clubhouse il vocal social

Nel sempre più ricco mondo dei social network, negli ultimi tempi una nuova piattaforma si è affacciata con particolare incisività, riscuotendo un successo straordinario: parliamo naturalmente di ClubHouse, una delle app del momento, in cui gli utenti comunicano solo con l’uso della voce.

Ma che cosa riserva il futuro per ClubHouse? Sarà una nuova frontiera nelle reti sociali o è una moda del momento destinata a sgonfiarsi rapidamente? Riscuoterà successo solo tra i giovanissimi o anche gli utenti con qualche anno in più sulle spalle potranno trovare la loro soddisfazione nelle sale virtuali di questa app?

Scopriamolo insieme!

Cos’è ClubHouse

Cominciando dalle basi, ClubHouse è un nuovo social network il cui funzionamento si basa tutto sui messaggi vocali. Sulla piattaforma è dunque possibile ritrovarsi insieme ad altri utenti per poter condividere riflessioni, pensieri e opinioni, usando solo ed esclusivamente la comunicazione vocale. Pertanto, niente testi e nessuna possibilità di potersi mostrare in pubblico, abbattendo così due dei paradigmi su cui invece si sono basati quasi tutti i social network negli ultimi anni (basta dare uno sguardo ai post su Facebook!).

Come funziona ClubHouse

Da quanto sopra dovrebbe risultare piuttosto chiaro quale sia il funzionamento di ClubHouse, dove non esistono testi scritti, commenti o messaggi, ma solamente delle stanze sonore in cui parlare e ascoltare. Si interagisce dunque solamente a voce, senza registrazioni, ma ricorrendo solamente alla potenza comunicativa della propria voce.

Di fatti, quando si accede all’app per la prima volta si approda in una pagina dalla quale è possibile entrare in varie stanze tematiche. Una volta scelta la stanza che si ritiene possa essere di maggiore interesse per sé, si potrà partecipare solamente come ascoltatore, con il microfono disattivato e, dunque, con l’impossibilità di far sentire la propria voce.

Tuttavia, si può comunque interagire cliccando l’icona della mano: come in un’assemblea pubblica, è questo il simbolo che serve per poter manifestare a tutti l’interesse a voler partecipare alla discussione.

Ogni stanza prevede poi la presenza di un moderatore. Ed è proprio il moderatore che ha la facoltà di concedere o togliere la voce ai singoli partecipanti, disciplinando le discussioni ed evitando che nelle stanze più affollate possa prevalere la confusione.

Le interazioni si svolgono infatti in tempo reale, con il microfono acceso. Dunque, non si tratta di uno scambio di messaggi vocali come – ad esempio – nei gruppi di WhatsApp, ma una vera e propria stanza virtuale che non prevede la registrazione o il download delle conversazioni (fermo restando che, intuibilmente, chi lo vorrà non farà molta fatica ad utilizzare delle app di terze parti).

Dalle stanze ai club

Un ruolo fondamentale nel funzionamento e nello stimolare la partecipazione a ClubHouse lo giocano poi i club, da cui si deve il nome di questa app. Intuibilmente, i club sono dei gruppi di utenti accomunati dallo stesso interesse, e che dunque possono ritrovarsi al loro interno per poter discutere di particolari argomenti: dallo sport alla tecnologia, ognuno potrà trovare quel che desidera, anche se per il momento notiamo una intuibile prevalenza di club nei quali le conversazioni avvengono in inglese (ma, visto il successo dell’app, c’è da ben immaginare che nei prossimi mesi prolifereranno anche quelli in italiano).

Come accedere a ClubHouse

Al momento in cui scriviamo l’accesso all’app è disponibile solamente su invito e solo su piattaforme Apple e, dunque, è possibile entrare in questo social network solamente se conosciamo qualcuno che è già utente ed è disponibile a traghettarci all’interno del servizio.

Non è ancora dato sapere quando la fase di testing verrà interrotta per lanciare il servizio al mercato di massa, ma le voci meglio informate lasciano intendere che i tempi sono quasi maturi).

Una moda passeggera o un progetto rivoluzionario?

Non sappiamo se Clubhouse sia o meno un progetto in grado di rappresentare la nuova frontiera dei social network, ma una cosa ci sembra certa: è difficile immaginare che questo servizio possa naufragare nel rumore di fondo in breve tempo.

Uno dei motivi di tale valutazione sostanzialmente positiva è rappresentata dalle caratteristiche della genesi e delprimo sviluppo dell’app. Il social network è stato fondato meno di un anno fa da Paul Davison e Rohan Seth (rispettivamente, imprenditore e ex ingegnere di Google), e in circa dieci mesi è riuscito ad accumulare due milioni di utenti iscritti (fondamentalmente poco rappresentativi, considerato che si può accedere solo su invito) e, soprattutto, una valutazione di mercato che supera già il miliardo di dollari.

Il merito di questa capitalizzazione di mercato notevole, per un neofita del panorama dei social network, è principalmente attribuibile all’intervento del fondo di investimento Andreesseen Horowitz, non certo nuovo a queste “scommesse”, che ha creduto talmente tanto da aver iniettato recentemente altri 100 milioni di dollari per stimolare lo sviluppo di quella che potrebbe presto diventare una piattaforma di riferimento nel settore.

Qual è il futuro di ClubHouse

Insomma, tutto lascia presagire che ClubHouse sia in grado di rimanere tra i protagonisti del panorama dei social network, proponendo agli utenti un modo nuovo per potersi riunire e creare condivisione, sfruttando il potere della voce.

È altresì evidente che buona parte della “fortuna” (il virgolettato è d’obbligo) di ClubHouse sia da attribuire al momento storico che stiamo vivendo, che ha stimolando la necessità e il desiderio di poter favorire il coinvolgimento in occasioni di socialità e di condivisione che vadano al di là del testo e dell’apprezzamento espresso con i Like. E quale migliore occasione di farlo, se non attraverso la voce?

Tralasciando per un attimo le finalità più idealiste, e addentrandoci in quelle più concrete, riteniamo anche che non dovrebbero mancare le modalità di monetizzazione delle conversazioni. In questo senso, già nelle prossime settimane dovrebbe essere sviluppato un sistema di “ricompensa” tramite le mance che gli utenti potranno liberamente lasciare ai creatori dei gruppi, mentre in un secondo momento potrebbero essere introdotti dei sistemi di ticketing per accedere alle stanze, o degli abbonamenti.

Si tratta pertanto di premesse particolarmente interessanti, che non dovrebbero far mancare il loro appoggio quando, nei prossimi mesi, ClubHouse dovrebbe spiccare il volo, aprendo a tutti la propria app e invadendo tutti i principali mercati internazionali, Italia inclusa, con le sue tante opportunità di socializzazione e di condivisione.