Il title è ancora oggi fra i principali elementi – se non il principale – nell’ottimizzazione on page, sul quale i migliori SEO/copywriter puntano per svettare nei motori di ricerca.
Da diversianni, tuttavia, abbiamo avuto modo di constatare che Google modifica i title nelle SERP, con lo scopo di renderli più rilevanti agli occhi degli utenti.
E Ruth Burr di SEOmoz ha anche notato che, di recente, Google può addirittura mostrare un title costituito da una serie di parole separate da trattini; in pratica l’URL del title stesso:
Con buona probabilità, questo nuovo modo di modificare arbitrariamente i title deriva da 3 nuovi ritocchi algoritmici che Google ha effettuato lo scorso mese (nome in codice, “tomwaits”, “TopOfTheRock” e “otisredding”), tesi a mostrare un titolo più conciso e accurato quando è presente un titolo lungo (“tomwaits”), a migliorare l’efficienza – e quindi risparmiare CPU – nella generazione del title (“TopOfTheRock”) e infine evitare boilerplate che non descrivano accuratamente la pagina (“otisredding”).
Ma come far sì che Google mostri nelle SERP proprio il titolo che abbiamo scelto? Ruth Burr ha provato applicando la vecchia regola dei 70 caratteri, ovvero quella per cui un buon titolo – per non essere stravolto da Google – dovrebbe essere lungo poco meno di questo valore, descrittivo e conciso, senza keyword stuffing o ridondanze. E la cosa ha funzionato… anche se non perfettamente 🙂
Pare infatti che ora Google non prenda in considerazione solo il numero di caratteri, ma anche la larghezza in pixel del tag title: per esempio, lettere come la W e la A sono più larghe della i e della t, e quindi influiscono diversamente nella dimensione del titolo.
La cosa è stata dimostrata da un esperimento condotto da SEOmofo, dove un title pieno di W maiuscole viene troncato a soli 45 caratteri, mentre uno zeppo di t e l minuscole arriva addirittura a 107 caratteri!
Occhio dunque alla larghezza: il nuovo numero magico non è più 70 caratteri, ma 512 pixel.
UPDATE: a Marzo del 2014 Google ha ritoccato la dimensione dei font dei title visualizzati nelle sue SERP, allargandoli.
Pertanto, se non si vuole che il title visualizzato venga troncato arbitrariamente da Google, il consiglio è quello di stare sotto i 55 caratteri.
- Internet Business Specialist


14 risposte
Pensandoci 55 caratteri sono davvero pochi…. secondo me anche superando questo limite si potrebbe avere il proprio titolo nelle serp a meno che le ancore dei link a quel determinata risorsa siano troppo differenti. Garantendo una certa uniformità nei title delle pagine si potrebbe superare quel limite imposto. A proprio rischio e pericolo poichè, come ben scritto, è raccomandabile non superare i 55 caratteri. Non mi è chiaro leggendo l’articolo se, dopo l’aggiornamento di Marzo del 2014, resti invariato il numero di pixel.
Ho trovato decisamente interessante questa “divagazione” sul tag title.
Anche perchè uno dei miei siti ha progressivamente iniziato a perdere traffico risalendo un po quando ho “ridotto”il tilte tag a 80 caratteri. Resta però un punto da chiarire: come si fa a determinare i 512px?
Mi incuriosisce la cosa poichè vista la attenzione di google verso i dispositivi mobili la ritengo abbastanza pertinente.
Hai suggerimenti?
Se utilizzi un CMS come WordPress, con un plugin SEO, hai solitamente l’anteprima del title visibile a schermo prima di pubblicare il post. Puoi poi misurarne la lunghezza in pixel con una estensione come Page Ruler.
E questo ovviamente perché a Google interessa “il contenuto” vero?
Se l’importante è scrivere del gran contenuto, chissenefrega di tutte ste specifiche, mi verrebbe da dire.
Ringrazio per il post, ma secondo la mia esperienza sono d’accordo in parte. La rilevanza di un title viene considerata da Google in funzione del contenuto della pagina, specie se coincidente con il testo dell’h1. Andando quindi per logica… un contenuto breve e coinciso che coincide con quello più importante della pagina web fa si che Google non lo modifichi “sempre”; inoltre i 540px derivano dalla massima dimensione onde evitare il troncamento… considerato scomodo per chi legge.
Tu cosa ne pensi Davide?
Quanto basta per far godere le lettrici? 😀
O bisogna saperlo usare e basta?
Ok dai, facciamoci meno seOghe mentali e torniamo a lavorare!!!
Segnalo che l’inserimento dei trattini nel titolo proposto da Google esiste da molto più di un mese: è da almeno un anno che si può osservare quel comportamento in alcuni casi. Anche il fattore lunghezza in “pixel” del titolo è ormai sotto gli occhi di tutti da mooolto tempo… stavolta su SEO Mox si sono presi un po’ i n ritardo 🙂
La risposta focalizzata sui caratteri o sui pixel, quale che sia, è comunque sbagliata.
Quella giusta è “12 PAROLE, congiunzioni e articoli esclusi”, come ha perfettamente dimostrato il sempre attento Enrico Altavilla ormai quasi un anno fa: http://www.lowlevel.it/continuare-a-smontare-google-unaltra-scoperta-seo/
😉
Ciao,
bhè, a sto’ punto, dato che avevo title in maiuscolo (e dunque molto spazio occupato in più, in pixel) torno al minuscolo 🙂
Grazie della news 🙂
ciao!
ultimamente lavoro su title di 55 caratteri, un buon margine per non dover misurare in pixel
Eh si, eh già 😀
Queste informazioni sul Title mi erano saltate all’occhio già nell’ articolo precedente https://tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link/2012/06/fattori-posizionamento-italia-2012.html .
Lì si dava adito anche alla “lunghezza” corta, più significativa che in passato..adesso cambia l’unità di misura..ma come si fa a verificare l’effettiva lunghezza di una stringa (per sapere se non si superano i 512px)!?
io da diverso tempo ho notato che nell’era dei motori “intelligenti”, che puntano alla semantica, il semplice fatto di un articolo piuttosto che un altro nel title può fare un enorme differenza (almeno per certe chiavi).
Per capirci:
“Macchina rossa”: esce in prima pagina
“La macchina rossa”: esce in terza pagina
Interessante il test. Leggevo qualche tempo fa, ma non ricordo la fonte, di limitazioni del tag title legate al numero di parole, nella fattispecie 12, e non al numero di caratteri in se. Questa ipotesi potrebbe anche spiegare le varie differenze sui risultati che tengono conto solamente del numero di lettere, cosa alquanto strana vista la tendenza “semantica” verso la quale google sta andando.