Qualcuno potrà pensare che ho scritto questo post ispirato dal V2 day di qualche giorno fa, invece son concetti che ho in mente da sempre e stazionavano nelle bozze del TagliaBlog ormai da qualche mese 🙂 Nei punti indicati qui sotto emerge chiaramente lo spartiacque tra la vecchia e ingessata informazione online (ad esempio quella dei giornali offline che hanno una loro emanazione in rete), e quella nuova, spumeggiante (e anche un pò caotica) che sta crescendo sempre più in questi ultimi mesi (sto parlando dei blog, ovviamente! 🙂 ). Non sono un giovane Nostradamus, e non sono quindi in grado di prevedere il futuro dell’informazione, ma in questi 4 piccoli concetti credo si colga l’abisso fra il vecchio e il nuovo (che avanza, come diceva qualcuno 🙂 ):

  • Un blog non è un “sito” Non mi piacciono quei siti che mettono il vestitino da blog solo per essere “alla moda”, ma che alla fine del blog han solo la forma (e non la sostanza). Così come trovo ridicoli alcuni giornali online che creano dei domini di terzo livello mettendoci dentro il blog di qualche firma prestigiosa… ma che spesso ricalca lo stampo obsoleto del giornale stesso (che di blog non ha proprio un bel nulla).
  • Un blog deve parlare direttamente ai suoi lettori Mi piacciono molto i blog che “danno del tu” al lettore: lo fanno subito sentire subito a proprio agio, creano una sorta di “ambiente” familiare e accogliente. Allo stesso modo non mi piacciono i contenuti di certi giornali online, dove l’informazione sembra calata dall’alto, dove chi scrive risulta distaccato, distante e spesso anche “superiore” rispetto a chi legge.
  • In un blog deve emergere l’autore del post Il bello di un blog è il punto di vista di chi posta. E’ il suo parere su di un determinato argomento. E’ il taglio che sa dare ad una notizia, anche se l’ha semplicemente ripresa (o tradotta, come faccio spesso io 🙂 ). Di certi giornali online non ricordo quasi mai il nome dell’autore, che finisce appiattito dentro il suo freddo modo di informare.
  • Un blog deve generare partecipazione Gli inglesi direbbero “engagement”, parola che ha anche altri due significati: battaglia (quante volte ho assistito a veri e proprio “duelli” all’interno dei commenti…) e fidanzamento (è molto confortante vedere che, col tempo, aumentano pian piano i lettori affezionati e “fedeli” 🙂 ). Gli articoli di un blog sono infatti (quasi) sempre commentabili, opzione che molti giornali online, all’alba del 2008, ancora non offrono…

Concludendo Internet è un media nuovo, che parla ad una generazione nuova: su internet l’informazione non può essere la trasposizione online di qualcosa (di vecchio) esistente offline. Il blog (se rispetta i 4 punti di cui sopra… e generalmente lo fa) può essere un fantastico strumento di informazione bidirezionale, che crea relazioni, conversazioni, confronti, arricchimenti reciproci. Indipendentemente da ciò che pensa e dice Beppe Grillo, è ora che tutti gli altri media (a partire da quelli online) inizino finalmente ad accorgersene.