PageRank Sculpting su Matt Cutts :-)

Tutta la community SEO attendeva da giorni la presa di posizione ufficiale di Google sulla “nuova gestione” del PageRank Sculpting. E la risposta è arrivata poche ore fa dalle colonne del blog di Matt Cutts, il quale ha illustrato una lunga serie di Q&A sull’argomento; vediamole insieme: Premessa Matt Cutts ha chiarito, ancora una volta, il modo con cui Google tratta il nofollow: In Google, i link col nofollow non passano PageRank e non passano anchor text. Voglio ribadire che i link con nofollow non passano PageRank. Nel corso degli anni, ho visto alcuni casi di link con nofollow che han passato anchor text, a causa di un bug nell’indicizzazione successivamente sistemato. La cosa essenziale che devi sapere è che i link con nofollow non aiutano i siti a posizionarsi meglio nelle SERP di Google. Ed ecco ora il lungo elenco di domande e risposte. 1. Perchè Google ha modificato il modo con cui conta i link con attributo rel=nofollow? Per prima cosa, chi è attento alla scansione/indicizzazione/qualità ha notato che alcuni siti hanno tentato di modificare il modo con cui il PageRank scorre all’interno dei siti stessi, ma questi siti finivano con l’escludere intere sezioni con informazioni di alta qualità (come ad esempio i forum di discussione). 2. Significa quindi che il “PageRank sculpting” (ovvero il cercare di modificare il modo in cui il PageRank fluisce all’interno di un sito, utilizzando ad esempio il nofollow) è una cosa sbagliata? Io non lo consiglio, perchè non è il modo più efficace per gestire il PageRank. In generale, io vorrei che il PageRank scorresse liberamente all’interno del tuo sito. Il concetto di “PageRank sculpting” è sempre stato un qualcosa di secondo o terzo piano per noi. Vorrei consigliare per prima cosa di 1) fare attenzione a creare ottimi contenuti in grado di attrarre link e 2) di scegliere una struttura del sito che sia usabile/scansionabile sia agli utenti che ai motori di ricerca. Ad esempio, è più importante assicurarsi che le persone (e i bot) possano raggiungere le pagine del tuo sito cliccando su un link piuttosto che stare a “scolpire” il PageRank. Se hai un ecommerce, un buon esempio di struttura del sito potrebbe essere quello di posizionare i prodotti nella parte alta e centrale delle pagine del tuo sito, piuttosto che andarli a nascondere in qualche zona remota dove utenti e motori di ricerca sono costretti a fare parecchi click per raggiungerli. Ci può essere un minuscolo numero di pagine (come ad esempio i link al carrello o alla pagina di login) alle quali ha senso mettere il nofollow, solo perchè queste pagine sono diverse per ogni utente e non sono utili ai motori di ricerca. Ma in generale non mi sento di raccomandare il PageRank sculpting. 3. Perchè la cosa è stata resa nota solo ora? Per un paio di motivi. Innanzitutto abbiamo pensato che i webmaster o chi fa abitualmente test l’avrebbe notato, ma così non è stato. Guardando al passato, abbiamo modificato nel tempo altri grossi aspetti nel modo con cui trattiamo i link senza che nessuno ci facesse caso, quindi la cosa ci ha un pò sorpreso. Così abbiamo iniziato a fornire altre indicazioni sul fatto che il PageRank sculpting non è la cosa migliore sulla quale investire il proprio tempo. Quando abbiamo aggiunto alle nostre linee guida una pagina di spiegazioni sul nofollow, abbiamo detto che “è preferibile investire risorse su una solida architettura – che permetta una navigazione intuitiva per l’utente, gli URL SEO friendly, etc. – pittosto che che focalizzarsi sul come dare priorità al crawling tramite l’uso del nofollow”. In un recente video, ho detto che “una migliore e più efficace forma di PageRank sculpting è quella di scegliere (per esempio) quali cose linkare dalla tua home page”. In un’altra occasione sono stato anche più esplicito: “la mia risposta è no. In generale, per tutti i link del tuo sito, non usare il nofollow. Vai avanti e linka qualsiasi cosa.” All’SMX Advanced 2009 qualcuno mi ha posto la domanda in modo diretto, e mi è sembrata una buona occasione per chiarire il punto. Anche in questo caso, non è qualcosa che la maggior parte dei webmaster dovrebbe sapere o preoccuparsi, ma ho voluto che i SEO la conoscessero. 4. Se ho un blog e metto il nofollow sui link inseriti all’interno dei commenti, significa dunque che meno PageRank passerà all’interno del mio sito? Se ci pensi bene, è il modo con cui la logica del PageRank funzionava anche prima dell’attributo nofollow. 5. OK, ma questo non rischia di incoraggiarmi a linkare meno? Dovrei disattivare i commenti del mio blog? Non consiglierei di chiudere i commenti nel tentativo di “accumulare” PageRank. Così come Google ha meno fiducia nei confronti dei siti che linkano risorse spam o “cattivi vicini” (bad neighborhoods), allo stesso modo incoraggiamo a linkare buoni siti. 6. Se Google ha modificato il suo algoritmo per il conteggio dei link in uscita da una pagina, potrebbe farlo di nuovo? Mi piace molto l’idea di poter decidere circa il PageRank sculpting sui link interni al mio sito Anche se non possiamo dire che non modificheremo più l’algoritmo, ci aspettiamo che non cambi nuovamente. Se cambierà, cercherò di farlo sapere. 7. Come si utilizza il nofollow sui link interni del proprio sito? Io lascio scorrere il PageRank liberamente in tutto il mio sito, e raccomando di fare lo stesso. Non ho aggiunto il nofollow alle mie categorie o alle mie pagine dell’archivio. L’unico posto dove deliberatamente ho messo il nofollow è il link al mio feed, perchè non è granchè utile avere i feed RSS/Atom all’interno delle SERP. E comunque non è strettamente necessario, perchè Google e gli altri motori di ricerca son in grado di distinguere i feed dalle normali pagine web. randfish di SEOmoz ha risposto prontamente all’articolo di Matt Cutts, suggerendo una nuova metodologia di PageRank Sculpting (basata, fra le altre cose, su iFrame):

Nuove tecniche di PageRank Sculpting

e ribadendo una certa preoccupazione circa il modo con cui viene gestito ora il nofollow (secondo l’interpretazione data da randfish alle parole di Matt Cutts, il nuovo sistema 1) permette a personaggi con cattive intenzioni di danneggiare un concorrente grazie all’inserimento di parecchi link con nofollow (ad esempio, nei commenti di un blog o in un forum), 2) toglie ai webmaster la possibilità di “proteggersi” utilizzano i link con nofollow (non si viene danneggiati direttamente linkando risorse spam, ma indirettamente dal fatto di non poter gestire al meglio il flusso del PageRank) e 3) solleva dubbi sulla credibilità di Google circa i futuri messaggi passati ai webmaster):

I nuove rischi del PageRank Sculpting

Avanti con i commenti… (che, ovviamente, NON disattiverò 😀 ).