Fra le moltissime strade che Google percorre per migliorare la qualità dei risultati del suo motore di ricerca, ce n’è una che reputo particolarmente interessante: quella dell’Authorship. Col termine Google Authorship si intende quell’esperimento, partito un annetto fa ma con radici ben più profonde (ricordo che scrissi del rel=”me” a inizio 2008…), volto a collegare il proprio profilo di Google+ ai propri contenuti prodotti online. L’idea sta funzionando bene in quanto è win-win: è win per Google, perché spinge l’utente ad iscriversi a Google+ (o comunque a completare il profilo “dormiente” di Google+ con foto e link); ed è win anche per l’utente, perché la faccina a fianco dei risultati della SERP

La Google Authorship del Tagliaerbe

fa impennare il CTR sul link – vedi il concetto di “effetto thumbnail” esposto in questo mio vecchio post – e quindi è utile metterla, visto che non costa assolutamente nulla. Non da ultimo, la procedura è davvero semplice: se segui quando spiegato da Google nella pagina di Google+ sull’Authorship e nelle informazioni sull’autore nei risultati di ricerca, dovresti riuscire a far spuntare la tua faccina nelle SERP del motore nell’arco di poche ore. Ma non è tutto: in questo lungo video di pochi giorni fa è l’onnipresente Matt Cutts a sottolineare la crescente importanza dell’Authorship. Ecco qualche estratto significativo: “Ci sono cose come l’authorship, dove puoi usare uno standard per mettere un markup alla tua pagina, che permette di mostrare una foto dell’autore, e magari aumentare il numero di click, e fa dire alla gente: “oh, mi sembra una risorsa della quale aver fiducia”. “Penso che se si guarda più in là nel futuro, e si guarda a qualcosa che noi chiamiamo social signal o authorship o come volete chiamarla, in 10 anni, credo che saremo in grado di riconoscere chi gode davvero di una buona reputazione”. “La foto non attrae solo l’attenzione, non attrae solo i click, è quasi come un “indicatore di trust”. “L’idea è quella di avere qualcosa alla quale tutti possano partecipare, e nel corso del tempo, quando cominciamo a saperne di più sulla qualità degli autori, si può immaginare che inizierà ad avere effetti sul ranking”. Non sei ancora convinto? Allora andiamo avanti e approfondiamo. Da qualche tempo, oltre che di Authorship si inizia a parlare insistentemente di Author Rank. Se l’Authorship è in buona sostanza il metodo, il processo per rivendicare la paternità dei propri contenuti, introdotto da Google con il video di Matt Cutts and Othar Hansson del 9 Agosto 2011, l’Author Rank può essere invece considerato come il risultato di questo processo, ovvero l’insieme dei benefici che si ottengono su Google (inteso come motore di ricerca, ma anche come social) rivendicando la propria Authorship. Assegnare un Author Rank e pesarlo correttamente nell’algoritmo è probabilmente l’obiettivo finale di Google – come ha accennato Cutts qui sopra – dietro al quale si celano vari suoi vecchi brevetti: fra questi quasi sicuramente l’Agent Rank (nel quale si parlava di “come gli autori possono contrassegnare i contenuti che pubblicano sul web con una firma digitale, e come questa paternità possa influenzare il posizionamento dei contenuti associando a questi un punteggio legato alla reputazione”); ma a mio parere anche il FriendRank/PersonalRank (nel quale si parlava “dell’individuazione di uno o più membri e di uno o più influencer all’interno della community”) potrebbe aver dato qualche spunto. E secondo Mike Arnesen, è il caso di lavorarci da subito. Da questa sua guida sul “come preparsi all’AuthorRank“, pubblicata di recente su SEOmoz, possiamo estrarre queste indicazioni: • Rivendica subito la tua Google Authorship • Vai quindi a rintracciare tutti i contenuti di qualità che hai creato sul web, e collegali • Continua costantemente a produrre killer content: tieni presente che pian piano si sta passando dal link building al content marketing • Al contrario, evita di produrre (e soprattutto di collegare) contenuti di scarsa qualità, e non pubblicare i tuoi articoli su siti a basso trust: il tuo AuthorRank potrebbe risentirne negativamente • Specializzati: è probabile che non si possa avere un AuthorRank elevato su aree tematiche troppo diverse, quindi meglio specializzarsi in un settore nel quale sei forte, appassionato, competente • Usa Google+ costantemente, ed interagisci con gli altri: anche se non ti piace, è utile per accrescere il tuo AuthorRank • Cerca di essere inserito nelle Cerchie di persone influenti appartenenti alla tua nicchia (per identificarle, puoi provare ad utilizzare tool come AuthorCrawler) • Promuovi il tuo profilo di Google+ in modo che riceva buoni link (e sia quindi ben posizionato e con un buon PageRank) • Sii paziente: come per la SEO, non ci vuole poco tempo a creare e far crescere il proprio AuthorRank Mi sa che la frequenza alla scuola di Google+ sta per diventare obbligatoria… tu hai già preso grembiule e cartella? 🙂 UPDATE: come annunciato da Matt Cutts ad Ottobre durante il Pubcon, dal 17 Dicembre 2013 (giorno più, giorno meno) Google ha iniziato a ridurre la visibilità dell’authorship all’interno delle SERP, mostrando solo gli autori più… autorevoli. Tale riduzione dovrebbe essere nell’ordine del -15%. UPDATE n.2: il 25 Giugno 2014, John Mueller ha annunciato su Google+ che “we’re simplifying the way authorship is shown in mobile and desktop search results, removing the profile photo and circle count”.

Le SERP di Google senza la faccina dell'autore

In buona sostanza, le “faccine” degli autori spariranno dalle SERP di Google, come già mostrato nella versione inglese della pagina ufficiale dedicata all’Author information in search results.