La risposta alla domanda del titolo di questo post è nota a tutti: Google guadagna principalmente grazie alla pubblicità, ovvero all’accoppiata AdWords/AdSense. In buona sostanza Google svolge un lavoro di intermediazione, mettendo in contatto l’inserzionista (che acquista annunci pubblicitari tramite AdWords) e l’editore (che ospita gli annunci AdSense sul proprio sito web), e si tiene (ovviamente) una percentuale sull’investimento pubblicitario. Ma facciamo una piccola analisi. In base alla chart qui sopra (elaborata da quelli di Business Insider), notiamo che quasi la totalità del fatturato netto (18 miliardi di dollari, nel 2009) proviene da annunci pubblicitari esposti su siti di proprietà. Non viene quindi dai banner che girano su siti, blog e forum di terzi, ma da quelli esposti all’interno delle SERP del motore di ricerca e in tutte le altre property che stanno sotto il cappello di Google. E l’ambito del search/keyword advertising sembra proprio uno dei pochi in grado di resistere – anzi di crescere – in questo periodo di crisi. Lo confermano i dati di metà 2009 inclusi nel Pamphlet IAB Italia 2009,

Percentuali pubblicità online in Italia, gennaio-agosto 2009 vs gennaio-agosto 2008

praticamenti speculari a quelli rielaborati a fine anno da Luca Lani:

Percentuali pubblicità online in Italia, anno 2009 vs 2008

Il reparto con la maggior quota (oltre il 50% del totale adv) e con una ottima crescita rispetto all’anno precedente (oltre il 10%), è quello del search. Che, guardacaso, è quasi totale appannaggio di Google. Possiamo quindi concludere che le sorti del mercato della pubblicità online sono nelle mani di Google? In parte si. Troppi siti (medio-piccoli) utilizzano esclusivamente AdSense come fonte di revenue. Finire nel “limbo” dello Smart Pricing o peggio essere bannati da AdSense può essere la fine di molti progetti online. E anche troppi investori in ambito PPC mettono soldi solo su AdWords, con modelli basati al 100% su logiche del tipo annuncio AdWords -> landing page -> conversione (vendita di prodotto/servizio). Il mio consiglio è sempre il solito: diversifica. Fai in modo che il tuo business si regga su più gambe. Fai periodicamente degli split test, facendo concorrere vari network pubblicitari. In poche parole, fai in modo che nessuna delle tue fonti di reddito sia prevalente sull’altra. E preparati ad un’epoca senza banner, che prima o poi arriverà… 😉