Il mondo della carta stampata e quello del web, così come quello dei giornalisti e dei blogger, sembrano correre su binari paralleli, divisi da un muro invalicabile. Sull’argomento ho avuto modo di parlare nei giorni scorsi con Anna Bruno, giornalista da quasi vent’anni, con un lunga esperienza sia sulla carta che sul web; ecco l’intervista che ne è uscita: Giornalismo su carta e giornalismo sul web: quali sono le principali differenze? Credo che le differenze siano tante anche se alla fine bisogna sempre tener conto di ciò che deve essere alla base del giornalismo, ovvero il “racconto dei fatti”. Sulla carta di solito si scrive in forma ragionata, il giornalista prima di arrivare alla stesura del pezzo raccoglie le fonti e, soprattutto, verifica l’attendibilità. Nei periodici, inoltre, si lavora su un pezzo per diversi giorni. E’ importante realizzare un servizio appetibile e, soprattutto, di grande utilità. Si pensi ai reportage dei settimanali blasonati anglosassoni ma anche ai magazine italiani. Nei quotidiani qualcosa è cambiato negli ultimi tempi. Mentre i periodici ed in particolare gli specializzati si caratterizzano per l’approfondimento della notizia, i quotidiani devono combattere la concorrenza dei media come la TV e soprattutto, negli ultimi anni, di Internet. La news deve essere veloce, deve arrivare all’utente finale in forma snella e leggera, non deve mai dare l’idea dell’obsoleto. In pratica nelle redazioni dei quotidiani si lavora più o meno come nelle redazioni online, che spesso sono anche vicine di stanza, con la differenza che il giornalista online può vedersi pubblicato il pezzo in pochi minuti mentre il giornalista del quotidiano deve aspettare, per poter leggere il suo pezzo, che il “piombo” faccia la sua parte. Altra differenza, non da poco, è la possibilità di correzione che sul web non solo è possibile ma è anche rapida mentre il giornale cartaceo deve attenersi al “diritto di rettifica” ovvero alcune righe di errata corrige inserite sul giornale in caso di errore più o meno grave. E’ inutile aggiungere che spesso sui quotidiani la notizia arriva già vecchia poiché abbondantemente superata da Internet in primis e dalla Tv e radio poi. Tutto questo può far pensare ad un declino rapido della carta stampata a cui francamente non credo. La carta stampata conserva ancora un fascino indiscusso e il dualismo carta stampata vs. Internet credo che possa essere messo sullo stesso parallelo di cinema/TV di cui tutti sappiamo come è andata a finire… Dirigi tre magazine online in diversi settori, come nascono? I miei tre magazine, FullPress nel settore informatico, FullTravel nel settore viaggi e FullSong in quello musicale, sono nati in momenti diversi. FullPress ha una storia abbastanza singolare poiché nasce come testata giornalistica nel febbraio 1999 quando ancora non c’era nessuna legge che contemplasse la registrazione di una testata online. Siamo stati, con altre poche testate sopravvissute alle due “ondate di piena” della Rete, tra i pochi giornali a credere in Internet. FullPress nasce come contenitore di notizie controllate tutte dalla redazione ma è oggi un giornale che le notizie le produce anche. Il settore informatico è sempre in evoluzione e anche FullPress lo è. FullTravel nasce nel 2001 per la mia passione per i viaggi. La redazione ogni giorno produce articoli con un occhio strizzato al reportage e alle mete preferite degli italiani. Questo sito presto presenterà delle novità e un cambio di look che si adegua maggiormente al Web 2.0. Infine FullSong, per noi un fiore all’occhiello. Sito neonato, è del 2006, interamente dedicato all’ambito musicale, che presenta contenuti di qualità con recensioni musicali da parte di giornalisti specializzati e critici musicali. E’ un sito in forte crescita che proprio durante il festival di Sanremo ha avuto molti riconoscimenti di stima. Per noi questi siti rappresentano punti di partenza per la produzione di contenuti sempre più mirati