Brand

Sul fatto che puntare sul proprio brand stia diventando un fattore sempre più importante, anche (o soprattutto?) online, non ci sono più dubbi: l’ho accennato in vari post, e lo ribadiscono da tempo anche noti problogger. Ma che Google stia iniziando da un mesetto a questa parte a favorire pesantemente i marchi” nelle SERP, è una cosa che mi giunge nuova.

Il CEO di Google lascia intendere qualcosa?

Ecco alcune dichiarazioni che Eric Schmidt ha rilasciato negli ultimi mesi:

“Internet sta rapidamente diventando una “fossa biologica” ove prosperano false informazioni. I brand sono la soluzione, non il problema. I brand sono il modo per risolvere il problema della “fossa biologica”. L’affinità al brand è qualcosa di naturale, di innato. E’ così fondamentale nell’esistenza umana da non poterne essere separato. Deve essere qualcosa di genetico.”

E ancora:

“Non sarebbe bello se Google capisse il senso della vostra frase piuttosto che solo quello delle parole contenute in essa? Abbiamo fatto un sacco di scoperte in questo ambito, che sono in procinto di essere lanciate.”

L’update del 18 Gennaio

Grazie all’aiuto di RankPulse, un ottimo tool che permette di monitorare il posizionamento di parecchie parole chiave su base giornaliera, Aaron Wall si è accorto che a partire del 18 Gennaio 2008 parecchi grossi brand hanno iniziato ad invadere le prime 10 posizioni delle SERP: query come “airline tickets”, “auto insurance”, “boots”, “diets”, “health insurance”, “online degree” e “watches” evidenziano dal 18 Gennaio la presenza di almeno 3 (a volte 5) nuovi URL nei primi 10 posti. In alcuni casi, considerando anche il fatto che nella Top 10 si trovavano già da tempo diverse marche, arriviamo ad una presenza dei brand nella prima pagina dei risultati di Google nell’ordine dell’80%-90%. La tendenza, secondo Aaron, sembra dunque chiara: Google sta iniziando a far scalare i brand per keyword molto importanti… ovviamente a discapito degli altri risultati che occupavano quelle posizioni.

Riassumendo

I contenuti inseriti in Rete sono e saranno sempre più costituiti da immondizia. Per preservare la qualità dei primi 10 risultati (i più visti e cliccati), Google ha pensato di inserire in SERP siti “sicuri”, ovvero appartenenti a marchi con un buon trust. La domanda sorge a questo punto spontanea: come riuscire a creare un brand di successo, visto che sembra essere un elemento basilare per un buon posizionamento in Google? ne parleremo in una prossima puntata 🙂 Tratto da: Google’s New Search Engine Rankings Places Heavy Empahsis on Branding.