Fino a non molto tempo fa, parlare di Video Online e SEO come argomenti che avessero punti di contatto sembrava quasi insensato. I web videos erano considerati soltanto come un momento di “entertainment” e la Search Engine Optimization una pratica riferita prettamente a materiale online di tipo testuale. Se questa visione delle cose ha ancora la sua ragione di esistere, accanto ad essa se ne è sviluppata un’altra che giustamente prende in considerazione l’alto potenziale comunicativo e di marketing insito nei video pubblicati online che possono diventare ottimi strumenti per promuovere qualsivoglia cosa o comunque per consolidare la propria presenza nel web. Come sempre accade nell’ambito di questi argomenti, nel Belpaese il messaggio in tal senso sembra essere recepito da pochi. Fuori dai nostri confini si sente dire un pò ovunque che il materiale video su internet crescerà a dismisura nei prossimi 5 anni, quindi per chi si sente colto da folgorante illuminazione c’è sicuramente l’opportunità di sfruttare questa opportunità tentando di anticipare i tempi per sfruttare la “big wave” dei web video. La SEO applicata a materiale multimediale prende sicuramente spunto da quella tradizionale e per certi aspetti può sembrare simile a questa ai suoi albori. Al di là di tutti gli aspetti tecnici implicati nel video publishing, quali possono essere gli accorgimenti da prendere in considerazione “lato SEO” per garantire al proprio materiale multimediale una maggiore esposizione? I punti che riporto di seguito includono sia azioni da intraprendere se il video è presente sull'”hosting” del proprio sito, sia se è caricato su siti di video sharing come YouTube e simili, per i quali spesso risultano più proficui accorgimenti e trucchi che hanno comunque lo scopo di far aumentare il più possibile le visualizzazioni. VIDEO CARICATO SUL PROPRIO HOSTINGHtml attorno al filmato: circondare il video con informazioni rilevanti aiuta sicuramente i motori di ricerca tradizionali a carpire l’ argomento a cui si riferisce il materiale multimediale, altrimenti difficilmente estrapolabile dal filmato stesso (un discorso differente va fatto per i video search engine di “seconda generazione” a cui accennerò più avanti). Ottima pratica è riportare la trascrizione di ciò che viene detto nel filmato (quando possibile ovviamente). – Creare Media Rss e video sitemaps: “sindacare” i propri video per favorirne l’indicizzazione attraverso la creazione di MRSS è una buona pratica. Consiglio di dare un’occhiata a questo tutorial sulla creazione di media rss per capire come fare. Può essere utile anche leggere le FAQs dei migliori motori di ricerca per video come Truveo e Blinkx che stanno aumentando di popolarità, dove sono descritti gli steps per proporre del materiale video in modo che sia indicizzato rapidamente. Come per il contenuto testuale, la creazione di video sitemap può risultare molto utile. Bisognerebbe anche ricordarsi di usare un anchor text con keywords rilevanti in ogni link presente nel proprio sito che punta ad un determinato video (e non il classico link “clicca qui per vedere il video”). Il nome del “file video” stesso è importante. – Metadata “in file” – cito questo punto solo per completezza ma non lo approfondisco perché ci vorrebbe troppo spazio. Voglio soltanto ricordare che spesso gli strumenti che usiamo per la creazione di file video “inseriscono” negli stessi una gran quantità di dati che non sono rilevanti e possono anzi essere fuorvianti quando un search engine tenta di capire il contenuto del video. Allo stesso tempo vogliamo invece inserire nel file dati rilevanti. Basta fare delle ricerche online per trovare quali strumenti possono essere utili per queste operazioni di pulitura/inserimento di metadata. Ad ogni modo consiglio la lettura di questo tutorial sull’utilizzo di Adobe Bridge per inserire metadata nei file video. VIDEO CARICATI SU PORTALI DI “SHARING” Se i filmati sono caricati su siti di video sharing (ed è ciò che avviene più di frequente), più che vere e proprie pratiche seo vanno seguiti alcuni accorgimenti per garantire un minimo di visualizzazioni alle proprie creazioni multimediali: – Contenuto: se vogliamo promuovere qualcosa e pensare di ottenere l’attenzione di qualcuno, dobbiamo prima fornire qualcosa di utile o almeno piacevole e divertente. Quindi possiamo realizzare una sorta di tutorial per spiegare come fare qualcosa oppure proporre un filmato che in qualche modo attiri l’attenzione. Anche in questo caso “content is king” anche se il tipo di content che spesso va per la maggiore tra i video online non sempre è qualitativamente eccelso ma risponde a quelle che sono le pulsioni e i trends seguiti in un dato periodo. – Descrizione e tags: “taggare” il più possibile, usare keywords rilevanti, non usare congiunzioni inutili, separare i tags con spazi, usare come propri tags anche quelli dei video “più visti” che trattano argomenti simili al nostro (così avremo un’alta probabilità di apparire tra i “video correlati” quando qualcuno guarda quei video). Per quanto riguarda il campo della descrizione, la prima cosa da inserire dovrebbe sempre essere l’URL cliccabile del sito a cui si vuole rimandare. E di seguito una descrizione il più dettagliata possibile, non la classica frasetta (ricordiamoci che questo è tutto testo indicizzabile!). Se proprio siamo carenti d’ispirazione riempiamo almeno tutto lo spazio rimanente con altri tags. – Titolo: deve essere informativo e rilevante rispetto al contenuto e suscitare curiosità. Potrebbe sembrare ovvio ma spesso questa semplice regola non è rispettata. E a volte non basta neanche che sia rilevante, bisogna impegnarsi un pò di più per risaltare tra la folla. Se ad es. realizzo un video che spiega come intraprendere un business online, un titolo pessimo sarà : “Come guadagnare con