Mi sono approcciato al mondo della SEO circa 4 anni fa cercando, come tutti i professionisti o imprenditori, maggiore visibilità sul motore di ricerca per incrementare il mio lavoro.

Ricordo indelebile, su cui oggi rido, era la scelta dei contenuti da pubblicare sul mio blog, per stimolare il motore di ricerca a prendersi la briga di considerarmi.

Occupandomi di medicina, ed essendo un fisioterapista, ero sommerso di libri e in quel momento, la cosa più veloce, era quella di prendere un argomento e iniziare a copiare il contenuto di un capitolo, cambiando alcune parole, e facendolo mio. Mi dicevo: “Che ci vuole…!”

Il criceto girava sempre a vuoto e per molto tempo non tirai fuori un ragno dal buco, tanto che i miei soci consideravano la mia attività uno spreco di tempo ed energie, visto che passavo serate a scrivere articoli inutili, illeggibili e soprattutto senza anima.

Poi, però, la folgorazione: conobbi un importante SEO (Marco Ronco), che iniziò con il suo corso a darmi le prime basi di scrittura e mi mostrò la via da percorrere fatta di solo due parole: NIENTE SCORCIATOIE!!!

Ogni qualvolta mi passava per la mente l’idea di risparmiare tempo, che per un professionista è veramente sempre poco, mi bacchettava e mi rimetteva in riga.

I miei articoli, da semplici trattati medici di fisioterapia su patologie, eziologia e cura (noiosi e “freddi”), sono diventati delle guide utili per tante persone.

Contenuti che hanno iniziato non solo a posizionarsi, ma soprattutto ad essere oggetto di complimenti da parte di persone normali che mi trovavano e, grazie ai consigli, trovavano realmente giovamento.

Questo per me ha rappresentato un grandissimo valore aggiunto, e uno stimolo a fare sempre meglio.

Capiamoci, la mia è una attività local: lavorando nel centro di Roma non avrei bisogno di un pubblico localizzato su tutto il territorio nazionale, ma a me, vista la scelta fatta tanti anni fa di laurearmi in Fisioterapia ed Osteopatia, piace aiutare e dare salute alle persone, per cui posizionarmi su keyword informative, seppur senza convertire, mi da piacere e soddisfazione.

Tralasciando il medical update, che per molti versi non è stato ancora compreso e sviscerato, trovo che seppur con molti morti e feriti casuali e ingiusti, ci sia stata la voglia di Google di dare una sforbiciata netta, e assolutamente condivisibile, ai contenuti senza un’anima.

I contenuti fuorvianti

Fino allo scorso anno mi sono scontrato con siti grandi, in un mercato molto agguerrito, che facevano SEO a suon di backlink e contenuti assolutamente inutili, errati, che portavano l’utente nella completa confusione.

Cercavi su Google: “sintomi insufficienza respiratoria” (mi è capitato veramente questo esempio) e trovavi tra i primi un sito che spiegava alla meno peggio tali sintomi, andando spesso fuori tema, ma che alla fine ti proponeva di acquistare delle solette per il dolore ai piedi.

Ma il dominio aveva trust, aveva moltissimi link che lo spingevano e si posizionava, davanti a risorse molto più utili e sicuramente competenti.

Cercavi informazioni sulle “onde d’urto” (una terapia molto efficace che ha una modalità di utilizzo ben precisa che varia da patologia a patologia, con un numero di colpi differente, la cui scelta terapeutica spetta al professionista che la esegue), e ti ritrovavi un sito che parlava di 10.000 colpi, che se qualcuno facesse tale trattamento arrecherebbe un danno al proprio paziente.

Ma un povero disgraziato (o utente medio…) che fosse alla ricerca di informazioni probabilmente si troverebbe a chiedere al proprio fisioterapista un trattamento dannoso, magari mettendo in dubbio la competenza di un professionista, solo perché “c’era scritto su Internet”!

Il mercato medico fa molta gola

Chiaramente il mercato e il mondo della medicina attrae molte persone in cerca di un business veloce, che risponde ad un bisogno immediato e impellente.

In pratica il paziente è inconsapevolmente il tipo di utente perfetto, “caldo” al punto giusto, a cui vendere qualcosa, proprio perché disperato e bisognoso di risolvere in fretta il suo problema.

Per questo motivo nascono come funghi ogni giorno decine di siti e blog, scritti senza alcuna competenza ma solo grazie ad un breve studio dei primi tre siti della SERP, infarciti di parole chiave prese da qualche tool, grazie a cui sta diventando sempre più facile scrivere contenuti SEO oriented.

Ma la qualità dove sta?
La competenza di chi scrive dove sta?
L’articolo è realmente utile a chi legge, oppure è fatto appositamente per inserire un banner?

