ad clutter

La parola clutter può essere tradotta in italiano come “caos”, oppure “confusione”.

Ma quando il termine è associato al mondo della pubblicità, il significato cambia leggermente: diventa qualcosa di simile a overdose, a eccesso (come ci spiega anche Wikipedia).

Insomma, l’Ad Clutter non è solo un fastidio, ma può essere addirittura considerato come un pericolo: vediamo perchè.

L’Ad Clutter non produce alcun beneficio

L’Ad Clutter è un ostacolo che non permette di ottenere l’attenzione dei consumatori.
Possiamo definire l’Ad Clutter come l’eccesso di annunci pubblicitari all’interno di una pagina web, al punto di arrivare ad un degrado della user experience dell’utente.
Burst ha effettuato un sondaggio su oltre 4.000 utenti web per meglio comprendere due cose: in che mondo l’Ad Clutter può impattare (da un lato) sulla user experience dell’utente, e (dall’altro) sulla percezione che l’utente ha degli inserzionisti.

  • l’Ad Clutter non è tollerato dai visitatori di un sito web – molti abbandonano il sito quando lo ritengono troppo pieno di banner
  • l’Ad Clutter può impattare negativamente sulla percezione che ha un consumatore nei confronti del prodotto o servizio che viene pubblicizzato
Cta Digital Marketing

I siti troppo pieni di banner creano un disservizio a editori, inserzionisti e utenti

L’Ad Clutter infastidisce

Il sondaggio di Burst ha rilevato che i rispondenti accettano che appaia della pubblicità sulle pagine web.
Tuttavia, la maggioranza (52,6%) non tollera più di due annunci per ogni pagina.
Un quarto degli intervistati (27,3%) dice di tollerare solo un annuncio per ogni pagina, un altro quarto (25,3%) al massimo due annunci.

L’Ad Clutter impatta negativamente sugli utenti e li porta ad abbandonare il sito.
Più di un quarto (29,9%) degli intervistati ha risposto di lasciare immediatamente il sito se lo trova troppo pieno di banner.
Le donne sono più propense ad abbandonare il sito rispetto agli uomini – 32,1% contro 27,5%.

L’Ad Clutter diminuisce l’efficacia degli annunci
I tre quarti (75,5%) degli intervistati che rimangono su di un sito zeppo di annunci, dicono di prestare meno attenzione ai banner che compaiono sulle pagine.
Su questo punto sono tutti concordi, uomini e donne, di tutte le fasce di età e di reddito.

L’Ad Clutter crea un impatto negativo sulla percezione del brand

Il dato più clamoroso di questo sondaggio è l’impatto negativo che l’Ad Clutter crea nella percezione del consumatore nei confronti dei prodotti o servizi pubblicizzati.
Uno su due (52,4%) ha risposto di avere una opinione meno buona di un inserzionista quando l’annuncio compare sopra una pagina zeppa di banner.
Sulle donne la cosa impatta più negativamente che sugli uomini, il 56,4% contro il 48,3%.
Inoltre, l’impatto negativo aumenta con l’aumentare dell’età dell’utente – passando dal 46,8% dei 18-24enni al 63,2% degli over 55enni.

Combatti l’Ad Clutter

Se sei un inserzionista, scegli i siti sui quali farti pubblicità in modo saggio.
L’Ad Clutter diminuisce l’efficacia degli annunci, e può impattare negativamente sulla percezione che gli utenti hanno del tuo brand.
Di conseguenza, l’Ad Clutter può essere visto come un “costo nascosto”, che avrà un impatto negativo sull’efficacia del messaggio e, di conseguenza, sul ROI.
Per combattere l’Ad Clutter lavora con partner affidabili che offrono la massima trasparenza sul posizionamento dei tuoi annunci, ed assicurati che i tuoi banner non siano piazzati su siti pieni zeppi di altri annunci dove devono lottare per guadagnare l’attenzione dell’utente.

Se sei un editore web, pensa attentamente al design del suo sito.
Anche se un numero minore di banner ti porterà delle revenue più basse, una maggior soddisfazione degli utenti ti aiuterà a far crescere la tua audience e ad avere un miglior rapporto con gli inserzionisti.

Fonte: The Perils of Ad Clutter.