Come fare SEO

La SEO non è una scienza esatta al 100%. Fare SEO può riservare delle sorprese, a volte belle, a volte poco piacevoli. Puoi replicare una tecnica con successo per 9 volte, ma la decima volta succede qualcosa che non riesci a capire. L’azione non corrisponde alla reazione. Il sito non decolla come dovrebbe. E allora inizi a farti delle domande, come ad esempio:

  1. Sarà colpa del settore? Dei contenuti? Della struttura degli URL?
  2. Dovrei lavorare un po’ meglio on-page? Dovrei fare più ottimizzazione?
  3. Magari si sistemano le cose se cambio il layout e il design del sito? O se lo sposto su un hosting migliore e più performante?
  4. O forse non sale perché è stato linkato poco? O perché è stato linkato male?

Questi sono i tipici quesiti che mi pongo, e che immagino si pongano anche molti di coloro che stanno leggendo questo mio post: non dirmi che non ti è mai capitato un progetto che sembra imbullonato in fondo alle SERP e che non si scolla nemmeno col piede di porco.

Poi, ad un certo punto, quando ormai hai perso le speranze, ecco che il sito fa una cosa a metà fra un rantolo e un vagito, e inizia a scalare le pagine di Google. Solo che hai fatto talmente tante cose nel frattempo, che non riesci a capire quale delle azioni fatte è stata utile per risvegliare il moribondo.

Ecco, il punto cruciale è proprio questo. La SEO non è una materia per frettolosi. Se quando le cose non funzionano come ti immagini vieni preso dall’ansia, rischi di fare tutta una serie di azioni sovrapposte le une alle altre. E finisce che non hai più modo di rimetterle tutte in una precisa sequenza.

Inizi a cambiare i titoli, gli heading tag, modifichi i contenuti. Se ancora non si muove nulla, passi a fare le peggiori azioni di link building. E quando poi il sito si sblocca, a chi va il merito? Non lo saprai mai.

Fare SEO: fai una cosa alla volta, e segna TUTTO!

Facciamo un esempio semplice, prendendo il caso di una attività SEO fatta su una singola pagina già esistente sul tuo sito, per la quale vuoi migliorare il posizionamento per una sola parola chiave (o meglio per un ristretto gruppo di keyword collegate ad un preciso intento di ricerca).

Se vuoi procedere “scientificamente” devi aprire un foglio Excel ed annotare TUTTO, una azione alla volta. Fai una colonna con la data, l’URL della pagina, la parola chiave e la posizione su Google in quel determinato giorno (più in basso ti elenco un po’ di tool che ti possono dare una mano).

Poi fai l’attività SEO sulla tua pagina, l’annoti sul foglio Excel e ASPETTI. Non fai altre mosse finché non succede qualcosa. (Se vuoi tenere traccia dei movimenti del tuo sito sulle SERP, puoi utilizzare WhatsMySerp.com o serplab.co.uk, entrambi gratuiti).

Se la modifica che hai fatto riguarda il contenuto della pagina, puoi accelerarne la scansione tramite Google Search Console, inserendo l’URL sotto Scansione -> Visualizza come Google ->Recupera (o meglio Recupera e Visualizza, se vuoi vedere come la vede il bot), e quindi cliccando sul bottone Invia all’indice. Se l’operazione va a buon fine, comparirà la scritta URL inviato all’indice.

Il recupero della pagina modificata da Google Search Console

Poco dopo puoi andare su Google.it, cercare la pagina che hai modificato e vedere se la nuova versione è già presente nella cache del motore. Clicca sulla freccia verde rivolta verso il basso a destra dell’URL del sito, quindi su Copia cache, e guarda la data ed ora che compare nella parte superiore della pagina.

Copia cache della pagina su Google

Ora sai che Google ha preso la pagina modificata. Verifica quindi se il posizionamento per la parola chiave che ti interessa è cambiato (attenzione: la cosa può non essere immediata, in alcuni casi possono volerci giorni prima di vedere una salita (o, se ti va male, una discesa 🙂 )).

