C’è chi conosce Enrico Altavilla per il suo sito personale, Motoricerca.info: si tratta probabilmente del più vecchio sito italiano sulla SEO, ancora oggi ottimamente posizionato (anche se “congelato” da ormai 3 anni), che può vantare parecchie citazioni da illustri personaggi del web (una su tutte, quella di Matt Cutts). Io invece conobbi Enrico, di persona, un paio di anni fa. A prima vista mi sembrò il classico nerd: molto giovane, occhiali, vestito in modo casual, e dal carattere un pò timido e riservato. Parlandoci (seppur solamente per qualche minuto), si mostrò invece in “tutta la sua potenza” 🙂 : una persona estremamente competente (e al tempo stesso disponibilissima), il classico tipo col quale colloquieresti per ore di “SEO e dintorni” senza mai annoiarti. Da allora mi è rimasta la curiosità di conoscerlo un pò meglio… ed ecco quindi, in 8 domande, tutta la verità su Low Level. Partiamo dal tuo curioso nickname: come nasce Low Level? La programmazione “a basso livello” (da qui “Low Level”) è un tipo di sviluppo software orientato alla produzione di codice per le CPU o comunque per l’hardware. Significa andare a studiare il funzionamento dei microprocessori e programmare nel loro linguaggio per ottenere il codice più ottimizzato possibile ed il massimo delle prestazioni. Questo approccio a basso livello e la voglia di smontare i giocattoli per vedere come son fatti dentro e come funzionano (CPU o motori di ricerca che siano) mi hanno sempre accompagnato nell’informatica e nel SEO, da qui la scelta di usare il nickname “Low Level”. Parlaci ora del tuo passato prima dell’approdo in SEMS. Possiamo dire che sei passato dal “SEO fatto in casa” o quello “professionale”? perchè non sei rimasto un SEO freelance? Per due ragioni. La prima è che in sud Italia, dove vivevo, il settore era pressoché inesistente e la mentalità non ancora matura, col risultato che le opportunità di lavoro e di crescita erano, oltre che poche, anche poco stimolanti. La seconda è che lavorare in una SEM agency mi avrebbe permesso di fare esperienze che da freelance avrei difficilmente vissuto. I fatti l’hanno dimostrato: rimanendo un freelance sarei andato avanti per anni senza sapere che oltre all’ottimizzazione dei siti c’è un universo di cose in più che si possono fare. Facciamo un piccolo passo indietro: hai un passato da developer (sia web che software)… ritieni che un SEO debba venire per forza dal mondo della programmazione? Assolutamente no, specie nelle agenzie di Search Marketing, dove ogni persona può apportare esperienze e culture differenti, non solo tecniche. Beninteso: le basi tecniche sono utilissime per completare una visione d’insieme del Search Marketing, in particolar modo in un Web che deve fare continuamente i conti con carenze tecniche consistenti: server che vanno giù, tecnologie poco compatibili con i motori e una diffusa ignoranza degli standard da parte degli sviluppatori. Tuttavia, anche togliendo tutto ciò che è tecnico, rimane così tanta roba da poter accogliere nel Search Marketing esperti di usabilità, di architetture informative, di comunicazione, di copywriting, di semantica, di Social Media, ecc. Per me il Search Engine Optimization è tutto ciò che produce una miglioria. Che si tratti di consigliare testi decenti, migliorare l’esperienza della navigazione, incentivare il “buzz” positivo sul Web o modificare dei redirect, sempre ottimizzazioni sono. Tutto ciò può prevedere il contributo di talenti e predisposizioni differenti. La tua qualifica attuale è “SEO R&D Manager”: di cosa ti occupi esattamente? In Sems mi occupo di:

  • Coordinamento di progetti SEO
  • Selezione del personale
  • Formazione
  • Ricerca e Sviluppo (R&D)

La qualifica di “SEO R&D Manager” sta ad indicare, senza troppi fronzoli, che ho il compito di scoprire/informarmi su come i motori di ricerca funzionano e sulle metodologie da adottare per affrontare le necessità più tecniche. Non sono l’unico a fare ciò, perché praticamente tutti i colleghi si aggiornano sulle novità e fanno spesso dei test: in Sems la conoscenza è distribuita e condivisa. Mi occupo anche di individuare o sviluppare le tecnologie che ci possono aiutare nel nostro lavoro; dall’automazione di alcuni processi a… hmm… no, questo non te lo posso dire. Peccato, era la cosa più figa! 😀 Lo studio dei motori di ricerca è, in fondo in fondo, qualcosa di molto simile al reverse engineering: il tuo lavoro è anche questo? E’ parte del mio lavoro, ma sopra ogni cosa è una delle ragioni che mi tengono ancorato a questo settore: smontare i giocattoli per capire come son fatti dentro. Penso anche che sia una delle parti più divertenti, almeno per chi ha una forma mentis simile alla mia. Qualche conoscenza di Information Retrieval può aiutare, perché è piacevole notare come le congetture prodotte da logica e buonsenso possono a volte trovare una conferma pratica nelle tecnologie che effettivamente vengono sviluppate per i motori di ricerca. Noto che ci sono sempre più giovani che affermano, da un giorno all’altro, di essere dei SEO specialist… vorresti dire loro qualcosa? Non frequentando molto “il giro”, come avveniva fino a qualche anno fa, non ho avuto modo di accorgermi di questo fenomeno, però a me non può che far piacere che il settore si animi di gente volenterosa ed appassionata, questo è un indice solamente positivo e di crescita. Poi bisogna vedere se questa passione si traduce in una testa pensante e indipendente o nell’ennesimo seguace di convenzioni/convinzioni SEO del momento, che spesso sono difficili da sradicare. Quelle volte che mi capita di andare in giro per forum in cerca di qualche nuova “testa pensante”, magari interessata a fare un’esperienza in azienda [bieco link ad un vecchio post su GT; NdLow], trovo sempre conferma del fatto che uno dei pericoli più grandi di questo settore è quello che si formi una classe di nuovi SEO inclini a “seguire la scia”, le convinzioni, le mode, i luoghi comuni e i miti. Questo è un problema più critico di quello che si possa immaginare, perché in questo settore non esiste un sistema di formazione accademico o istituzionale: tutto è lasciato a ciò che si apprende in giro in forum, corsi e letture di vario genere. E bisogna sperare che ciò che si apprende sia corretto. Quindi ben vengano i giovani, meglio ancora se tanto appassionati da mettere in discussione ciò che si sente in giro. SEO e SEM, c’è grossa confusione su questi 2 termini (al punto che alcuni li usano indistintamente): secondo te, sono 2 entità separate, o sono gemelli siamesi? Il Search Engine Marketing è una disciplina vasta che comprende, tra le altre cose, anche il Search Engine Optimization. Questa è una considerazione sempre valida, sia per chi considera il SEO la semplice somma di tecnologia, testi e backlink, sia per chi vede nel SEO un insieme più ampio di discipline. Infine fai un pronostico sul futuro del SEO Se intendi “SEO” come attività, credo che per ragioni di mercato sarà ancora legata per alcuni anni a semplici pratiche di posizionamento per keyword, specie tra i piccoli operatori. L’evoluzione a qualcosa di più sofisticato c’è, ma è lenta. Se intendi “SEO” come figura professionale… con tutta quella tecnologia zoppa che sta sul Web, vuoi che non ci sia lavoro di ottimizzazione per i SEO dei prossimi decenni? 😉