Spesso parlo con persone che lanciano un nuovo sito, un blog o un forum, partono con grande entusiasmo e tutti i migliori propositi, e dopo qualche mese (se non prima…) lo abbandonano. Spesso il fallimento è dovuto a varie mancanze: di tempo da dedicare al progetto (tempo è il termine che ho eletto come mia parola chiave per il 2010), di passione, di know-how, ma anche di pazienza. Si, perché c’è chi pensa che basti creare qualcosa con lo stampino, e magicamente dall’altra parte della macchinetta iniziano ad uscire i soldi. E all’istante. Invece sappiamo bene che non è così: “la pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce”, diceva Jean-Jacques Rousseau. Ed ecco invece cosa ne pensa Gary Vaynerchuk: “Il 90% delle persone che ascolto è in “modalità lamentela”, solitamente con frasi del tipo “sto lavorando duramente, ma senza risultati. Per quale motivo?”. E allora chiedo loro “da quanto tempo ci stai lavorando su?”. Solitamente la risposta è qualcosa come: “6 settimane”. 6 settimane? Non puoi costruire il tuo business in 6 settimane, o in 2 mesi, o in 6 mesi. Se mi contatti entro un anno dall’inizio della tua attività lamentandoti che non hai fatto i soldi che speravi di fare, non ti starò a sentire. Ho detto che potrai fare un sacco di soldi ed essere felice, ma non ho detto che li potrai fare dall’oggi al domani. Le persone mi ascoltano parlare di ciò che serve per monetizzare il proprio personal brand, e a volte filtrano le parti che non vogliono sentire. Pensano “ho la passione e ho l’hustle come nessun altro. La pazienza? lasciamola agli altri”. Invece la pazienza è l’ingrediente segreto. Una volta che hai lanciato il tuo sito non vuoi partire e fermarti, tornare indietro e ripensarci. Ciò ti farebbe sentire insicuro e sciocco. Se sei paziente ti sarà più facile pianificare, preparare e assicurarti che tutto sia a posto prima di fare i grandi passi che ti permetteranno di monetizzare il tuo brand al meglio. Tutti son rimasti colpiti dal fatto che mi ci sono voluti solo 18 mesi dal lancio di WineLibraryTV.com per essere invitato al Conan O’Brien show. Ho iniziato a registrare gli episodi nel 2006, molto prima che la maggior parte delle persone iniziasse a guardare video online. Sono sicuro che se iniziassi oggi, nell’era dell’iPhone e dei video, ci avrei messo ancora meno tempo per ottenere l’attenzione di tutti. Anche se sembra che i risultati siano arrivati velocemente, posso assicurarti che l’intero processo ha richiesto un tempo enorme. Ti ricordo che avevo solo 16 anni quando ho iniziato a lavorare al Shopper’s Discount Liquors, col compito di vendere vino ai clienti: avevo una età nella quale il vino non potevo nemmeno berlo. Sapevo però che per apprezzare il vino, e quindi per essere in grado di venderlo e di parlarne in modo convincente, bisognava sviluppare un ottimo palato. Mi sono letto tutte le schede di degustazione di Wine Spectator e ho iniziato ad imparare ad identificare i sapori in base alle cose che potevo trovare facilmente da ShopRite, come pere, papaya, ciliegie, cioccolato e more. Non mi sono fermato a quello però. Ho cercato sapori più esotici, come il ribes nero o il lampone nero (e di recente ho scoperto le bacche di Goji… roba buona). Ma c’è di più. Alcuni critici hanno trovato note di sigaro, sporcizia e anche di calzino sudato all’interno del vino. Sapevo che si trattava di congetture – nessuno si mette a succhiare i calzini sudati – ma ho pensato: “beh, se vado dicendo che qualcosa ha il sapore di calzino sudato, non dovrei conoscerne il sapore?”. E quindi mi sono fatto una cultura: a 21 anni, anche se non avevo assaggiato ancora molti vini, avevo un palato incredibilmente sviluppato. Quando ho iniziato a sviluppare l’idea di creare Wine Library TV, e più tardi GaryVaynerchuk.com, sapevo che per impare il business dei social media avrei dovuto utilizzare lo stesso tipo di pazienza e metodologia che ho usato per imparare il business del vino. E’ stata anche la pazienza ad aiutarmi a far crescere Wine Library. Avevo 22 anni e un business da 10 milioni di dollari. L’ho costruito col buono, caro e vecchio hustle – cercavo di monetizzare al massimo ogni cliente con cui avevo a che fare. Se entrava per comprare una bottiglia, se ne andava con 3. Ed ero pagato 27.000 dollari all’anno. La maggior parte dei giovani che riescono a far crescere un business da 4 a 10 milioni di dollari si meritano un orologio, una macchina e un bell’appartamento come ricompensa per le loro capacità e loro duro lavoro. Vai oltre questa logica. Prima di investire su te stesso, devi investire su un futuro a lungo termine. Significa che i tuoi profitti dovrebbero riversarsi in ricerca, contenuti e nei tuoi collaboratori (se ne hai). Prima inizierai a guadagnare, più velocemente solidificherai il tuo successo. Quindi tieni duro più che puoi. E’ per questo che, nonostante le ambizioni e la “sete” che avevo per il successo ottenuto come business developer, sono rimasto nell’ombra per un anno e mezzo. Non ho provato a fare il colpaccio, a bruciare le tappe. Avrei probabilmente avuto successo partendo anche prima, ma rimanendo paziente e assicurandomi di sapere esattamente cosa stavo facendo ho potuto evitare di fare passi indietro una volta che le richieste di parlare ad eventi, di consulenze e di pubblicità hanno iniziato ad arrivare. Come ha fatto uno come me, che non è un tipo paziente, a stare tranquillo per così tanto tempo? Perché ero al 100% felice. Amavo ciò che stavo facendo. Sapevo perfettamente che il mio business stava per esplodere, e anche se mi fosse crollato tutto addosso non avrei avuto rimpianti perché stavo facendo esattamente ciò che volevo fare, nel modo in cui volevo farlo. Ora capisci perché è così importante incentrare il proprio business sulle proprie passioni? Se entri in una nicchia solo perché insegui i soldi, non durerai a lungo. C’è troppo da lavorare, finirai stanco e frustrato e crollerai. Devi pensare a costruire il tuo brand come fosse una maratona, non uno sprint. Ci vorrà più tempo per vedere i risultati, ma se non crepi in 7, 9 o 15 anni, amerai ancora ciò che stai facendo.” Libera traduzione tratta dal capitolo 7 di Crush It!, di Gary Vaynerchuk.