alla qualità e soprattutto al lettore, unico vero protagonista indiscusso. Monetizzare la carta e monetizzare il web: quali sono le principali differenze? Non sono un’”addetta ai lavori” ma ipotizzo che la differenza sia nel fatto che sul web si monetizzi solo con la pubblicità mentre sulla carta ancora si può sperare nelle vendite del numero in edicola, oltre alla pubblicità. Non credo, almeno qui in Italia, che sia possibile pensare ad un’informazione a pagamento sul web, con le debite eccezioni. La carta, invece, ancora conserva un certo fascino per i pubblicitari. Dal punto di vista di una giornalista, ritieni giusto che i motori di ricerca diano probabilmente più peso ai link rispetto ai contenuti? Beh, la mia risposta è scontata. No, non lo ritengo giusto. Dietro ad un articolo c’è la “fatica nera” di chi scrive un pezzo, sia esso un giornalista o un semplice appassionato. Purtroppo i contenuti originali sono sempre più rari nella Rete. Si assiste stancamente ad un “copia ed incolla” fatto sempre con maggiore sfrontatezza. Uno schiaffo alla proprietà intellettuale ben regolata dalla legge sul diritto d’autore. Per la verità alcuni motori, Google fra questi, attua filtri antiduplicazione che, però, non possono essere attenti come un occhio umano. Pertanto, spesso mi capita di osservare come alcuni contenuti della fonte originale abbiano meno peso nelle SERP a tutto vantaggio di siti che sapientemente hanno saputo raccogliere link da siti con un buon trust. Il giornalista verrà soppiantato dai blogger? o i blogger diverranno un po’ più giornalisti? Spero di no. Credo che le due figure siano differenti. Il blogger è colui che esprime le proprie opinioni su una piattaforma, spesso gratis, ma non è un giornalista. Il giornalista è colui che racconta in maniera più neutrale possibile quello che accade, anche nel web. Spesso dico ai miei amici che il giornalista non è colui che scrive in italiano ma è colui che ha il senso della “notizia” ovvero la sa riconoscere. Quindi il giornalista potrà fare anche il blogger e non viceversa? Beh, diciamo che in grandi linee è proprio così. Penso, anche qui con le debite eccezioni, che un giornalista possa essere un blogger anche apprezzato se è in grado di esprimere sui Blog le proprie opinioni in modo interessante. Viceversa, credo che solo pochi blogger, almeno tra quelli osservati in Rete qui in Italia, abbiano davvero la stoffa per essere dei buoni giornalisti. Leggo spessissimo articoli e post poco originali, in molti casi copiati e, nella migliore delle ipotesi, dal contenuto rimpastato per la circostanza. Cosa ne pensi del fatto che molti siti si mascherano dietro ad un Blog per fare informazione? Penso che è qualcosa che viola la legge sull’editoria in vigore. In Italia si assiste spesso, ahinoi, all’interpretazione della legge invece della sua applicazione. La legge parla chiaro: se con un sito fai informazione, ovvero pubblichi notizie, tale sito deve essere assimilato ad una testata giornalistica. In fondo, sempre la legge, fa riferimento al fatto che l’informazione divulgata con qualsiasi mezzo, Internet compreso, debba essere regolamentata attraverso la legge in vigore. Invece troviamo molti Blog dietro ai quali si mascherano organizzazioni commerciali che niente hanno a che vedere con lo spirito dei Blog. Cosa ne pensi dei Blog in genere? Penso tutto il bene possibile. Sono un bell’esempio di applicazione dell’art. 21 della nostra costituzione che sancisce la liberà di esprimere il proprio pensiero. Penso, però, che non sono testate giornalistiche e in quanto tali, devono rappresentare solo il pensiero di chi scrive. Per me un Blog è lo specchio di chi lo ha realizzato e non una trovata commerciale per sfruttare le maggiori potenzialità di indicizzazione nei motori che spesso hanno le piattaforme dei blog. Anche io ho un Blog che per la verità è stato implementato da poco poiché ho sempre poco tempo. E’ raggiungibile all’indirizzo www.annabruno.it/blog.