Ci avevan provato a fine 2007 e anche qualche giorno fa, ma probabilmente in Google hanno poi pensato che è meglio scucire una montagna di biglietti verdi piuttosto che mettersi a reinventare la ruota. Ed ecco che dopo un primo rumor circolato ad inizio Marzo (dove sembrava che a contendersi Digg ci fosse pure Microsoft), da 2 giorni circola la notizia che Google è ormai nelle fasi finali della trattativa volta all’acquisizione di Digg, per una cifra intorno ai 200 milioni di dollari. Cosa se ne farà Google di Digg? Azzardo 4 scenari:

  1. Integrazione in Google News Google News annaspa. A quanto pare, l’aggregatore di notizie di Google raccoglie solo 1/3 degli utenti di Yahoo! News, che totalizza qualcosa come 35,8 milioni di visitatori mensili (piazzandosi al primo posto fra i siti di informazione presenti sul web, contro l’ottavo posto di Google News). Una integrazione con Digg potrebbe portare una ventata di novità (e, soprattutto, di nuovi utenti)?
  2. Puro rebrand dell’attuale servizio Yahoo! Buzz, nel suo piccolo, ha superato lo scorso mese i 9 milioni di utenti unici. Google potrebbe quindi lanciare il suo servizio di news rating, utilizzando “pari-pari” Digg (mantenendolo così com’è), anche per evitare i malumori della corposa community? ovviamente infilandoci dentro gli annunci di AdSense (visto che non mi sembra siano attualmente presenti…).
  3. Uso di parte della tecnologia di Digg all’interno di Knol E’ ovviamente l’ipotesi più strampalata. Avrai sicuramente letto che qualche ora fa Google ha lanciato Knol, la sua Wikipedia. Knol avrà sicuramente bisogno di un sistema di rating, sia lato autore che sul singolo articolo. Se per implementarlo utilizzasse qualche algoritmo estratto da Digg? (OK, l’ho sparata grossa… 😀 )
  4. Utilizzo dei dati raccolti per influenzare le SERP del motore E’ forse l’ipotesi più accreditata (e al tempo stesso la più “inquietante”). I voti, positivi e negativi, dati dagli utenti ad una determinata news, avranno l’effetto di farla salire o scendere all’interno delle pagine del motore di ricerca. Lo scenario che si intravede è quello del proliferare della figura del social spammer (già in auge da tempo, anche in Italia), della compra-vendita di voti, di una SEO molto sociale ma molto poco etica.

Tu quale scegli? 🙂