compra un blog

Acquistare link funziona ancora piuttosto bene, ma penso sia uno spreco di denaro per almeno 3 motivi:

Il posizionamento è questione di tattica: la via verso le prime posizioni implica cose come branding, trust, condivisioni social e dozzine di altri segnali legati al marketing. Lo spam e i link comprati possono darti solo un po’ di traffico, e non tanto quanto un buon brand ne ottiene in quella stessa posizione, con tassi di conversione inferiori.

Costa troppo: il sito di viaggi di mia moglie riceve offerte nell’ordine di centinaia di dollari per mettere pochissimi link in un singolo post. Acquistare link su larga scala costa migliaia, se non decine di migliaia di dollari al mese.

E’ una pratica rischiosa: magari non sei stato colpito da una delle tante penalizzazioni di Google, ma il rischio c’è. Il problema è che Google+ ha creato 2 nuove tipologie di rischio per chi compra link. La prima, è che i risultati provenienti dalla social search non tengono conto del vecchio link graph, e quindi comprare link non serve a nulla se vuoi posizionarti fra quei risultati. La seconda, è che Google+ inizia ad avere abbastanza dati per fare una analisi sullo spam. Se hai puntato su link provenienti da pagine che non hanno alcuna rilevanza lato social, inizia a prepararti al peggio.

Mi sono messo a fare i conti di quanto può costare acquistare link in una nicchia verticale moderatamente competitiva.

Obiettivo: una singola keyword phrase più alcune frasi leggermente modificate.
Cosa serve: link da almeno 50 domini diversi. Per 35 ipotizzo un costo una tantum di 100 dollari l’anno; per 15, di buona qualità, almeno 100 dollari al mese di media.
Costo totale per 12 mesi: ($100*35)+($100*12*15) = $21,500

Per 21.500 dollari puoi dunque aspirare ai primi 3 post di una SERP moderatamente competitiva, per esempio viaggi (di nicchia e molto verticali) o ecommerce (per un prodotto non troppo comune). Molti black hat potranno dirti che i costi sono molto inferiori, e in realtà lo sono se questi hanno network di siti di loro proprietà. Ma se non conosci questi giri o non ne fai parte, i costi sono più o meno quelli qui sopra, e se sei un bravo marketer puoi pensare di guadagnarci, al netto, qualche migliaio di euro l’anno.

Ma c’è una alternativa: comprare un blog.

Quando acquisti un buon blog, o una qualsiasi community online, non compri semplicemente link, ma ottieni:

• Un sistema di brand building e di acquisizione clienti
• Un sistema che continua a generare link, tweet, condivisioni, +1, like, etc.
• Un sistema in grado di espandere la tua audience e la tua credibilità
• Una opportunità unica di fare public relations
• Contenuti che sai già essere di interesse per il pubblico
• Un insieme di segnali/fattori che sono amati dai motori di ricerca

Il tutto si potrebbe riassumere in questa immagine:

da un lato i blog che cercano di monetizzare, dall’altro i siti che cercano contenuti, SEO e Social Marketing. Davvero strano che questi mercati non si siano ancora incontrati 🙂

A chi avesse ancora dei dubbi, faccio queste 5 domande:

1. Cosa scala meglio sul lungo termine?
2. Cosa è più probabile che funzioni su vari canali (contenuti, social, SEO)?
3. Cosa ha il miglior rapporto fra costi e benefici?
4. Cosa è più probabile che faccia aumentare il tasso di conversione e l’LTV (Lifetime Value) del cliente?
5. Cosa è più probabile che ti possa dare lustro davanti alla tua community e cosa invece è più probabile che ti faccia cadere addosso una penalizzazione nel momento più inopportuno per il tuo business?

Se sei un marketer che vuole investire soldi per guadagnare una presenza sui motori, sui social e in generale sul web, puoi provarci a crearla da solo oppure puoi acquistarla. Mi auguro di vedere un sacco di soldi scorrere verso coloro che sono i stati pionieri nel campo dei contenuti e che hanno dimostrato nel tempo di essere i veri detentori dell’inbound marketing: i blogger.

Liberamente tratto da Buying Links is Shallow, Short-Term Thinking. Buying Blogs? Now that’s a Strategy., di Rand Fishkin.

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