Lo ripeto da tempo: la pubblicità non la vede più nessuno, il CTR sui banner è in caduta libera e gli editori hanno sempre maggiori difficoltà a trovare nuove forme/formati per mantenere quantomeno stabili le revenue (mentre i brand lottano per ottenere una visibilità che non trovano più all’interno di un bannerino).
Proprio dal fronte delle “nuove forme/formati” pubblicitari arriva questa idea di Solve Media, che ho trovato per certi versi geniale
In pratica il TYPE-INs (questo il nome del prodotto di Solve Media) è un sistema che integra il banner all’interno di un Captcha, chiedendo all’utente di scrivere il contenuto del messaggio promozionale che si trova nel form per procedere oltre.
Le solite lettere e numeri distorti vengono sostituiti dal nome del brand o dal motto del prodotto/servizio riportato all’interno del banner:
Il fatto di focalizzare l’attenzione, memorizzare il testo e quindi riscriverlo pare possa portare grossi benefici al marchio promosso nell’annuncio: l’Università della Pennsylvania ha condotto uno studio approfondito sul TYPE-INs, concludendo che il sistema accresce la brand recall del 111% e il message recall di ben 12 volte (rispetto ad un “classico” banner statico).
Concludendo
Il TYPE-INs interpreta la famosa regola del “mostra la pubblicità dove la gente guarda”. In un’epoca nella quale i banner stanno diventando invisibili, Solve Media posiziona gli annunci dove l’occhio è obbligato a vedere, e in più spinge (anzi obbliga) l’utente a leggere e scrivere quanto contenuto nell’inserzione.
Sarà un successo?
- Internet Business Specialist


18 risposte
L’idea è brillante, direi geniale.
D’altro canto è però il sintomo della caccia all’ultimo “pixel” libero…
Con l’avvento dei Social l’advertising sarà sempre meno esposizione e più coinvolgimento/interazione.
I banner ci sono e ci saranno, come i mega-poster ai lati delle strade, ma la visibilità e l’attendibilità subiranno una sensibile riduzione.
L’idea è interessante
Non so però come sarà percepito dagli utenti visto che tutti odiano i captcha
Sono d’accordo, il captcha obbliga a memorizzare. Però irrita.
Il rischio è che il fastidio si trasmetta al soggetto reclamizzato. Ed è un bel rischio.
Anche io andrò controcorrente, ma mi pare un’idea geniale. Un modo costruttivo per monetizzare un meccanismo che è ormai all’ordine del giorno…
Secondo me i captcha sono il male, soprattutto per l’accessibilità.
E’ sicuramente uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi del marketer, ma questo non significa che produca dei risultati. Il captcha notoriamente abbatte il rapporto di conversione (anche se in certi casi per adesso non si vede una alternativa valida), quindi è un momento di disturbo per il cliente, è qualcosa che ostinatamente si interpone fra lui ed il suo obiettivo (che dovrebbe essere anche il nostro). Non credo che in quel momento obbligarlo a scrivere il motto di una azienda migliori la percezione del marchio. Un po’ come la pubblicità nei bagni dell’autostrada, se la mettiamo dove la gente guarda, da allora in poi, a cosa assoceranno il marchio?
Esattamente! Io la penso come Luca. Questi strumenti li vedo bene come barriere per poter accedere ad aree protette, in grado di sostituire magari sistemi di micro-pagamenti. Quindi ottimo per scaricare un file, un ebook gratuito o quant’altro.
Vado controcorrente rispetto ai commenti precedenti.
A me sembra un opzione in più nel paniere di prodotti pubblicitari per noi publisher.
Questo tipo di pubblicità però secondo me non funzionerebbe nei blog, perché potrebbe spingerti a non commentare. Ma in tutti quei siti dove inserire il captcha è un esigenza. Ad esempio può essere essenziale per quei siti che offrono materiale free da scaricare e che oggi non riescono a monetizzare in alcun modo. Vuoi scaricare? inserisci il captcha dello sponsor e sono contenti entrambi: l’utente col programma e lo sponsor per la visibilità e l’attenzione.
Ci avevano già pensato nel 2007 a una storia del genere
http://exploit.blogosfere.it/2007/01/captcha-con-pubblicita-quanto-e-sicura.html
http://www.simonecarletti.it/blog/2007/01/questo-si-che-e-marketing-anzi-advertising-anzi-captcha-advertising/
eppure non si è diffusa tale idea.
Chissà se è il momento giusto
A me sembra un’ottima idea, per la serie “perche’ non ci ho pensato prima”, anche perche’ i captcha non puoi proprio permetterti di bloccarli con l’AdBlock.
Bhè a me sembra quasi una azione di marketing e comunicazione alternativa tesa a sfruttare in modo simpatico e meno fastidioso il captcha.. (meglio una frase che i numeri che a volte sono veramente incomprensibili!!!)…
Non condivido l’idea di “corsa all’ultimo spazio” in quanto è ben piu fastidiosa la pubblicità che si apre su repubblica o sta stramaledetta canzoncina con Cassano che parte non appena si sfiora il video…
Non mi fa impazzire questa pubblicità, e come sostengono anche gli altri non la vedo così interessante ai fini di marketing.
Qui si va sempre più sul permission marketing e invece come dice giustamente dario, questo diventa interruption marketing…
il tempo ci darà le giuste risposte alle domande che ci poniamo ora..
… beh allora varrebbe la pena “riscoprire” la pubblicità nel bagno dell’autostrada. A parte gli scherzi, mi sembra più un ostacolo, o meglio, un invadenza nel rapporto fra utente e proprietario del sito.
Mah, qua si va addirittura oltre l’interruption marketing…
a me sembra una cazzata perche’ se la scritta e’ semplice puoi bypassarla con gli ocr automatici e via di bot che ti entrano nel sito oppure qualcuno creera’ un plugin per firefox per scrivere in automatico la frase
il vantaggio dei captcha e’ che sono difficili da riconoscere con gli ocr se scriviamo in maniera semplice non sara piu’ cosi
l’unica differenza e’ che prenderemo soldi dai bot
Allora potrebbero usare tali slogan pure per password imposte all’utente, PIN del bancomat, ………
Questa è proprio una ca
una vera cazza
una grande
gigantesca
strepitosa
ca*a*a!
Però i captcha funzionano sul presupposto che il contenuto non è prevedibile, mentre quello di un banner lo è a meno che non si producano decine di migliaia di versioni dello stesso banner ognuna con un testo diverso da far imputare all’utente.
Questo significa che se devo fare 100.000 impression di un banner ho 99.999 probabilità che il captcha non serva a niente: basta che sia interpretato la prima volta.
E’ la classia corsa all’occupazione dell’ultimo spazio pubblicitario reale o virtuale che sia. Il sovraccarico di advertising si farà sentire anche qui e l’attenzionalità diminuirà progressivamente, con il passare del tempo e della familiarità rispetto al meccanismo (mi aspetto di trovare un messaggio promo ovunque). Il futuro della comunicazione online passa sempre più dal coinvolgimento e sempre meno dall’esposizione.