quali contenuti scrivere

Quando mi chiedono “Che tipo di contenuti devo scrivere?”, rispondo con un “Dipende da cosa vuoi ottenere.”

Osservo spesso che questo quesito ne cela in realtà un altro, che svela il vero motivo per cui viene posto. La successiva domanda è infatti “Ho scritto un sacco di contenuti sul tema X, e noto che ricevo un buon traffico… ma non riesco a monetizzarlo se non in minima parte.”

E’ la classica impostazione (sbagliata) di molti blogger ed editori online: scrivono a più non posso, fanno traffico, ma raccolgono solo briciole.

Da un lato, è perché NON scrivono contenuti sempreverdi (e quindi non fanno traffico “incrementale”: se smettono di scrivere, il sito/blog si sgonfia).

Dall’altro, è perché NON osano spostarsi un pochino nell’ambito “transazionale”, preferendo rimanere nell'”informazionale” puro. Mi spiego meglio.

Esistono sostanzialmente 3 grosse tipologie di query: informational, navigational e transactional. Ognuna di queste corrisponde ad un diverso intento dell’utente.

Informazionale

L’utente sta cercando una informazione specifica, ma non legata ad un determinato sito web: per esempio cerca “come fare qualcosa”, senza però specificare nella query il sito di Aranzulla. 🙂

L’utente cerca un sito specifico sul quale andare: per esempio scrive “MaxValle” su Google, anziché digitare “maxvalle.it” nella barra del browser (magari per pigrizia, magari perché non ricorda l’URL preciso).

Transazionale

L’utente cerca un sito sul quale compiere una azione/transazione: per esempio l’acquisto di un prodotto/servizio, scaricare un file o registrarsi ad un evento.

Come specifica anche Google nelle sue linee guida per i quality rater, si tratta di 3 azioni diverse:

  • Do (=Fare -> Transactional)
  • Know (=Sapere -> Informational)
  • Go (=Andare -> Navigational)
Do Know Go

In base a vari studi, pare che circa l’80% delle query effettuate dagli utenti sia di tipo informazionale, mentre il restante 20% della torta se lo spartiscono nella stessa misura le query navigazionali e quelle transazionali.

Tipologie di query

Cosa Scrivere per Monetizzare?

Alla luce di questa lunghissima premessa, avrai probabilmente capito dove andrò a parare.

Se scrivi contenuti puramente informazionali intercetti gli utenti che cercano informazioni, ma che non esprimono (se non molto blandamente) l’intento di acquistare qualcosa. E’ quindi probabile che arrivino sul tuo sito/blog cercando di appagare la loro sete di conoscenza, ma purtroppo scapperanno via una volta che si saranno dissetati.

Spesso non cliccheranno sui banner (se pensi/speri di monetizzare con quelli), in alcuni casi utilizzeranno pure AdBlock (o sistemi che eliminano ogni traccia di pubblicità dal tuo sito/blog).

Senza voler snaturare totalmente la natura del tuo lavoro editoriale, il “trucco” è quello di iniettare nel contenuto informazionale un po’ di elementi transazionali.

Per esempio, se pubblichi la dettagliata recensione di un prodotto, o se spieghi con dovizia di particolari come scegliere un determinato servizio, prova a mettere nel titolo qualcosa come “Il Migliore Prodotto X per chi fa la Professione Y”, o “I Migliori Servizi Z Sotto i 100 euro”, e dagli un taglio dove all’analisi genuina del prodotto/servizi abbini dei “consigli per gli acquisti”: in questo modo intercetterai utenti a metà fra gli “informazionali” e i “transazionali”.

So che la cosa può sembrare un po’ evil, ma se l’articolo è sincero, se davvero stai parlando di un prodotto o servizio che utilizzi, in cui credi, che consiglieresti lealmente a chiunque, perché non dovresti collegarlo ad un link affiliato? Perché non dovresti metterci una piccola call to action?

Se non sei ancora convinto, prova a vederla in questo modo: se scrivi una meravigliosa recensione di un prodotto, piena di dettagli, foto e (magari) video, che ti è costata ore se non giorni di lavoro… e in coda non metti un “compralo qui”, con un link ad un programma di affiliazione, pensi davvero di soddisfare il tuo lettore? Pensi di avergli dato tutte le informazioni che cerca?

Se un utente legge un pezzo del genere, se grazie alle tue parole si è convinto circa la bontà del prodotto, la prima cosa che farà dopo averlo letto è cercare dove comprarlo. E se non metti tu il link che lo porta sulla pagina giusta, chiuderà la linguetta del browser e aprirà Amazon, TrovaPrezzi o siti simili.

Tu avrai perduto il lettore (e non avrai guadagnato un centesimo), qualcun altro si metterà probabilmente in tasca una percentuale sulla vendita dell’oggetto: pensaci su la prossima volta che stai per pubblicare un articolo. 😉