In questi giorni cade l’anniversario della mia attività da Freelance, circa un anno fa avevo uno stipendio fisso oggi invece non più.
Detta così potrebbe sembrare una catastrofe, per me e per la mia famiglia (ho due figli e un terzo in arrivo), ma rassicuro il parentame che non lo è.
Lavoravo come dipendente presso una grande azienda , facevo parte dell’ufficio tecnico, quello che quotidianamente si scontra con problematiche dei server, del sito, dei sistemi di ricezione dei clienti, ecc. ecc.

Ho fatto questo per gran parte della mia vita lavorativa, poi intorno al 2000 nonostante la bolla o forse proprio grazie ad essa, ho cominciato ad interessarmi del Web inteso come comunicazione e interazione, per poi diventare quasi esclusivamente un rapporto d’amore/odio con Google. La passione mi spinse a studiarne le dinamiche, così cominciai a frequentare corsi tra quelli che tutti conosciamo, leggere testi italiani e stranieri, testare le cose lette, provare a farne di nuove, arrivando ad occuparmi di SEO e SEM per altre aziende, ma non per quella dove ero impiegato.
Per frequentare corsi dovevo prendere giorni di ferie, che per chi come me ha dei figli sa quanto siano importati i giorni di ferie per le mille questioni che te li fanno usare per tutto, tranne che per le ferie (asili, malattie, visite, ecc. ecc.). Anche l’investimento economico per corsi e libri non è stato indifferente. Ho avuto anche la fortuna di trovare la mia dolce tre/quarti – mia moglie – consenziente e capace di vedere che quello che stavo facendo e cercando di fare era mirato a qualcosa che mi piaceva, magari qualche volta rinunciando a uno sfizio ho potuto pagare quello o quell’altro corso, il libro comprato su Amazon o una connessione decente a casa.

Cominciai a evidenziare il mio interesse anche all’interno dell’azienda – ricordo un commento di un dirigente: “ma come le va di andare a fare il cantinaro?” – ma tale attività non era “percepita” come valore all’interno dell’azienda. Questa situazione durò a lungo, provai anche a dimostrare la necessità di un intervento di questo tipo sul portale aziendale che viveva di visite e di vendita di spazi pubblicitari. Nel frattempo però tramite forum e il mio blog, arrivava qualche cliente e lavoro, dandomi anche delle soddisfazioni, risultati che arrivavano, incitamento da parte di alcuni clienti a fare quello di lavoro (lavorare 8 ore in ufficio e seguire i clienti la sera e la notte non era il massimo) fino a che dovetti fare una scelta: lavorare sul Web come Freelance o rimanere impiegato con contratto a tempo indeterminato con tanto di tredicesima e quattordicesima, buoni pasto, ferie e malattie pagate?

Probabilmente ho fatto la scelta più scontata: sono diventato un freelance.

La dinamica della scelta è stata anche abbastanza travagliata e sofferta, la goccia o meglio le gocce che fecero traboccare il vaso della mia pazienza, trovano in questi giorni il loro anniversario.
L’azienda per la quale lavoravo cominciò ad avvertire la necessità di un intervento serio sul proprio portale al fine di ottimizzarlo per i motori di ricerca, un intervento anche di ottimizzazione degli spazi pubblicitari, la crisi si faceva sentire in maniera pesante su alcuni settori, in particolare quello dell’azienda.

Fu l’occasione che aspettavo per conciliare le cose: fare SEO e mantenere lo status quo con le famose “garanzie” – parola stupida e non veritiera, chi mi avrebbe garantito di essere felice? in fondo tutto gira per essere questo no? – così mi misi di impegno e preparai un report di analisi e successive proposte di intervento per far diventare il portale quello che l’azienda voleva: raggiungibile e profittevole.
Ricordo che feci tutto il lavoro in una notte, una notte passata insonne a controllare tutto il portale e – anche attraverso diversi post proprio qui solo blog del Taglia, grazie! – trovare correzioni da apportare.
La conclusione fu un documento di una quarantina di pagine, con screenshot e dati che davano contenuto alle modifiche che volevo apportare, agli interventi che ritenevo necessari.

La mattina seguente lo consegnai a chi di dovere, dicendomi che lo avrebbe valutato e mi avrebbe fatto sapere. Dopo qualche ora sembrava che fosse sua intenzione farmi passare dal mio ruolo precedente a una nuova figura che in azienda mancava, legata proprio alla SEO.
La speranza mi aveva anche fatto passare la stanchezza di quella notte insonne.
Passarono i giorni e accadde quello che non mi sarei mai aspettato: il documento divenne ufficiale, era la linea guida per il nuovo portale, solo che non c’era più la mia firma.
Ed oltre non posso andare per ovvi motivi, i tuoi lettori, Taglia, spero che capiranno…
E questa fu la prima goccia, la seconda invece fu la concomitanza degli eventi nefasti sopra riportati con la proposta di Angelo di Veroli, aka Shor, che proprio in quel periodo cercava un SEO per il network di Isayblog!
Tramite il mio blog, qualche forum e alcune informazioni chieste in giro sul mio conto, mi chiese se avevo intenzione di andare a lavorare da loro come freelance, potevo dire di no un progetto come Isayblog! ?
E così iniziò l’avventura di consulente SEO e SEM Freelance, addio posto fisso, addio ferie e malattie pagate, addio TFR e Buoni Pasto.

Ora lavoro dal mio ufficio a 5 minuti da casa in co-working con un amico sviluppatore freelance, lo raggiungo a piedi e per chi vive a Roma sa cosa significa. Dopo l’esperienza con Isayblog! ora il piacere e la fortuna di lavorare ad esempio con Marco Massara per BusinessFinder.it e faccio quello che mi piace e mi interessa fare, di tanto in tanto mi si vede a qualche Seo Birra e passeggio in Umbria con Antonello Maresca.

Ma di tutto questo, a parte le vicissitudini, le probabili ingiustizie ma anche le grandi botte di “culo” o azioni provvidenziali e il lato economico che non è cambiato di molto, credo di dovere molto alla determinazione che è stata l’arma principale che mi ha portato a cambiare radicalmente il mio stile di vita, la qualità stessa della vita (nonostante ancora oggi passo nottate sul web a testare, formarmi ed incazzarmi con Google), mi ha permesso anche di non sorridere forzatamente a battute pessime di dirigenti e a poter scegliere con chi lavorare e non esserne costretto.

Autore: Alessandro Giagnoli, per Max Valle.