Se invece hai fatto qualche azione di link building, dovresti annotare tutti i link che la pagina aveva già ottenuto PRIMA della tua azione. Puoi vederli utilizzando strumenti come Majestic, Ahrefs o (ancora una volta) Google Search Console.

Potrà sorprenderti notare come i primi 2 tool mostrano (il più delle volte) un numero di link completamente diverso. Se vuoi avere la visione di Google su chi linka il tuo sito (e come), apri Search Console e vai sotto Traffico di ricerca -> Link che rimandano al tuo sito.

Link che rimandano al tuo sito, secondo Google Search Console

Sul lato sinistro, cliccando su Altro vedi i primi 1.000 domini che ti linkano, sul destro le prime 1.000 pagine del tuo sito che hanno ottenuto più link.

Puoi anche scaricare questi dati in formato CSV, per manipolarli come meglio credi.

Tool e strumenti che possono aiutare i SEO

Apro una veloce parentesi per farti il nome di 2 tool che possono aiutarti ad automatizzare un bel po’ di operazioni, oltre che permetterti di avere sotto controllo quello che succede su tutti i tuoi siti in tempo reale (o quasi).

Premetto che personalmente NON amo utilizzare strumenti di terze parti per fare SEO, ma è chiaro che se devi lavorare su 100 siti diversi è meglio evitare di procedere affidandosi al proprio intuito (o, peggio, di “navigare a vista”).

Comunque sia: da Google Analytics e il già citato Search Console puoi ottenere un sacco di dati, e gratuitamente. Se Analytics è utilizzato più per il monitoraggio del traffico e delle conversioni, trovo invece che Search Console sia ottimo per la SEO: la mia sezione preferita in assoluto è Traffico di ricerca -> Analisi delle ricerche, che ti permette di visualizzare click, impression, CTR e posizione media delle tue pagine su Google. Se ci smanetti un pochettino riesci anche ad individuare per quali query le tue pagine vengono raggiunte dagli utenti del motore di ricerca.

Analisi delle ricerche su Google Search Console

Se invece vuoi andare su strumenti professionali ti consiglio SEMrush o l’italianissimo SEOZoom: sono tool SEO che “fanno anche il caffé”, ed hanno una versione (limitata) che puoi testare gratuitamente. Provali!

Fare SEO giungendo a conclusioni sbagliate

Ma torniamo al nocciolo della questione. Un classico errore che ho visto commettere da molti SEO (anche io ci sono passato…) è quello da un lato di fare più attività contemporaneamente sulla pagina (tipicamente, modifiche on-page e attività off-page), e dall’altro di dare il merito del successo all’attività sbagliata.

Il caso più tipico è quello di chi lavora sui contenuti, title e Hx, dà il merito del successo a queste attività, e non si è accorto che nel frattempo la pagina ha preso dei buoni link, direttamente o indirettamente. E quindi arriva ad una conclusione totalmente errata.

E’ vero, può non essere facile individuare un nuovo link verso un tuo contenuto, ma c’è un tool che può darci una mano. Personalmente utilizzo la funzione Backlink -> Link Entrata -> Ultimi Backlink ricevuti di SEOZoom, e devo dire che più di una volta mi ha evitato di prendere lucciole per lanterne.

La funzione Ultimi Backlink ricevuti di SEOZoom

Conclusione

Mi rendo perfettamente conto che cercare di “operare in camera sterile”, magari su un sito in piena attività, è praticamente impossibile.

E aggiungo che, a parte contenuti e link, ci sono attività e fattori SEO difficili da misurare, per i quali non abbiamo ancora la certezza matematica di quanto e come possano influire sul ranking: per esempio i click sui risultati in SERP, o le citazioni/menzioni (senza link) da parte di qualche sito autorevole o a tema.

Insomma, è un gran casino. Ma questo non deve fornirci la scusa per sparare tesi a casaccio, o per (auto)convincerci – o peggio, convincere altri – che le cose stanno nel modo che fa più comodo a noi. Non è onesto portare avanti discorsi approssimativi, o (peggio) “per sentito dire”, anziché procedere razionalmente alla ricerca della “verità” (magari scomoda).

Fare SEO è quasi una scienza: non sarà proprio come la medicina, ma di certo non è omeopatia. 🙂