Ecco che, forse, il medical update potrebbe essere stato una ventata di aria fresca.

Certo, la macchina Google non è chiaramente perfetta, e spesso si abbaglia lasciando sul campo anche miei colleghi preparati che, senza un apparente motivo, sono caduti e non si riescono a rialzare. E di questo me ne dispiaccio molto.

Tra agosto e settembre 2018, in pieno caos, le SERP erano occupate esclusivamente da siti di grandi ospedali, fondazioni, medici famosi, perché giustamente erano una sicurezza per Google che tamponava la sua défaillance mettendo in alto chi riteneva AUTOREVOLE e capace di dare una risposta corretta… almeno sulla carta.

Pian piano le cose stanno cambiando, e qualche ripresa la vedo (da parte di chi se lo merita).

Non vedo per fortuna ripresa da parte di quei siti che avevano abbandonato il loro core, e che appunto miravano a fregare gli utenti.

Non vedo ripresa da parte di quei siti, i cui articoli erano di una qualità infima, e che basavano la loro crescita sul peso della link building e non sulla qualità dell’articolo, fregandosene di dare un contributo all’utente, ma solo consigli presi qua e là.

Non vedo ripresa da parte dei “copioni”, che sceglievano un sito target e facevano copia e incolla dei contenuti altrui, sperando in una considerazione da parte di Google.

Il problema dei professionisti veri

Il vero problema di questa situazione è legato alla mancanza, da parte di personale medico o paramedico, di tempo da dedicare alla divulgazione.

Il medico un minimo intelligente oggi si fa fare il sito vetrina, con la sua foto in abito operatorio, inserisce dove visita e quali interventi esegue.

Per il primo mese massimo, scrive qualcosa in un linguaggio tecnico (come facevo io d’altronde), e passata la novità abbandona il sito, che se supportato da una struttura tecnica decente si posizionerà, magari localmente, ma che di fatto non contribuisce minimamente con valore all’arricchimento della risposta di Google ad una specifica query.

Mi piacerebbe un giorno che alla domanda “rimedi per l’ansia”, ci fosse una serie di siti gestiti da altri professionisti come me, che aiutano e sanno ciò che dicono e consigliano il poveretto che è alla ricerca di una soluzione.

Auspico che i siti di guide visuali siano accantonati, rispetto ad un bel video di un medico che ci parla della sua esperienza, ridando una connotazione UMANA alla medicina, che negli anni è sempre più bistrattata.

Esiste solo in medicina questo problema?

Tutto questo breve trattato analizza il campo medico, ma non è il solo, purtroppo, invaso da improvvisati. Possiamo tranquillamente citare altri settori.

Leggo blog di cucina con dentro ricette scritte da gente che non sa manco accendere un fornello, o blog specifici su droni o modellismo scritti da persone che non sanno nulla, e vi assicuro che appena si inizia a entrare meglio nel topic di uno specifico argomento si capisce immediatamente la competenza di chi scrive.

Io stesso, quando vedo un update, mi spavento e prego di non esserci finito dentro, perché tutto può succedere.

Il medical update ha colpito anche me, ma alla fine credo che con l’aggiornamento di novembre si sia ristabilita – in buona parte – una giusta SERP almeno in ambito medico, anche se la perfezione e la qualità come la intendo io è ancora molto lontana.

Google è sempre una macchina brutta e cattiva?

Quando anche io ero in piena bufera post medical update l’ho pensato spesso, e vivevo la situazione davvero sul personale, perché sapevo quante ore avevo dedicato ai contenuti, quanta fatica, quanto studio c’era dietro ogni singolo argomento del mio blog.

Oggi credo che in parte Google abbia fatto una parziale marcia indietro, riabilitando i siti e i contenuti che realmente avevano un valore, e lasciando indietro molta improvvisazione e marketing di vendita.

Qualche settimana fa è andato in rete un nuovo update – chiamato Florida 2 o March Update – che forse farà nuovi feriti oppure riabiliterà qualcuno, ma sempre orientato verso una qualità generale alta.

Mi auguro che un segmento, come appunto la medicina, sia sempre più scandagliato e tenuto sotto controllo da parte di Big G, magari con una presenza anche di quality rater – esperti del settore però – che possano in qualche modo capire chi veramente sa quello che scrive, e chi invece sta utilizzando metodi poco etici, e potenzialmente dannosi.

Ricordiamoci sempre che dietro ogni ricerca ci sono persone con un bisogno, e a prescindere dagli interessi economici dietro, è importante che la persona risolva il suo problema, proprio perché INTERNET È UNA RISORSA UNIVERSALE.

Autore: Dottor David Di Segni, Fisioterapista Osteopata di Mdm fisioterapia Roma, per il TagliaBlog.