Guadagnare Online, Etica e Psicologia

E’ possibile fare soldi online, in modo etico? Posso lavorare su Internet e guadagnare (bene), senza fare cose illegali/immorali? Quali leve psicologiche devo sfruttare, senza essere troppo evil?

Mi interrogo spesso su questi temi, e un paio di mesi fa ho ammesso che non ha mai fatto i “soldi veri” su Internet probabilmente perché non ho mai lavorato borderline, o in settori che non mi avrebbero fatto dormire sereno la notte.

Oggi vorrei approfondire un pochino il tema con un paio di nuove riflessioni, che andranno anche a toccare temi legati alla psicologia.

I Bisogni degli Utenti

Non puoi far soldi online con qualsiasi cosa ti passa per la testa.

La storia del “guadagna con le tue passioni” è fondamentalmente falsa: ci sono settori dove proprio non girano soldi, o dove il tema che tratti interessa solo a te e ad altri 4 gatti.

O peggio settori dove le persone sono abituate solo a scroccare, magari perché sono state “educate” male, o magari perché hai attratto nel corso del tempo il pubblico sbagliato, che anche se numeroso non è disposto ad acquistare nulla da te.

I soldi si fanno da bisogni che l’utente deve soddisfare a pagamento, dove NON ci sono alternative gratuite. O dove le alternative gratuite necessitano di molto tempo e know-how per essere applicate.

Mi spiego meglio con un esempio. L’editoria online, come ho scritto un sacco di volte, è messa male perché ha sempre regalato tutto. Per l’utente medio è impensabile pagare l’accesso ad un sito o ad un blog, perché quasi tutte le informazioni generaliste sono oggi disponibili gratuitamente, replicate/duplicate su centinaia di siti web.

Viceversa, se hai bisogno di informazioni finanziarie puntuali e di enorme qualità, è probabile che sarai costretto a pagarle: il Financial Times ha infatti diverse decine di migliaia di abbonati, la maggior parte dei quali all’edizione digitale del giornale.

Quali sono dunque i bisogni (primari e secondari) dell’uomo?

  • I bisogni primari sono quelli indispensabili, fisiologici, come mangiare, bere e dormire: senza queste cose non si sopravvive.
  • Ci sono poi tanti altri bisogni, come quelli di sicurezza, appartenenza, stima e autorealizzazione, che lo psicologo Abraham Maslow identificò e catalogò nel 1954 all’interno di una piramide.
La Piramide dei Bisogni di Maslow

I bisogni secondari sono quelli che migliorano la nostra vita e che cambiano nel corso del tempo (in base al progresso e allo sviluppo tecnologico e culturale): avere una connessione ad Internet non era un bisogno 40 anni fa, come non lo era uno smartphone 20 anni fa… semplicemente perché quelle 2 cose non esistevano.

Una volta soddisfatti i bisogni primari, ecco che nell’uomo nasce il bisogno di quelli secondari. Ed ecco che entra in azione colui che strutta questi bisogni per guadagnare.

Sfruttare i Bisogni su Internet

Personalmente NON credo sia facile trovare i bisogni passando da Google Trends: in quel modo si trova ciò che la gente cerca, che potrebbe essere cosa ben diversa da ciò che compra.

Partendo invece dal concetto dei bisogni primari e secondari, posso assicurarti che i 4 bisogni “sempreverdi” con cui guadagnare online sono:

  1. Fare soldi (siti e tecniche di trading, forex, opzioni binarie, bitcoin e criptovalute, scommesse, gioco d’azzardo).
  2. Stare bene/meglio (prodotti di dimagrimento, programmi di alimentazione corretta e nutrizione, aumento della massa muscolare, prodotti di bellezza).
  3. Giocare/divertirsi (videogiochi e applicazioni mobile).
  4. Conoscere qualcuno dell’altro sesso (siti di incontri di ogni genere e specie).

Se noti, sono cose che vanno a toccare praticamente tutti i livelli della piramide, e sono fra i prodotti/servizi più venduti e promossi da tutti programmi di affiliazione esistenti al mondo.

La Deficienza degli Utenti e l’Etica del Guadagno

Non credo che fare soldi sia sbagliato. Semmai è sbagliato approfittare dell’ingenuità e dalla stupidità degli utenti.

Ed ecco che entra il gioco il discorso dell’etica.

Siamo letteralmente circondati da “boccaloni”, persone che credono a qualsiasi cosa, come ha dimostrato di recente la pagina farlocca della Volkswagen (ora rimossa da Facebook) che prometteva di regalare 800.000 auto: in pochissime ore la pagina ha totalizzato decine di migliaia di fan, condivisioni e commenti, da parte di persone convinte che 1) la pagina fosse ufficiale e 2) ci fosse davvero il modo di vincere un’automobile semplicemente scrivendone il colore in un commento.

Pensa addirittura che uno dei più noti raggiri online, la famosa “truffa alla nigeriana”, si dice risalga al lontano 1994: praticamente è nata assieme al web. 🙂

Puoi quindi ben capire che è molto facile approfittare su Internet di questa moltitudine di analfabeti funzionali, promettendo loro facili guadagni, miglioramento della salute o l’incontro del partner ideale.

Ma col prodotto/servizio che promuovi, pensi davvero di poter garantire queste cose? O punti solo a spillare soldi dalle loro tasche?

Conclusioni

Nell’internet marketing gira da sempre un termine, purtroppo assai abusato: dare valore.

Dare valore, per me, è fare in modo che chi fruisce (gratuitamente) dei nostri contenuti, o chi acquista da noi una consulenza (e quindi paga), possa sempre e comunque ritrovarsi arricchito, non solo economicamente. Dovrebbe vedere la sua vita migliorata, anche se di poco. E MAI sentirsi truffato o derubato.

Quando regali o vendi qualcosa, sei in grado di rispettare questa promessa?