Link Interni

Lo scorso venerdì, nel suo consueto Whiteboard Friday, Rand Fishkin ha parlato dei pericoli, rischi e opportunità dei link interni ed esterni.

In questo post vorrei soffermarmi proprio sui primi, visto che li ritengo uno dei modi più white hat ed efficaci per fare una buona link building: sì, perché – a mio modesto parere – link building NON significa solo cercare di guadagnare link da siti esterni, ma anche organizzare e gestire in modo intelligente i link interni al nostro sito o al nostro blog.

Randfish ci dice 4 cose,

Link a Pagine Interne

che possiamo tradurre così:

  1. I link interni “giusti” hanno un grosso impatto positivo, sia a livello di indicizzazione che di ranking.
  2. I link interni che veicolano traffico e aiutano il visitatore nel suo percorso, così come quelli che forniscono informazioni utili, sono i migliori.
  3. I link interni tendono ad avere un grosso impatto su siti che sono già autorevoli. Se hai un sito di questo tipo, puoi far indicizzare, scansionare e posizionare meglio le pagine che si trovano più in profondità nella struttura del tuo sito, semplicemente linkandole.
  4. I link interni utilizzati a scopo manipolativo, come quelli nei footer o dove il testo di ancoraggio è universalmente linkato allo stesso URL, o in aree del template dove è molto difficile che ottengano click “reali”, potrebbero danneggiare il tuo posizionamento e causare penalizzazioni (e comunque sono sempre qualcosa di brutto).

L’ultimo punto è particolarmente interessante.

Conosco vari SEO che, ancora oggi, calcano molto la mano sui link interni. Spesso, all’interno di tutti i contenuti, usano lo stesso identico testo di ancoraggio sulla parola chiave che vogliono spingere. Spesso usano plugin per automatizzare questa operazione.

Ora, onestamente non ho mai visto con i miei occhi una penalizzazione per link interni da eccesso di anchor text esatto. Però il mio “sesto senso” mi ha sempre suggerito di non esagerare con questa tecnica.

E infatti, per quanto riguarda i link interni, utilizzo da sempre una tecnica molto artigianale e totalmente manuale. Ora te la svelo in dettaglio.

Mettiamo che usi WordPress, e mettiamo che hai scritto un nuovo bellissimo post sui “link interni” che vorresti spingere… con qualche link interno. 🙂

Cosa fare? Semplice. Dalla bacheca di WordPress, clicca su Articoli -> Tutti gli articoli. Nel form in alto a sinistra, scrivi “link interni” e quindi clicca su Cerca articoli. Troverai tutti i vecchi post che hai scritto su WordPress e che contengono la parola chiave in questione, ordinati per rilevanza (più in alto vengono mostrati quelli che hanno la keyword nel titolo): nel mio caso sono ben 37!

Apri ogni singolo post cliccando su Modifica, vai a cercare (usando CTRL+F) il termine “link interni”, e collegalo (se e quando presente) con un link al nuovo contenuto che vuoi spingere.

Ma fallo in modo naturale! Linka SOLO quando pensi che la risorsa sia davvero utile al lettore, NON da tutti i post, ed evitando di utilizzare un testo di ancoraggio sempre uguale: usa insomma la stessa prudente logica con cui fai link building da siti esterni, al massimo leggermente più spinta sull’anchor text preciso, ma evitando di fare il 100% di link con la stessa àncora. Usa anche dei testi ancorati del tipo “in questo mio vecchio post”, “come dicevo qui” e cose del genere.

Riassumendo: ogni link che metti in una pagina dovrebbe essere utile al lettore. Interno o esterno che sia, dovrebbe portare l’utente verso un approfondimento in grado di completare il contenuto, e non verso risorse nonsense.

Seguendo questa logica, è bene mantenere la struttura dei link interni del sito/blog quanto più “densa” possibile. Il link juice non deve essere sprecato.

Ecco perché mesi fa ho eliminato i correlati e varie voci dal menu di navigazione del TagliaBlog. E più di recente ho tolto un altro paio di link interni ridondanti, presenti in tutte le pagine (uno nel footer che puntava alla home page del blog, e un’altro (anch’esso presente in tutti i post) che puntava alla pagina dell’autore): erano link che ben in pochi esploravano, e che mandavano verso risorse che non ritenevo affini ai miei scopi.

Insomma, metti i link solo dove possono essere cliccati da un essere umano. Dove possono essergli davvero utili. E verso URL in grado di portarti conversioni. 🙂