Google potrebbe in qualche modo favorire i contenuti ben scritti? e di conseguenza sfavorire quelli scritti male? Alla domanda “Quanto contano ortografia a grammatica quando Google valuta i contenuti e la qualità di un sito?”, Cutts ha risposto partendo, curiosamente, dal PageRank. Per quanto ortografia a grammatica non siano fra i segnali direttamenti legati al posizionamento, in Google hanno notato una correlazione fra questi 2 fattori e il PageRank: i siti con una buona reputazione sono anche quelli con contenuti ben scritti, mentre i siti con PageRank basso o molto basso tendono ad includere contenuti scritti male. Cutts, come spesso capita, sposta l’attenzione sulla user experience: un testo ben scritto è più probabile che sia apprezzato dal lettore, è in grado di trasmettere autorevolezza circa il tema trattato, fidelizza l’utente, favorisce la condivisione. Ma all’inizio del video c’è un punto, verso 00:25, dove Cutts dice chiaramente “I think it would be fair to think about using it as a signal”: “Penso sarebbe giusto pensare di usarlo come un segnale”. Come fa giustamente notare anche Matt McGee su Search Engine Land, nelle 23 domande del Google Panda si fa spesso riferimento a come i contenuti vengono scritti. La quinta domanda dice infatti “L’articolo presenta errori di ortografia, di stile, o di fatto?”, la nona “Che tipo di controllo qualità viene fatto sui contenuti?” e la tredicesima “L’articolo è stato scritto bene, o sembra poco curato o prodotto in fretta?” Inoltre Google, già da parecchi mesi, sarebbe in grado di misurare il reading level di un testo (ho appena provato ma sembra funzioni solo in inglese), riuscendo in qualche modo a capirne la difficoltà (e distinguendo quindi fra 3 livelli: Basic, Intermediate e Advanced). Google è dunque in grado di leggere un testo e capirne, se non la qualità, almeno la correttezza? e potrebbe premiare nelle SERP i testi scritti meglio rispetto a quelli scritti peggio?