Un motore di ricerca si nutre di contenuti: ne vuole continuamente di nuovi, per ordinare e alimentare le sue SERP e per offrire un sempre miglior servizio ai suoi utenti. E’ probabilmente per questo motivo che spesso si usa dire “Google ama i blog”: i blog, e più in generale gli user generated content, sono per Google una sorta di enorme serbatoio nel quale confluiscono ogni istante tonnellate di informazioni, e dentro il quale il motore può attingere per estrarre in continuo documenti freschi. Ma il web è pieno anche di contenuti vecchi: interi siti abbandonati alla deriva, dimenticati, congelati da anni. Per Google, uno stale document è un documento che non è stato aggiornato per un periodo di tempo e, di conseguenza, contiene dati stantii.

Google e i documenti stantii

Lo staleness di un documento sembrerebbe sia appurato da Google sulla base di 4 parametri:

  • la data di creazione del documento
  • il traffico
  • la variazione dei contenuti
  • la crescita/decrescita dei link in ingresso

Questo brevetto spiega infatti come Google analizzi in dettaglio 4 fattori principali:

  1. Query: il motore analizza quali documenti nella SERP vengono preferiti dagli utenti. Con buona probabilità, fra quelli “scartati” ci sono parecchie pagine stale
  2. Link: guardando la velocità con cui la pagina prende o perde link nel corso del tempo, e analizzando il numero di quanti link vengono aggiunti o tolti, il motore di ricerca è in grado di capire se vi sia tendenza verso la comparsa di nuovi link piuttosto che verso la scomparsa dei link attualmente presenti. E’ chiaro che una tendenza al ribasso dei link in entrata e/o una diminuzione dei link già esistenti sono fattori negativi, che portano a flaggare il documento come stale.
  3. Traffico: una grossa riduzione di traffico è indicatore di documento stale.
  4. Comportamento dell’utente: se l’utente spende troppo poco tempo sulla pagina (comparato al tempo speso su altre pagine simili / con la stessa rilevanza) significa che il documento è stale.

Conclusione Ribaltando ciò che Google vede come “stantio”, possiamo anche capire cosa Google ama, ovvero:

  • le pagine più cliccate dagli utenti all’interno delle SERP
  • un buon numero di link, aggiunti costantemente e in modo continuativo nel corso del tempo
  • il traffico stabile (o crescente)
  • un buon tempo di permanenza sul sito

Lavora quindi su questi 4 fattori, e sicuramente Google ti premierà 🙂 Fonte: Stale vs Fresh Document as Defined by Google.