Google Bombing (o Google Bomb) significa letteralmente “bombardare Google”.

Ma bombardare con cosa? A quale scopo? E Google come gestisce il Googlebombing? In questo articolo troverai risposta a tutte le tue domande sul tema.

Google Bombing è sinonimo di Link Bombing?

Quasi, possiamo infatti dire che viene sfruttata la falla di uno dei principali fattori di ranking di Google: i link.

Un link, soprattutto se da un sito pertinente/rilevante verso un altro sito, si può considerare come un voto positivo, che influenza quindi il posizionamento della risorsa linkata: se su tante pagine vengono messi link verso una certa risorsa, questa tende di conseguenza a salire nelle SERP di Google.

Ma la chiave del Googlebombing non è tanto il link, quando l’anchor text (in poche parole, il testo sottolineato in blu utilizzato per linkare): spesso viene scelto un testo di ancoraggio che associa uno o più termini offensivi o oltraggiosi alla risorsa linkata, che quindi finisce per posizionarsi sul motore di ricerca per quella parola chiave.

Riassumendo: tanti link, con tanti anchor text fuorvianti, puntati verso la pagina che si vuol posizionare su Google con quel termine. E il bombing è servito.

Che scopo ha il Google Bombing?

In molti casi ci sono ragioni politiche o di attivismo sociale, legate alla protesta/dissenso verso un certo personaggio. In altri casi possiamo parlare solo di scherzi di cattivo gusto.

“Miserable Failure” e altri esempi di Google Bombing

Se non hai ancora ben capito di cosa stiamo parlando, ti mostro qualche esempio di Googlebombing.

Il più noto e citato è probilmente “miserable failure” (miserabile fallimento), che fu associato a George Bush a più riprese nel corso degli anni (qui sotto un paio di casi).

Google Bombing Miserable Failure

Non andò meglio a Tony Blair, che nel 2005 compariva cercando il termine “liar”.

Google Bombing Blair Liar

Nel 2014, chi cercava “quanto è alto un nano” trovava invece un box con l’altezza di Silvio Berlusconi.

Google Bombing Berlusconi Nano

Google Bombing su Google Immagini

Se per il Googlebombing verso le pagine testuali si utilizzano link con precisi anchor text, per le fotografie vale il discorso dell’ottimizzazione delle immagini ai fini SEO.

L’immagine che si vuole “bombardare”, oltre ad essere inserita in un testo a tema con l’azione di bombing, dovrebbe avere:

  • un nome descrittivo, con dentro la parola chiave in questione;
  • l’attributo ALT (ed eventualmente il TITLE) con la stessa chiave;
  • eventualmente anche la didascalia con la medesima keyword.

Un caso recentissimo è quello di Donald Trump (associato al termine “idiot”).

Google Bombing Trump Idiot

Ma ricordo anche un illustre precedente: nel 2009 fece scalpore l’immagine di una scimmia associata a Michelle Obama.

Google Bombing Michelle Obama

In quel caso Google intervenne inserendo sopra l’immagine un avviso molto simile ad un banner pubblicitario, nel quale spiegava che alcuni risultati di ricerca possono essere offensivi.

Cosa è invece il Google Bowling?

Potrei definirlo come la versione black hat del Google Bombing: se col bombing si fa salire una risorsa bombardandola di link, con il bowling la risorsa finisce con l’essere penalizzata in quanto i link sono troppi e di scarsa qualità.

Se questa tecnica funzionava bene parecchi anni fa, oggi Google conosce piuttosto bene i siti di pessima qualità (che vengono utilizzati per questo genere di attività) e azzera quindi il valore del link in uscita da questi siti prima che ti possano colpire: intendo dire che se una volta un link da un pessimo sito era considerato da Google come un voto negativo, oggi – a partire dal rilascio dell’ultimo Penguin – viene semplicemente ignorato… e quindi non potrà danneggiarti.

Google può bloccare il Google Bombing?

La risposta, anche se un po’ datata, la puoi trovare sul blog ufficiale di Google, in un post del 16 settembre 2005 firmato da Marissa Mayer.

Quell’articolo nacque a seguito della lamentela di alcuni utenti che cercando [failure] o [miserable failure] sul motore di ricerca ottenevano come risposta la pagina dell’allora Presidente Bush sul sito ufficiale della Casa Bianca.

Ecco la risposta della Mayer:

I risultati di ricerca di Google sono generati da programmi per computer che classificano le pagine web esaminando il numero e la popolarità dei siti che le linkano.

Tuttavia, utilizzando una pratica chiamata googlebombing, alcuni burloni possono occasionalmente produrre risultati strani. Nel caso specifico, un certo numero di webmaster ha utilizzato i termini [fallimento] e [miserabile fallimento] per descrivere e linkare il sito del Presidente Bush, spingendolo così in alto per quelle parole.

Non tolleriamo la pratica del googlebombing o qualsiasi altra azione che tenti di compromettere l’integrità dei nostri risultati di ricerca, ma siamo anche riluttanti a modificare manualmente i risultati per evitare che questi elementi vengano visualizzati.

Scherzi come questo possono essere fonte di divertimento per qualcuno, ma non vanno ad alterare la qualità complessiva del nostro servizio la cui obiettività, come sempre, rimane al centro della nostra missione.

Google ribadì nuovamente il concetto nel 2009, a seguito del bombing su Michelle Obama:

A volte i risultati di ricerca di Google possono includere contenuti disturbanti, anche da domande innocue. Ti assicuriamo che le opinioni espresse da tali siti non sono in alcun modo approvate da Google.

I motori di ricerca riflettono il contenuto e le informazioni disponibili su Internet. Il posizionamento di un sito nei risultati di ricerca di Google dipende in gran parte da algoritmi che utilizzano migliaia di fattori per calcolare la pertinenza di una pagina per una determinata query.

Le convinzioni e le preferenze di coloro che lavorano su Google, così come le opinioni del pubblico in generale, non determinano o influenzano i nostri risultati di ricerca. Singoli cittadini e gruppi di interesse pubblico ci sollecitano periodicamente a rimuovere particolari link o a sistemare diversamente i risultati si ricerca.

Sebbene Google si riservi il diritto di indirizzare queste richieste individualmente, Google considera l’integrità dei suoi risultati come una priorità estremamente importante. Di conseguenza, non rimuoviamo una pagina dai nostri risultati semplicemente perché il suo contenuto è impopolare o perché riceviamo reclami a riguardo. Rimuoviamo tuttavia le pagine (o i siti) che crediamo violino le nostre Istruzioni per i Webmaster, se ci viene richiesto dalla legge o su richieste del webmaster responsabile della pagina.