User Generated Content

Ricordo molto bene quando, nel 1995, scrissi le mie primissime pagine web. A parte la grafica orribile, la cosa più evidente era l’interazione uguale a zero: l’utente le guardava, le consultava ma non poteva far altro. Eravamo nell’epoca delle brochure cartacee fotocopiate e messe online, del web “a senso unico”: pochissimi scrivevano, e molti (anzi, in realtà pochi 🙂 ) leggevano. Il nuovo millennio ci ha portato i blog, e con essi la funzione dei commenti: chiunque può aprire un blog (a costo zero), e chiunque può commentare gli articoli… insomma, tutti oggi possono creare UGC (User Generated Content), senza spese e senza fatica. Se questo fenomeno ha permesso al web di crescere a dismisura, è anche vero che, dal punto di vista di chi gestisce un blog, sono iniziati i problemi, anche in ottica SEO: ogni commento postato va infatti ad “incollarsi” in coda all’articolo, aggiungendo del contenuto… che può essere più o meno utile/pertinente. Come comportarsi? Gestire Non lasciare che i commenti prendano pieghe strane (o, peggio, che la discussione degeneri). Se hai scritto, magari spendendo tanto tempo e fatica, un lungo post su Google, nei commenti potranno trovare posto Yahoo!, MSN/Live o Ask… ma non sicuramente i risultati dell’ultimo evento sportivo o il gossip sull’ultimo reality show. Pertanto, se noti che qualcuno va pesantemente fuori tema, intervieni e riporta “in topic” la discussione. Modificare Sono sfavorevole alla modifica dei commenti, ma odio il linguaggio “stile SMS”. Se fra i tuoi lettori qualcuno scrive senza vocali o inserendo k ovunque, modifica il commento riportandolo in un italiano corretto, stesso discorso per refusi e errorini non voluti. I motori di ricerca ringrazieranno. Eliminare Nei casi più gravi, se il commento è assolutamente off topic, autopromozionale, denigratorio, contro le leggi o la morale, eliminalo senza alcuna pietà. Se utilizzi WordPress attiva Akismet, che ti darà una grossa mano a cancellare in modo automatico lo spam. Bannare Ogni blog ha il suo (o i suoi) “disturbatori affezionati”, i cosiddetti troll. Se non riesci a gestirli con le buone, bannali senza alcuna pietà (in WordPress, puoi blacklistare in base al nome, all’URL, all’e-mail o all’IP). Nofollow o Dofollow? Nofollow. Tempo fa feci un tentativo, ma fui costretto ad eliminare il Dofollow per motivi che puoi ben immaginare. Se anche tu, come me, hai pochissimo tempo e molti commenti da gestire, non attivare il Dofollow… o passerai le ore a spulciare link imboscati ad hoc da tanti commentatori furbetti (che magicamente compariranno solo per autolinkarsi e spariranno non appena tornerai al Nofollow). Conclusione Fai in modo che ogni commento sia un completamento al tuo post, un arricchimento di contenuto, un qualcosa di utile per utenti e motori. Per fare ciò, devi costruire intorno al tuo blog una community attiva, fatta da lettori di livello medio-alto, particolarmente appassionati, competenti ed interessati allo stesso argomento di cui abitualmente scrivi. Ma su questo tema credo sia necessario un nuovo post 🙂