Una semplice tecnica per verificare che il proprio sito non sia stato penalizzato (o bannato), è quella di cercarlo in Google. Basta provare in questi 3 modi:

  • col nome del dominio;
  • con nome del dominio + l’estensione;
  • con www + il nome del dominio + l’estensione.

Per esempio, se il nostro sito si chiamasse DMOZ, e avesse come nome a dominio dmoz.org, basterebbe provare a digitare in Google:

  • dmoz
  • dmoz.org
  • www.dmoz.org

Se l’home page del sito non compare fra i primi risultati, o comunque all’interno della prima pagina, è sicuramente un bruttissimo segnale. Ebbene, in questo istante, dmoz.org parrebbe proprio un dominio penalizzato: la home page di tale directory, infatti, non compare nei primi 10 risultati di Google in nessuno dei 3 casi (e neppure facendo site:www.dmoz.org). E’ vero, sembra che Google, nel recente passato, abbia penalizzato diverse directory, ma DMOZ non è una delle tante: DMOZ è LA directory, a tal punto che Google la utilizza fra i suoi servizi chiamandola proprio Google Directory (vedi il logo) o Directory Web di Google (vedi il title). Rimane quindi un mistero (o forse un glitch?) la sparizione di DMOZ dagli indici di Google. 3 ipotesi (fantascientifiche?)

  • Google si sta preparando a lanciare una sua directory, sostituendola quindi con quella di DMOZ;
  • Google acquisterà a breve Yahoo!, con lo scopo di eliminarne il motore di ricerca, rilanciando però la popolare directory;
  • Google sta progressivamente perdendo interesse nei confronti di tutte le directory, inclusa DMOZ.

Almeno su quest’ultimo punto, c’è chi (da tempo) è d’accordo con me.