questo tipo indirizza inevitabilmente gli utenti su un unico sito/brand, facendosi interprete del loro pensiero e contestualmente (cosa soprattutto valida nel caso di prodotti/servizi) azzerando i concorrenti, gli ecommerce, e anche chi recensisce/critica il prodotto/servizio in questione. E’ altresì vero che queste SERP non sono facilmente replicabili: probabilmente è necessario un dominio/brand con altissimo trust, elevatissimo traffico e parecchi link in ingresso sulle singole pagine per permettere all’algoritmo di Google di restituire la pagina “monopolizzata”. Ma di pagine simili se ne iniziano comunque a vedere parecchie, e il rischio di sparire dai primi 10 risultati di Google, per i Davide che combattono contro i Golia, potrebbe essere dietro l’angolo.