internet”, uno un pò migliore “Come guadagnare 50.000 Euro con internet”, molto meglio “Come ho guadagnato 51.327 Euro con internet in 6 mesi” (ovvio che se con il mio metodo si fanno 50 euro non sarò credibile). Altro esempio un pò estremo: “ragazze sexy” (pessimo); “strip di ragazze sexy” (un pò meglio), “ragazze sexy fanno strip davanti a poliziotto” (molto più curioso 😉 ). Con questo esempio forzato (e non so quanto utilizzabile) volevo semplicemente evidenziare come un titolo “shocking” o “entertaining” suscita curiosità e la voglia di saperne di più (ovvio che debba comunque essere inerente al contenuto). Molto meglio se alcune delle tag principali sono inserite anche nel titolo. – Branding: mettere un “watermark” o logo (magari in piccolo in un angolo del filmato) che resti in sovrimpressione durante la riproduzione del video e concludere lo stesso con circa 10 secondi di schermo nero con l’URL in bianco a tutto schermo e ben visibile. – Anteprima del video: la thumbnail, ossia la piccola immagine che viene presentata prima della riproduzione del video, è fondamentale e la sua scelta dovrebbe essere accurata. Alcuni portali di video permettono il caricamento di un’immagine personalizzata, youtube fa scegliere soltanto tra 3 frame presi all’interno del video. Ma sapendo che uno di questi è preso esattamente a metà del filmato possiamo “fregarlo” inserendo in fase di editing un’immagine a nostra scelta che duri anche qualche frazione di secondo proprio in quella posizione… – Durata del video: non superiore ai 5 minuti. Stop. – Favorire la distribuzione dei video: usare piattaforme che facilitano il video publishing come blip.tv può essere utile. In ogni caso conviene pubblicare il video su tutti i principali siti di video sharing, non solo youtube (altri siti hanno anzi una tipologia di utenti che cerca materiale informativo di maggior qualità rispetto al pubblico medio del leader del video sharing). La distribuzione contemporanea su più siti può essere facilitata da strumenti gratuiti come Tubemogul che tra l’altro permette di seguire le statistiche relative ai propri video. – Social marketing: i video sono un mezzo che si presta moltissimo ad essere diffuso tramite canali di social networking. Anche l’utilizzo di servizi di social bookmarking specifici è consigliato. Strategie di link building utilizzate normalmente sono valide anche con i video, in questo caso si aggiunge l’opportunità (da sfruttare) di effettuare l’ “embedding” in siti e blog. – Fattori di rank di Youtube e altri siti di video sharing: prendere in considerazione quelli sono gli aspetti che determinano l’ascesa di un video nelle classifiche di Youtube e quindi la sua diffusione di massa: numero di “views”, valutazione dei video, numero dei commenti. Al di là della qualità in se del video o del suo potenziale “virale”, ci sono vari modi per incrementare questi valori, alcuni leciti ed opportuni (partecipazione attiva alla community con incentivazione ai commenti, utilizzo dei nostri filmati per inviare video commenti in risposte ad altri filmati analoghi, creazione di qualche altro account per dare una valutazione positiva ad un nostro video, ecc…), altri molto più cattivelli e che ricadono nel “black hat” (alcuni utilizzano software di auto-commenting & rating oppure si rivolgono a specifiche società che addirittura offrono i loro servigi commentando e dando valutazioni “manuali” ai video del cliente in modo da farlo apparire tra i primi nelle ricerche fatte per una certa keyword). Come si può intuire molti altri aspetti andrebbero presi in considerazione quando si parla di marketing online tramite video e “video SEO” e non si possono certo sviscerare tutti in un post. Basti pensare che sono stati pubblicati interi e-books o DVD che spiegano soltanto come rendere un video “virale”. Per chi è interessato all’argomento “SEO & video” una risorsa da spulciare è reelseo.com, oltre alla guida pubblicata di recente da Brightcove. Va anche ricordato che con la decantata “universal search” sempre più contenuto multimediale verrà restituito anche nelle serps di google o altri motori di ricerca tradizionali. E al di la di ciò che si possa pensare, molti utenti effettuano ricerche (anche in Youtube stesso!) digitando la parola “video” dopo la keyword principale, quindi perché non inserirla tra i tags e nella descrizione? SEARCH ENGINE PER VIDEO DELLA SECONDA GENERAZIONE L’ottimizzazione dei tags e metadati relativi ai filmati è importante sia per i motori di ricerca di video meno evoluti che per quelli più nuovi, quindi è certamente un aspetto da non trascurare. I motori di ricerca per video della nuova generazione però utilizzano le tecnologie di riconoscimento vocale, delle immagini, facciale, in modo da fornire risultati sempre più rilevanti sul contenuto effettivo del filmato indipendentemente dai tags e metadati che l’autore ha voluto associarvi. Questi strumenti devono ulteriormente essere sviluppati e migliorati e nonostante siano al momento utilizzati più che altro da enti governativi, una loro applicazione la si può cominciare a vedere in pratica con Blinkx e Everyzing (che, quando possibile, “legge” e trascrive il contenuto audio di un filmato). D’altronde anche su google si può usare in maniera abbastanza grezza la funzionalità di “facial recognition” (mentre applicata ai video la si può ammirare su viewdle). Inoltre alcune piattaforme per la pubblicazione di video online consentono l’introduzione di commenti e tag nella timeline del filmato (e questo è contenuto indicizzabile). Per concludere mi sembra di poter affermare che la video SEO e il video online marketing siano argomenti in gran parte ancora da esplorare e per i quali ci saranno notevoli sviluppi in futuro. Stay tuned. Guida scritta da Alex “il brico” Briscese (di TuttoWebVideo.com) per il TagliaBlog.