Oggi riallacciamo il filo con un mio articoletto di alcuni mesi fa, dedicato ai costi della SEO: l’occasione me la offre Andrea Moro di Web-Ma (società abruzzese che si occupa di posizionamento e web marketing), che nel guest post di cui sotto si pone alcune domande e fa alcune riflessioni sul “caro SEO”.


Per la maggior parte dei siti web on line esiste una sola e semplice equazione: più in cima si è nelle SERP (risultati dei motori di ricerca) e maggiori sono le possibilità di convertire l’utente in un cliente.Non necessariamente il sito deve essere un e-commerce. Può anche trattarsi del sito vetrina dell’azienda più piccina nell’angolo più remoto dello stivale. Anzi, a maggior ragione uno scenario come questo deve avere come unico denominatore il fattore visibilità se vuole pensare di affrontare con serenità la propria presenza sul web. Le logiche domande a questo punto sono: come posso aumentare la mia presenza sui motori di ricerca? Come faccio a rafforzare il posizionamento del mio sito con molte parole chiave? Due domande alle quali, molto genericamente, si può rispondere così: adottando tutti quegli accorgimenti necessari affinchè il sito sia ottimizzato, copra quella giusta strategia di inbound link e offra un contenuto tale da rendere interessante il proseguire della navigazione tanto per l’utente che per il motore di ricerca.Belle risposte, ma il cliente continua a non capire e continua sul suo – forse giusto – atteggiamento di business man al risparmio e ti chiede: Ma quanto mi costa? Come già detto in passato in più di una occasione, fare del SEO non è come acquistare un servizio definito dal costo certo (o quasi). Non si sta comprando un prodotto, alla cui base esiste un listino con le successive maggiorazioni del rivenditore. Acquistare un servizio di posizionamento significa acquistare la professionalità di una persona, il suo skill e le sue capacità di far fronte agli impegni presi, la sua consapevolezza che non esistono (spesso) i fine settimana e che per posizionare il cliente non ci si adopera solo con l’inserimento con i motori. Fare SEOing significa aggiornarsi quotidianamente, confrontarsi con altri operatori del settore, leggere, ricercare e fare prove. Non ci si può improvvisare, e soprattutto non si possono vendere tecniche datate che non sortirebbero alcun effetto. Fare SEO non è far SEM PPC. Ad ognuno il suo. Se pensate che il posizionamento organico sia un risultato troppo lontano da raggiungere e credete che una campagna pay per click, magari fatta in casa, sia la cosa migliore, allora non fate nemmeno perdere tempo ai poveri SEO che solo per analizzare il sito e produrre un costo veritiero necessitano anche delle ore di analisi, al contrario di uno sparato al ribasso giusto per prendere un nuovo cliente per poi dirgli: mi dispiace. Il SEO, è un mercato che si sta affollando ogni giorno di più; i motori di ricerca utilizzano complessi – e segreti – algoritmi ogni giorno più sofisticati per determinare il posizionamento e perfezionare costantemente le loro SERP al fine di evitare SPAM ed essere ingannati. Non è più come molti anni fa, quando bastava nascondere la parola “sesso” nel meta-tag per dirottare miliori di persone verso siti che quanto a pertinenza erano prossimi allo zero. Fenomeni come il keyword stuffing, e più in generale tutte le black hat seo, hanno sempre minore efficacia (per fortuna). A questo punto dovrebbe essere sufficientemente logico che quando si ha bisogno di un SEO, quello che si sta cercando sono solo reali competenze. Sapendo questo, siete ancora disposti a procedere ad aste al ribasso per portarvi a casa il primo SEOidiota di turno che vi propone il posizionamento garantito a soli 150 euro? Magari questa persona potrà anche pensare di essere un professionista, o forse lo sarà pure. Ma onestamente parlando, riuscireste voi a mandare avanti attività che il più delle volte (nella mia media) prevedono 1 mese di lavoro – spalmati su 12 mesi dell’anno – con soli 150 euro? Magari Iva compresa, che tradotti al netto della tassazione significa portare a casa 40 euro per se e per la propria famiglia? Esorto quindi tutti ad una riflessione estiva. Per i fornitori, a non – passatemi il termine – calarsi le braghe ogni volta che si prospetta qualche nuova possibilità, perchè prima o poi ci sarà l’intoppo e quando il cliente poi dovrà pagare ben più dei 150 euro preventivati, non solo si perderà un cliente, ma si sarà rovinato un anello del mercato che non avrà a questo punto più fiducia nel servizio che verrà bollato come inutile. Riflessione poi anche per gli utenti / clienti. Pensate prima di comprare un servizio se veramente l’amico o l’agenzia del parente alla quale vi state rivolgendo sia la più adatta alle vostre esigenze. Non necessariamente bisogna rivolgersi alla megasuperditta che chiede ventimila euro come cifra minima; ma siate anche meno monolitici e non fissatevi sul primo suggerimento che ricevete o sul primo fornitore che trovate. E poi, abbiate almeno l’accortezza di sincerarvi se veramente, quello con cui state parlando, è un SEO professionista o meno ponendogli alcune domande.