Circa una settimana fa, ho dato le mie prime impressioni a caldo su Google Trends for Websites, che a primo impatto ho subito associato ad Alexa: un misuratore spannometrico di traffico. Lasciando sedimentare per qualche giorno la cosa, leggendo qua e là e utilizzando un pò più approfonditamente il servizio, sono però emersi alcuni particolari molto interessanti, che voglio condividere con voi. Precisione/imprecisione dei dati Conoscendo il numero di accessi “reali” di alcuni grossi siti, posso confermare che il servizio è piuttosto preciso, anche dal punto di vista del “trend stagionale” (=aumenti/diminuzioni degli accessi, in base al passare dei mesi dell’anno, sono coerenti). Viceversa, se il sito preso in esame fa dei numeri bassi (diciamo sotto i 3.000 unici/giorno), Google Trends for Websites è parecchio impreciso, generando dei grafici “a picchi” (anche se il sito in questione ha un trend costante); ecco un esempio di un blog (del quale conosco perfettamente le statistiche) che ha accessi stabili (anzi, in continua crescita), ma che viene visto in questo modo:

Grafico errato di Google Trends for Websites

Privacy Con Google Trends for Websites puoi stimare il numero di visitatori unici di qualsiasi nome a dominio (a parte Google, YouTube, Picasa e Blogger… curioso ‘sto fatto 🙂 ). La cosa non è evidentemente piaciuta a tutti: c’è chi parla di “invasione completa della privacy”, chi addirittura di “morte della privacy“. Sta di fatto che da qualche giorno non è più possibile “mentire” su certi numeri… anche se mi aspetto a breve di leggere una news del tipo “webmaster fa causa a Google e riesce a far togliere il suo sito da Trends for Websites” 😉 Google Ad Planner Qualche giorno fa, Google ha tirato fuori dal cilindro un Trends for Websites “potenziato”, dedicato ai Media Planner: il nome del servizio, attualmente in beta e disponibile solo per un limitato numero di agenzie e inserzionisti, è Google Ad Planner. Chi ama Trends for Websites impazzirà per Ad Planner, che oltre ai “daily unique visitors” mostra le page views, sesso e età degli utenti, livello scolastico e reddito. Ecco, ad esempio, come Trends for Websites vede espn.com:

espn.com visto da Google Trends for Websites

ed ecco come lo vede Ad Planner:

espn.com visto da Google Ad Planner

Da dove riuscirà a ricavare tutti ‘sti dati? 🙂 Studio dei competitor Questo è l’aspetto in assoluto più interessante per tutti i webmaster, blogger e SEO/SEM specialist. In una sola schermata di Google Trends for Websites, posso infatti:

  1. capire se un sito è in crescita o in calo: basta guardare i daily unique visitor degli ultimi mesi.
  2. visualizzare i siti affini a quello che sto analizzando: basta guardare sotto “also visited”, dove ci si trova i primi 10 siti (in ordine di importanza) facenti parte della stessa area tematica del dominio in questione. Il dato è utile (per esempio) per scovare nuovi siti facenti parte della tua stessa nicchia, e per capire come e dove “si muovono” i gruppi di utenti in rete.
  3. analizzare le parole chiave: questo è, IMHO, il dato sul quale soffermarsi maggiormente. Sotto “also searched for” ci sono infatti le parole chiave che portano più traffico al sito sotto osservazione. Studiando (dovrei forse dire copiando?) tali keyword (e magari scrivendo articoli/post di ottimo contenuto e con lo stesso identico title), potrai entrare nella stessa SERP del tuo competitor, ricevere visite (ovviamente solo se ti posizioni bene…) e, se riesci a superarlo, togliere traffico al suo sito! 😀 L’analisi è comunque utile anche per capire su quali temi alcuni grossi siti/blog hanno costruito la loro fortuna… ma su questo ho già in mente un ulteriore post 😉

Tu hai avuto modo di testare Google Trends for Websites? cosa ne pensi?