aumentare le pagine visualizzate

Fino a quando non cambierà la logica secondo cui “più pagine fa il sito, più si guadagna con la pubblicità”, è chiaro che i webmaster cercheranno in tutti i modi di aumentare le pageview.

Qualche giorno fa, un blogger mi ha detto – con toni piuttosto disperati – che non riesce a fare più di 1,5 pagine per visita, anzi molto spesso solo una: “i miei lettori entrano, leggono il post, e fuggono via.”

La cosa è piuttosto normale per un blog, ma ci sono alcune tecniche che voglio suggerirti per cercare di diminuire il bounce rate e aumentare di conseguenza le pagine visualizzate nella singola sessione.

Premetto che alcune di queste tecniche potranno essere giudicate dai “puristi” un po’ evil, cose che a lungo andare possono danneggiare la user experience dell’utente (e di conseguenza creare disaffezione), pertanto sta alla sensibilità del singolo scegliere se e quali di queste utilizzare.

Usare i correlati

WordPress offre un gran numero di plugin in grado di gestire i post correlati, i più visti o i più commentati.

Penso sia utile utilizzare soprattutto il primo plugin, mentre nutro qualche dubbio sul mostrare i post più visti e/o più commentati: la cosa potrebbe infatti incentivare la visualizzazione e il commento sempre allo stesso ristretto numero di articoli, grazie ad un effetto di “autoalimentazione” (= i post più visti rimangono sempre ai vertici della classifica e continuano a ricevere visite, rimanendo di conseguenza i più visti).

Ultimamente vanno “di moda” anche alcuni widget che visualizzano i correlati in un piccolo box in fondo a destra della pagina, box che però emerge solo quando si scorre verso il basso: fra questi cito The Slide e Sailthru Concierge.

Interlinkare gli articoli

Tecnica spesso sottovalutata ma estremamente efficace: consiste semplicemente nel linkare fra loro, se e quando possibile, i singoli post del blog.

Risulta molto più efficace dell’uso dei semplici correlati, in quanto il link immerso nell’articolo risulta immediatamente “a portata di click” (e non in un’area separata), e ritengo sia più efficace anche ai fini della SEO (puoi infatti scegliere quanti e quali post linkare, e il relativo anchor text).

Rimango invece molto scettico circa l’uso di plugin che linkano automaticamente certi post, pagine, categorie e tag (come SEO Smart Link) e/o ad altri URL predefiniti (come Cross-linker), in quanto si rischia di perdere il controllo sia sulla quantità di link inseriti in un post (il troppo stroppia) che sulla qualità.

Cta SEO

Spezzare i post

Se sulla home page del tuo blog pubblichi per intero i tuoi post, rischi di incappare in 2 problemi.

Il primo, è quello del contenuto duplicato: i motori di ricerca, infatti, troveranno lo stesso testo pubblicato contemporaneamente in 2 URL dello stesso sito (la home e l’articolo stesso), e potrebbero fare un po’ di confusione.

Il secondo, è quello che il lettore atterra sulla home page, legge gli articoli (pubblicati integralmente) e se ne va.

Ecco perché è bene utilizzare il “continua a leggere“, sia per evitare la duplicazione che per invogliare l’utente che legge una porzione di contenuto e proseguire la lettura cliccando appunto sul “Read More“.

Alcuni (io no) utilizzano questa tecnica anche nel feed RSS: anziché offrire il feed completo ne mostrano una piccola porzione, obbligando di fatto i lettori del feed a leggere l’articolo sul blog (e guadagnando, di conseguenza, una pageview). Per impostare il feed spezzato è sufficiente entrare nella Bacheca di WordPress e quindi in Impostazioni -> Lettura -> Per ciascun articolo in un feed, mostra: Riassunto (anziché Tutto il testo).

Infine una tecnica interessante è quella di frammentare i post lunghi in più “uscite”: se hai scritto un pezzo di 3.000 parole, probabilmente è meglio ricavarci 3 post da 1.000 parole l’una, per evitare di tediare i tuoi utenti con una lettura troppo lunga e impegnativa. Ogni post linkerà di conseguenza gli altri 2, contribuendo all’aumento delle pageview (e creando anche l’attesa per il seguito della storia).

Inserire un box di ricerca

Di solito un form per cercare all’interno dei contenuti del blog è già inserito nel tema del tuo blog, ma se così non fosse puoi utilizzare un motore esterno, come il servizio (gratuito) offerto da Google Ricerca Personalizzata.

Penso invece da tempo che la tag cloud sia ben poco utile, e per certi versi sembra pensarlo anche Matt Cutts.

Le foto e i video creano stanzialità e persistenza dell’utente. Lo sa bene AOL, che nelle sue linee guida ha posto proprio i video al centro della strategia.

Ma le foto? su questo punto occorre stare molto attenti: praticamente la totalità degli slider/plugin che permettono la creazione/gestione di gallerie di foto caricano tutte le immagini all’interno dello stesso box, e quindi non vengono generate o refreshate pagine al caricamento di una nuova foto.

Cio’ significa che aumenterà il tempo dell’utente del sul sito, ma NON il numero di pagine visualizzate (a meno di non trovare uno slider che ad ogni foto vista generi una pageview… se lo conosci, parla).

Concludendo

Fare più pagine aumenta proporzionalmente la possibilità di fare più soldi: sia che tu venda i banner in modalità CPM (=pagati in base al numero di visualizzazioni) che CPC (=pagati in base al numero di click), se generi più pagine è inevitabile che le tue revenue crescano.

Ma prima di tutto ricorda di mettere l’utente al centro: obbligarlo a percorsi tortuosi all’interno del tuo sito solo per fare qualche pageview in più rischia di rivelarsi un pericoloso boomerang, causando col tempo la disaffezione e quindi fuga dei lettori verso altri lidi.

Alla lunga è forse meglio una pagina visualizzata in meno, ma un lettore soddisfatto in più.