Sarà a causa del ritorno della new economy, ma capita a volte che una piccola startup riesca a farsi notare da un gigantesco colosso: è questo il caso di Merzia, società fondata da due programmatori siciliani che sono riusciti a siglare una partnership addirittura con Alice. Salvatore “antirez” Sanfilippo, uno dei due fondatori di Merzia, ha accettato di rispondere a qualche domanda sul fenomeno del web 2.0 italiano (che lo vede come attore protagonista). I primi 2 progetti sviluppati da Merzia sono stati Segnalo (un servizio di social bookmarking molto simile a del.icio.us) e OkNOtizie (un servizio di editoria sociale molto simile a Digg). Avete copiato o anche “innovato”? Sicuramente abbiamo copiato: abbiamo riconosciuto queste idee come valide dal punto di vista della localizzazione (non tutte lo sono, ad esempio i servizi video sembrano difficili da copiare con successo), e abbiamo fatto delle nostre interpretazioni di tali servizi. Tuttavia nel processo di copia abbiamo innovato: Segnalo è stato il primo social bookmark in cui potevi “incrociare i tag” e che durante la navigazione tra i tag dava suggerimenti in maniera dinamica per restringere la ricerca. Segnalo ha introdotto inoltre: le scorciatoie, un sistema di note, i bookmark “starred” in maniera simile a ciò che accade con le email di gmail, la distinzione automatica dei siti per lingua. È stato anche uno dei primi social bookmark ad avere la notifica degli errori 404 e ad avere strumenti per l’organizzazione dei tag (ad esempio e’ possibile rinominare un tag in tutti i bookmark esistenti, o agire su insiemi di tag). Su oknotizie le modifiche sono state probabilmente più massicce rispetto ai “format” originali, ci abbiamo lavorato più tempo: per iniziare siamo partiti incrociando due format: quello di digg con quello di reddit, cercando di prendere il meglio dei due. Poi abbiamo innovato costantemente il sistema, le modifiche sono così massicce che è difficile descriverle tutte, ma per dirne qualcuna è possibile avere degli oknotizie specifici per un dominio in particolare così come è stato introdotto qualche giorno fa un sistema che permette di seguire le discussioni attive di un utente in maniera più potente di quanto accade sia su digg che su reddit. Gli algoritmi di filtering sono inoltre molto evoluti, così come quelli di ranking che ad esempio calcolano in maniera diversa l’obsolescenza della notizia in base al fatto che le ore trascorse siano notturne o diurne. Potrei continuare descrivendo molte altre innovazioni. Insomma abbiamo riconosciuto e copiato delle idee vincenti ma ci abbiamo messo molto del nostro, sia in termini di funzionalità che di progettazione dell’interfaccia utente. Come è possibile che Telecom Italia si interessi a 2 piccoli servizi creati da una minuscola startup? Credo gli ingredienti che hanno innescato l’interesse siano stati due: alcune persone di Matrix (una azienda controllata al 100% di Telecom Italia che è artefice del portale Alice) avevano seguito le vicende del web 2.0 oltre oceano e avevamo sviluppato un interesse per i contenuti generati dagli utenti. In secondo luogo nel mercato italiano quando siamo partiti… c’eravamo solo noi, più o meno. Evidentemente Matrix ha pensato che con una partnership con noi avrebbe avuto la possibilità di partire in pochi mesi ad esplorare questo mercato senza avere lunghi tempi di sviluppo, e che i nostri prodotti erano qualitativamente all’altezza. Noi d’altra parte realizzavamo che il bacino di utenti era troppo risicato per tentare l’avventura da soli, così abbiamo trovato un accordo che ha dato dei vantaggi a tutte e due le aziende. Io credo che nel futuro dei motori di ricerca ci sarà una sempre maggior “partecipazione popolare”. Pensi che Segnalo e OkNOtizie condizioneranno i risultati del motore di Virgilio/Alice? Se sì, come e quando? Attualmente Alice mostra già nei risultati della ricerca alcuni siti popolari di Segnalo, così come Oknotizie fa parte del canale News di Alice. Queste integrazioni probabilmente sono destinate a crescere in futuro. In realtà io non credo che in Italia il social bookmarking abbia ancora i numeri giusti per generare l’input richiesto ad un motore di ricerca. Nel caso di Oknotizie invece ci siamo già, la massa critica è stata raggiunta e penso che l’integrazione di Oknotizie in un sistema di ricerca di notizie sia una operazione possibile e potenzialmente vincente. Vedo che non state affatto con le mani in mano: di recente avete lanciato postli, e a brevissimo LLOOGG (del quale ho postato recentemente) uscirà dal betatest… parlaci un po’ di questi 2 nuovi servizi… Postli è un gioco, più o meno: l’abbiamo scritto in un pomeriggio giusto per fare un esperimento. È su LLOOGG che invece siamo concentrati di più: vogliamo partire entro l’estate col servizio PRO, aggiungere funzionalità, aprire al pubblico d’oltre oceano, e far si che si innesti un meccanismo di richiesta di funzionalità, sviluppo, e vendita di account PRO che permetta al servizio di stare sulle proprie gambe. Cosa c’è nel futuro di Merzia? e nel futuro del web italiano? Nel futuro di Merzia per i prossimi mesi ci sono due servizi: LLOOGG e un nuovo servizio in lingua italiana che stiamo sviluppando. Ultimamente ci siamo concentrati nella migrazione tecnologica da PHP a Ruby, dunque il nuovo servizio sara’ sviluppato in questa nuova tecnologia. Sul nuovo servizio posso dare due piccole informazioni: farà guadagnare dei soldi agli utenti attivi, ed è qualcosa che avrei tanto voluto che ci fosse in Italia da tempo e che io e Fabio svilupperemo con passione perché vogliamo essere utenti del servizio in primo luogo, e creare una grande comunità. Per quanto riguarda il web italiano, credo siamo vicini ad una svolta, ma questa svolta potrebbe essere dietro l’angolo o impiegare alcuni anni prima di realizzarsi completamente. L’idea che mi sono fatto in quest’ultimo anno è che in Italia attualmente non c’è la massa critica per un avvio vero del web 2.0, e in generale perché il web ed internet diventino come è accaduto altrove un grande mezzo di comunicazione tra le persone. È difficile prevedere dinamiche sociali di questo tipo, ma se il passa parola e la contaminazione di questa nuova cultura si realizzerà velocemente nel giro di alcuni mesi (dai sei ai dodici) dovremmo vedere una esplosione di utenti che utilizzano queste nuove tecnologie. Se le aziende italiane, e specialmente i giovani che hanno voglia di darsi da fare, riusciranno ad interpretare le esigenze degli utenti e a sviluppare servizi che non hanno nulla da invidiare a quelli esteri, ci saranno sicuramente grandi spazi di crescita. Altrimenti il rischio è che i nuovi utenti diventino una occasione di crescita solo per il web prodotto all’estero. Il nostro sogno è che Merzia diventi un soggetto importante del web italiano e che cresca abbastanza da poter gestire molti progetti simultaneamente che abbiano un reale valore per l’utente.