Se il fatto fosse avvenuto, diciamo, un 8-9 anni fa, in pieno periodo (di prebolla) neweconomista, sarebbe stato assolutamente nella norma. Leggere invece del lancio di un nuovo portale web oggi, 13 settembre 2007, mi pare cosa assolutamente fuori tempo. E nella news si parla pure di programma di espansione nei prossimi 18 mesi, con il lancio di altri 14 (!) portali locali in vari altri paesi. AOL Italia è troppo portale, troppo identico a Alice/Virgilio, Libero, Tiscali ed enne altri cloni. Ha la sua ricerca, le sue news, il suo sport, le sue celebrità e tante altre belle cosine… che hanno anche tutti gli altri portali. Offre l’email, lo spazio per le foto e i video… peccato che Gmail, flickr e YouTube abbiano già un “piccolo” successo in Italia. Ma, dico io, se arrivi fresco fresco dagli USA, e lanci oggi un portale web (parola che mi fa toccare ferro), in un paese dove ce ne sono già attivi altri millemila, che successo puoi ottenere? Come fai ad attirare gli utenti? Come fai a generare utili? E’ vero, i più importanti portaloni nostrani generano milioni di pagine (e quindi introiti pubblicitari), ma perchè spesso hanno una loro vecchia storia online, come internet provider (vedi Libero o Tiscali) o motore di ricerca (vedi Virgilio). AOL.it invece non ha una storia (almeno da noi) e non sembra offrire qualcosa di unico o innovativo. Poi magari mi sbaglio, e dietro quel bottone rosso c’è davvero qualcosa che trasformerà il web. P.S.: e comunque non riesco proprio ad immaginarmi Italia On Line (ve la ricordate, vero?) che apre IOL USA 😀 DISCLAIMER: post un pò acido e pungente, scritto in un momento di profondo odio verso tutto ciò che puzza di new economy 2.0: AOL, purtroppo, passava di lì in quel momento 🙂