Pinterest è uno dei social più modaioli e più rampanti di tutti i tempi, e stranamente non ha un modello di business basato sui soliti vecchi banner. In questo pezzo di CNN possiamo infatti leggere che Pinterest “inserisce dei link di affiliazione su alcuni pin”, in particolare a quelli di prodotti presenti su Amazon, eBay, Target e un sacco di altri merchant. Se un utente clicca su uno di questi link e acquista poi il prodotto collegato, Pinterest guadagna. Ma nessuno se ne sarebbe probabilmente accorto se la cosa non fosse stata resa pubblica su LLSocial.com. A quel primo post ne è seguito un altro, intitolato “What was learned from the Pinterest link modification story“, che espone i motivi principali per cui Pinterest ha deciso di intraprendere questa via. La cosa si spiega in modo piuttosto semplice: i Terms of Service di Pinterest permettono loro di fare praticamente ciò che vogliono con i pin degli utenti. Chissà quanti utenti avranno letto che: “si concede a Cold Brew Labs un globale, irrevocabile, perpetuo, non esclusivo, trasferibile, contratto di licenza esente da diritti d’autore, con il diritto di concedere in sublicenza, di utilizzare, copiare, adattare, modificare, distribuire, licenziare, vendere, trasferire, visualizzare pubblicamente, trasmettere, riprodurre, divulgare, accedere, visionare, e comunque sfruttare i contenuti dell’utente.” Pinterest non è dunque obbligata a rivelare il fatto di modificare i link con link affiliati. Utilizza Skimlinks, ed Alicia Navarro – CEO di Pinterest – ha spiegato la cosa piuttosto chiaramente: “Circa le regole della Federal Trade Commission in materia di link affiliati, la legge dice che chi produce i contenuti che *sostengono* o *raccomandano* qualcosa, e ottiene dei benefici economici in seguito a questo, è tenuto a renderlo pubblico. Ma Pintereset non sta spingendo la gente a comprare qualcosa perché è pagata per farlo; fornisce solo una piattaforma che porta traffico ai retailer e riceve una ricompensa per fornire questo servizio.” In altre parole, Pinterest si pone come un veicolo per il traffico, un po’ come Reddit o Digg. Dovrebbe rendere pubblici i link affiliati? Probabilmente si. Ma se lo avesse fatto, diversi utenti avrebbero potuto insospettirsi. Come scrive LLSocial, modificare un link per farne una forma di monetizzazione è “un sistema discreto e non intrusivo per produrre revenue, e tocca solo i retailer e coloro che inseriscono i link affiliati nei pin di Pinterest per un proprio profitto.” Eppure molti han commentato che Pinterest avrebbe dovuto chiarire meglio questo punto. Navarro, sull’altro fronte, afferma che Pinterest sta utilizzando Skimlinks da più di un anno, e che questa è sempre stata la loro forma di monetizzazione. Pinterest sta prendendo il volo, diventando rapidamente il social network più gettonato del web. Utilizza l’interest graph – tu pinni le cose che ti piacciono, e ti colleghi ad altri utenti con i tuoi stessi interessi – mentre Facebook è più focalizzato all’aspetto sociale. Ma se Facebook fa i soldi con la pubblicità targhettizzata sull’utente, Pinterest ha preso una strada diversa. Se lo avesse detto da subito, avrebbe fatto la differenza? “Sono stati volutamente poco trasparenti? E’ possibile”, ha detto Amy Webb, CEO di Webbmedia Group, alla CNN. “Avrebbero dovuto permettere agli utenti di conoscere sin dall’inizio che le cose che postavano potevano potenzialmente contenere un link affiliato. Ma Pinterest è free. E nessun servizio free è esente da costi.” Liberamente tradotto da How Pinterest is Making Money, di Alicia Eler.

Se vuoi una panoramica completa di tutte le potenzialità di Pinterest, con 2 case history reali di strategie efficaci, ti consiglio di dare una occhiata al Corso Pinterest, la risorsa che non ti aspetti: ci trovi una video-lezione, in italiano, totalmente gratuite!