Link Interni e Percorsi di Navigazione

Durante l’estate ho fatto 2 piccoli esperimenti su questo blog. Ho modificato (anzi, eliminato) alcuni (anzi, parecchi) link interni, cambiando di fatto i percorsi di navigazione dei lettori. Ho chiuso delle porte, ho nascosto alla vista dei piccoli sentieri, ma anche delle grosse strade. Premetto che questi test NON sono stati fatti (solo) con intenzioni SEO, ma nella direzione di modificare l’esperienza d’uso degli utenti, con un occhio attento alle conversioni. Sì, perché dovresti ormai sapere molto bene che SEO e conversioni devono andare a braccetto!

Il Link Juice

Se immagini Internet come un gigantesco acquedotto, ecco che i siti web e i blog diventano delle cisterne d’acqua. Più un sito guadagna trust agli occhi di Google, più il suo succo è prezioso e abbondante. Questo succo scorre tramite i link, interni od esterni che siano, un po’ come schematizzato in questa immagine:

Link Juice

Se linki una risorsa fai fluire del succo verso di essa. Se non linki, il succo non passa. Se da una pagina fai uscire 100 link, passi davvero pochissima “sostanza” alle risorse linkate, perché il liquido deve distribuirsi in 100 piccoli tubicini diversi. Se invece metti un solo link, passi tutta la forza che quella pagina ha. Ecco perché i link hanno ancora oggi tutto questo potere, ed ecco perché ho deciso di sforbiciarne un bel po’ nei mesi scorsi: l’acqua deve fluire meglio, e solo dove voglio io. 😉 Questo il discorso a grandi linee, senza andare a scomodare concetti come il nofollow o il PageRank Sculpting, che introducono un ulteriore livello di complessità. Ma ora bando alle ciance. Ecco cosa ho fatto fra Luglio e Agosto:

Eliminate alcune voci dal Menu Orizzontale

Ogni voce che inserisci nel menu orizzontale del tuo sito/blog, si replica su tutte le pagine del sito stesso. Ciò significa che se hai (come nel mio caso) circa 2.000 pagine sul blog, e metti una nuova voce nel menu che linka ad un certo contenuto, hai creato all’istante 2.000 link verso quella risorsa. Ecco perché, molto spesso, Google prende le voci del menu per popolare i sitelink delle SERP:

I sitelink del TagliaBlog

Questi link hanno grande prominenza quando qualcuno cerca il tuo brand su Google, e quindi ha davvero poco senso indirizzare l’utente verso una pagina che ha poca utilità/valore. Ragion per cui, a metà Agosto, ho eliminato dal menu orizzontale la voce “Interviste” e quella “Lavoro“. I motivi?

  1. Ho iniziato ad intervistare SEO e web marketer quasi 10 anni fa. Posso dirmi soddisfatto, avendo ricevuto risposte da personaggi del calibro di Rand Fishkin o Seth Godin. Ho smesso con le interviste da circa 5 anni, anche se oggi sembra che intervistare i SEO sia di gran moda… sarò stato un precursore? 😉
  2. Lo ammetto, la “pagina Lavoro” è stata abbandonata a se stessa da tempo immemore, al punto che i feed che alimentano le varie offerte di lavoro non funzionano più correttamente. Nei box non compaiono i contenuti, e le offerte sono addirittura “spaginate”! (finiscono sotto il footer della pagina). Potrebbe essere una risorsa utile e interessante, ma non potendo sistemarla e gestirla a dovere ho preferito togliere ogni link e riferimento a questa pagina.

Considerando che le 2 voci in questione erano su un menu replicato almeno 2.000 volte, parliamo di più di 4.000 link site-wide eliminati da un giorno all’altro. Ciò nonostante, dopo quasi 2 mesi dalla rimozione dei link, la situazione è la seguente:

La posizione del TagliaBlog per la query interviste seo

La posizione del TagliaBlog per la query lavoro seo

entrambe le pagine risultano ancora ben posizionate per query mediamente competitive, nonostante abbiano perso 2.000 link a testa. Sarà merito dell’effetto link echo/link ghost? 😉

Eliminati i Post Correlati

Come ogni buon blog che si rispetti, in coda a tutti i post avevo i miei bei correlati. Parlo al passato perché il 15 Luglio 2015 li ho eliminati. Tutti. Facendo un rapido calcolo:

  • I post erano 1.882;
  • In ogni post c’erano 3 correlati;
  • Risultato: ho eliminato dal blog 5.646 link interni, in un colpo solo.

Quando ho annunciato la cosa su Facebook, in molti mi han detto che avrei perso inesorabilmente pageview, perché l’uso dei correlati spinge il lettore ad aumentare il numero di pagine visualizzate. E invece non è successo nulla di tutto ciò. 🙂 Questa immagine, tratta da Google Analytics, riporta il numero di pagine per sessione, la durata della sessione media e la frequenza di rimbalzo delle prime quindicine di Luglio, Agosto e Settembre 2015:

Google Analytics del TagliaBlog, a Luglio-Agosto-Settembre 2015

dal 1 al 15 Luglio avevo sia i correlati che le 2 voci nel menu orizzontale, dal 1 al 15 Agosto avevo solo le 2 voci e dal 1 al 15 Settembre non avevo né voci, né correlati. I risultati puoi vederli tu stesso:

  • Il numero di pagine per sessione è rimasto perfettamente invariato;
  • La durata della sessione media è addirittura aumentata;
  • La frequenza di rimbalzo è salita di pochissimo.

Conclusione

La questione è molto semplice: è inutile far rimbalzare gli utenti in giro per il tuo sito, se poi non compiono l’azione che hai in mente. Consumano solo risorse del server e preziosa banda. Mi capita invece di notare l’ossessione di mantenere i visitatori a lungo sulle pagine, di intrappolarli al fine di aumentare il numero di pageview e la durata della sessione, spesso col solo scopo di “far piacere” a Google: è infatti diffusa la credenza che Google preferisca i siti che riescono ad “incollare” il lettore il più a lungo possibile, mentre gradisce poco quelli che non riescono a trattenerlo. Io credo invece che l’unico caso in cui è necessario aumentare le pagine visualizzate, è quello dell’editore che vende spazi pubblicitari a CPM: più pagine fa, più soldi guadagna. In praticamente tutti gli altri scenari, non ha senso cercare di spingere l’utente a perdersi all’interno del sito/blog: tanto più che ho notato che il lettore medio ha sempre più fretta e sempre meno tempo da dedicarci, e quindi è bene pensare ad ogni singola pagina come se fosse una landing page:

  1. Punti a guadagnare col CPC? Ogni pagina del tuo sito deve assolvere prima al suo scopo editoriale (=soddisfare la richiesta del lettore), ma poi anche a quello economico (=un click su un banner pagante).
  2. Hai un ecommerce? Crea delle schede prodotto originali e di alta qualità, ma soprattutto una procedura di pagamento snella e senza distrazioni (pena l’abbandono sistematico del carrello).
  3. Vuoi monetizzare con le affiliazioni? Crea dei fantastici pillar article sui prodotti/servizi che vuoi spingere, con testi persuasivi ed esaustivi, e all’interno una o più call to action ben mirate.

Insomma, ragiona sempre pensando al funnel, ovvero ad un imbuto dove da una parte entrano gli utenti, e dall’altra escono le conversioni. Ora hai capito perché ho eliminato quelle 2 voci dal menu orizzontale, e i 3 correlati in fondo ai post? 😉