Se bazzichi l’ambiente SEO da qualche anno ricorderai di sicuro le battaglie condotte da Google nei confronti della compravendita di link: verso la fine del 2007, dopo diversi mesi dove il comprare e vendere link era divenuto un business non indifferente consentendo l’arricchimento di parecchi soggetti (sia lato webmaster che lato marketplace), ecco che arrivarono alcuni chiarimenti ufficiali, atti a ristabilire le posizioni in campo. Queste indicazioni furono inserite nelle linee guida per i webmaster, dove si legge che: “Acquistare o vendere link per aumentare il PageRank è una pratica che vìola le Istruzioni per i webmaster di Google e può influire negativamente sul ranking di un sito nei risultati di ricerca” e ancora “Google cerca in ogni modo di escludere i link volti a manipolare i risultati dei motori di ricerca, quali gli scambi eccessivi di link e i link acquistati per aumentare il PageRank”. Assurdo dunque che sia proprio Google a comprare link, per spingere Chrome nelle SERP. Assurdo anche perché il trend attuale di Chrome lo porterebbe comunque a superare Internet Explorer già entro quest’anno, anche senza l’ausilio di ridicole tecniche come quella di acquistare link dentro post sponsorizzati. Eppure c’è chi si è accorto – e ha ben documentato – dell’esistenza di diverse centinaia di articoletti riguardanti Chrome, e con all’interno la scritta “This post is sponsored by Google”. I post sponsorizzati fanno parte di una campagna concordata da Google con Essence Digital e poi gestita da Unruly Media, società che si occupa di “social video advertising” e quindi di “seminare” video sponsorizzati – nel caso specifico questo, embeddato però nel player di Unruly – all’interno di siti e blog. Probabilmente webmaster e blogger non sono stati ben istruiti, probabilmente alcuni non sapevano che se si mette un link dentro un post sponsorizzato è d’obbligo, secondo le sacre regole di Google, che sia sterilizzato con l’attributo rel=”nofollow”. Sta di fatto che ormai la frittata è fatta. Anzi è rifatta, visto che già 2 anni fa Google fu pizzicata ad acquistare link in Giappone, e in quel caso si autopenalizzò (!) per tutto l’anno, abbassandosi il PageRank da 9 a 5. Quali saranno, questa volta, i provvedimenti che Google deciderà di adottare? Anche in questo caso, Google ha deciso di autopenalizzarsi. A rigor di logica, avrebbe dovuto far sparire dalle SERP certi contenuti non proprio “spontanei” e comunque di scarsissima qualità, visto che quello è uno dei principali obiettivi nel mirino del Panda. In realtà Google ha fatto molto di più. Questa infatti la dichiarazione inviata da Mountain View a Danny Sullivan di Search Engine Land: “Abbiamo indagato e stiamo agendo manualmente per far retrocedere [nelle SERP] www.google.com/chrome e abbassare il PageRank del sito per un periodo di almeno 60 giorni. Ci sforziamo di far rispettare costantemente le nostre linee guida per i Webmaster, al fine di fornire migliori risultati per gli utenti. Anche se Google non ha autorizzato questa campagna, e non riscontriamo altre violazioni alle nostre linee guida, crediamo che Google debba adottare standard più elevati, e pertanto abbiamo applicato contro di noi azioni più dure rispetto a quelle che applichiamo normalmente ad un tipico sito web.” Per concludere, ritengo che Google dovrebbe semplicemente accontentarsi degli auto-annunci pubblicitari presenti nel motore di ricerca – e che provano in tutti i modi di farti passare a Chrome – evitando di utilizzare altri strumenti che ha dimostrato di non essere in grado di saper ben maneggiare. Se cerchi “browser”,

“browser più veloce”

o “miglior browser”

ecco cosa compare nelle SERP. Fossi in loro, mi accontenterei e cercherei di essere un pochino meno evil. Almeno per questa volta.