contenuti scaduti

Parecchi siti web pubblicano contenuti che sono rilevanti per un certo periodo di tempo, ma poi non hanno più molto senso: in altre parole, “scadono”.

Per esempio i prodotti non più a listino nei siti e-commerce, gli annunci di lavoro o di compra-vendita di oggetti, gli eventi che durano per qualche giorno o settimana (fiere, feste, sagre paesane).

È importante capire come gestire questi contenuti, da un punto di SEO, iniziando a porsi domande del tipo:

  • Offrono all’utente valore e informazioni utili anche dopo la scadenza?
  • Hanno acquisito link esterni?
  • Fanno ancora traffico?
  • Potrebbero essere sostituiti da altri contenuti?
  • Potrebbero impattare sul crawl budget destinato da Google al mio sito?

Jes Scholz, su Search Engine Journal, ha tratteggiato 5 diversi approcci alla gestione dei contenuti scaduti.

Lasciali sul sito

L’approccio più semplice è quello di lasciare le pagine scadute sul sito, inserendoci all’interno un messaggio esplicativo e sostituendo la parte della call to action relativa alla conversione con rimandi verso contenuti correlati.

Per esempio, un prodotto potrebbe non essere più a listino in un e-commerce, ma un utente potrebbe essere interessato alla sue specifiche tecniche o ad acquistare la nuova versione dell’oggetto che ha sostituito la precedente.

Il problema di questo approccio è quando ci troviamo con un e-commerce che tratta molte categorie di prodotti e quindi ha migliaia (se non decine di migliaia) di oggetti che vanno fuori catalogo periodicamente: in poco tempo, si rischierebbe di trovarsi con un sito dove le pagine dei prodotti scaduti sono più numerose di quelle dei prodotti in vendita.

Ciò genera un problema di crawl budget: lo stesso John Mueller disse che è che bene fare in modo che Google si possa “concentrare” sulle cose importanti presenti sul tuo sito web… che probabilmente non sono le pagine dei prodotti fuori listino.

Inoltre c’è il rischio cannibalizzazione: troppe pagine con titoli e contenuti molto simili si “mangiano” la visibilità fra loro. Se il problema è questo, puoi cercare di porvi rimedio in 3 modi:

  • Usando il tag unavailable_after
  • Usando ValidThrough schema
  • Usando la direttiva noindex nel meta name della pagina

Ovviamente dovresti assicurarti di escludere queste risorse da link, ricerche interne del tuo sito e sitemap XML: non ha senso promuovere contenuti/prodotti che non offri più.

Redirezionali con un Redirect 301

Reindirizzare i contenuti scaduti su un’altra pagina è spesso un’ottima soluzione dal punto di vista SEO, prendendo i dovuti accorgimenti.

In primo luogo, assicurati che il redirect sia permanente (e non temporaneo).

Secondariamente, evita le catene troppo lunghe di reindirizzamenti, che possono causare problemi sia agli utenti (se i troppi redirect rallentano il caricamento della pagina) che ai motori di ricerca (rimani sotto i 5 redirect, oltre il motore inizia a perdere colpi).

In altre parole, non impostare un 301 dalla pagina A alla pagina B, se sai già che la pagina B scadrà a breve e andrà sostituita dalla pagina C (e magari poi dalla pagina D): semmai fai un 302 (temporaneo).

Ricorda che, secondo John Mueller, un redirect dovrebbe essere impostato verso una pagina che può essere vista come “un chiaro rimpiazzo” della precedente. Altrimenti è “come se fosse un 404 sul quale stai cercando di fare una redirezione, e in tal caso Google potrebbe trattarlo con un soft 404”.

In altre parole, Google ci sta dicendo di fare dei 301 solo fra pagine molto simili, dove la pagina di destinazione è pertinente e utile all’utente. Altrimenti il rischio è che il redirect venga ignorato (trasferimento di link juice incluso) e trattato come un soft 404.

Se hai un e-commerce e pensi di fare un 301 da una scheda prodotto ad una sotto-categoria, una buona idea potrebbe essere quella di generare dinamicamente un messaggio che dice all’utente che il prodotto non è più disponibile, ma che in quella pagina dove è stato redirezionato sono presenti articoli molto simili.

Elimina i contenuti scaduti con un 404

Avere un sito con troppe pagine 404 non è bello. La stessa Search Console di Google ci suggerisce di sistemare tali errori, e molti SEO temono che un eccesso di 404 su un sito non faccia piacere ai motori di ricerca.

In alcuni casi, il Googlebot ripassa sulle pagine 404 per vedere se esistono ancora (magari pensa ci sia stato un problema del server che ha restituito quel codice).

Eppure sia Matt Cutts che John Mueller hanno spesso raccomandato di usare un 404 per gestire i contenuti scaduti, se non puoi rimpiazzarli con un 301. Nelle linee guida degli sviluppatori Google for Jobs, i codici di stato 404 e 410 vengono consigliati proprio per rimuovere i contenuti.

Però, prima di mettere una pagina in 404, pensaci bene. Magari ha preso dei buoni link esterni. Magari è linkata su un social: l’utente ci clicca, trova un page not found e nel 99% dei casi abbandona il tuo sito immediatamente.

Perdi un potenziale utente/cliente, la brand experience ne risente.

Se proprio vuoi percorrere questa via, crea delle pagine 404 personalizzate. Se il tuo sito è un e-commerce, fai in modo che la pagina 404 suggerisca valide alternative al prodotto che non esiste più, e spinga l’utente a proseguire nella navigazione.

Eliminali con un 410

Il 410 è simile al 404, ma dice al bot che la pagina è stata definitivamente rimossa.

Utilizzalo solo se davvero pensi che sia irrecuperabile, e se vuoi che il contenuto venga rimosso dall’indice del motore di ricerca più rapidamente (di come avviene col 404).

Fai un mix di status code

Ovviamente puoi usare un mix delle tecniche indicate qui sopra.

Per esempio, puoi lasciare attiva la pagina (status code 200) fino a che non fa zero traffico per un po’ di tempo, e poi metterla in 410.

Oppure, se hai un sito con annunci classified che scadono dopo 30 giorni, puoi lasciare attive le pagine per quel lasso di tempo e poi impostare un 301, al termine del periodo, verso una pagina più pertinente/rilevante.

E se hai particolare fretta a deindicizzare, potresti provare a combinare un unavailable_after con un 410.