Personalmente non lo avrei mai detto, eppure è così: un recente sondaggio sull’utilizzo dei social, effettuato su 1.038 giovani (546 fra i 13 e i 18 anni e 492 fra i 19 e 25 anni), ha messo in luce che Facebook NON è il social network “per definizione”, visto che Tumblr lo supera di diverse lunghezze.

Uso dei vari social network nella fascia 13-18 anni e 19-25 anni

La domanda – a risposta multipla – era del tipo “quale di questi servizi usi abitualmente, almeno per alcune ore alla settimana?”, e le percentuali si sono così distribuite:

Uso dei vari social network nella fascia 13-18 anni e 19-25 anni

Tumblr supera Facebook di 5 punti percentuali, Twitter deve vedersela con Instagram, e c’è pure Snapchat che fa capolino nella mischia. Come mai questi “strani” dati? Provo ad azzardare un paio di ipotesi. 1. Tumblr vince perché è una perfetta “via di mezzo”. Non è un blog, non è Twitter, ma è molto orientato alla condivisione dei contenuti (pubblicati da altri utenti all’interno della stessa piattaforma o su social esterni). Forse il successo di Tumblr è dato proprio dal non essere né carne né pesce, riuscendo però ad raccogliere tutto il meglio delle componenti degli altri social network presenti sul mercato. Forse è premiato dai giovani perché permette loro di avere una maggior libertà di manovra rispetto a Facebook, consentendo di gestire meglio la propria identità e i propri pensieri in un luogo meno caotico e più organizzato rispetto al popolare social. Ricordo anche che Tumblr non è una meteora nata ieri, ma un servizio di social blogging che già un paio di anni fa si era fatto notare per la sua enorme crescita (anche se dalle nostre parti è ancora pressoché sconosciuto). 2. La “visualità” domina i social. Immagini e video sono le componenti basilari della comunicazione online, ed è quindi normale che Tumblr (dove le fotografie vanno per la maggiore) Instagram, Snapchat o anche il neonato Vine (=app mobile per mini-video da 6 secondi l’uno) siano gli strumenti più utilizzati in una comunicazione fra pari. Ricordo anche che i contenuti più condivisi su Facebook sono proprio immagini e video. Quindi, cosa ci insegnano questi dati? Sicuramente, almeno un paio di cose. 1. Che è estremamente pericoloso vedere le cose sempre e solo dal proprio punto di vista. L’eta, il lavoro, l’ambiente socio-economico-culturale, i nostri personali interessi ci portano ad avere una visione del mondo estremamente limitata. Lo sforzo che quindi dobbiamo fare, in modo costante, è quello di non dare mai nulla per eterno e immutabile, e di confrontarci continuamente con persone completamente diverse da noi, rimanendo sempre pronti a cambiare idea e a toccare con mano tutte le novità che la Rete sforna ad una velocità impressionante. Non hai ancora uno smartphone (o un tablet) perché pensi che “non ti serva”? Comprane uno, anche usato, e capirai subito perché un certo uso di Internet – e, con esso, una gran percentuale di utenti – si sta spostando su quelle piattaforme. 2. Che c’è ancora spazio per tanti nuovi prodotti e servizi online. Ci sono realtà consolidate da anni, è vero, ma queste realtà più sono grosse e meno riescono a conquistare fette del web di nicchia, dove piccole startup nascono dal nulla e calamitano milioni di iscritti. Rifacendomi proprio alla chart qui sopra, prendiamo il caso di Instagram e di Snapchat. Facebook ha un miliardo di utenti, più della metà del traffico via mobile e una sua app dedicata alle foto, eppure ha preferito comunque acquisire Instagram un annetto fa (per una cifra intorno al miliardo di dollari). Circa Snapchat, la cosa è ancora più curiosa: Facebook ha creato immediatamente una “applicazione-clone”, denominata Poke, ma nonostante un picco di utilizzo iniziale di Poke, Snapchat è rimasta stabilmente in vetta alla classifica delle app più scaricate, mentre in pochi giorni Poke è caduta nel dimenticatoio. Se hai buone idee e sai eseguirle bene, ci sono ancora grandi praterie nel web che possono essere conquistate…