Google Phantom Update

Il nome Phantom Update nacque circa 2 anni fa, probabilmente ad opera di Glenn Gabe di G-Squared Interactive. Fra l’8 e il 9 Maggio 2013, infatti, ci fu un grosso scossone nelle SERP del motore di ricerca: qualcuno pensò al Penguin 2.0, che arrivò solo un paio di settimane più tardi (fra il 22 e il 23 Maggio 2013). L’aggiornamento dell’8-9 Maggio fu invece smentito da Google, e Glenn Gabe si inventò quindi il nome di “Phantom Update”, ovvero “Aggiornamento Fantasma”.

Google Phantom Update in azione

Secondo Gabe, alcune delle caratteristiche comuni a vari siti colpiti da questo primo Phantom furono:

  • Link in uscita: uno dei siti colpiti aveva moltissimi link innaturali in uscita. Non era un sito spammoso, o una directory, ma linkava moltissimi siti senza usare il nofollow (quando invece una buona parte di questi link avrebbe dovuto essere “sterilizzata”). Era un sito potenzialmente leader nel suo settore, ma stava violando le linee guida di Google riguardo i link.
  • Cross Linking: due siti colpiti erano linkati reciprocamente in modo molto pesante, e con testi ancorati molto spinti.
  • Profilo link (passato e presente) a rischio: tutti e 4 i siti analizzati avevano un profilo link a rischio di penalizzazioni. Roba che puzzava di Penguin 1.0, insomma.
  • Scraping Content: due dei siti colpiti avevano contenuti copiati da altri siti, non in quantità enorme, ma comunque abbastanza per essere notati da una analisi manuale. Uno includeva estratti di altre pagine web, ma le linkava. L’altro, invece, aveva porzioni di testo più grandi e non linkava le fonti originali. [Ricordo che Google dichiarò guerra agli scraper site ad Agosto del 2011].
  • Già colpiti dal Panda: tutti e 4 i siti analizzati sono stati colpiti da almeno un Panda. Due a Febbraio 2011, uno a Luglio del 2012 e uno a Settembre 2012.

Il calo di traffico, per i siti colpiti, fu nell’ordine del 60%. Come per il “Phantom 2″…

Phantom Update 2 – Quality Update

Dalla fine dello scorso mese, e precisamente attorno al 29 Aprile 2015, sono comparse altre forti oscillazioni in SERP (sia verso il basso, che verso l’alto).

Google Phantom Update 2

In questo caso qualcuno ha pensato all’ennesimo Panda, e anche stavolta Google ha smentito l’update. Glenn Gabe, però, ha notato alcune similitudini con il primo Phantom, e ha infatti battezzato questo ennesimo “update fantasma” col nome di Phantom 2. Chi va a colpire il Phantom 2? Su cosa si focalizza? Secondo Gabe, come per il Phantom 1, questo aggiornamento ha colpito siti con contenuti di scarsa qualità. Molti di questi siti avevano già avuto a che fare con il Panda in passato. Scendendo più in particolare, Gabe ha analizzato a fondo il Phantom 2, appuntando similitudini e differenze rispetto al suo predecessore:

  • Mobile-Friendly: l’update non avrebbe risparmiato i siti già “a prova di smartphone”.

    Phantom Update 2 e il Mobilegeddon

    Quindi il “Mobilegeddon” del 21 Aprile 2015 non è in alcun modo collegato al Phantom 2.

  • Pagine Tag: uno dei colpi più duri l’han subito le pagine tag di un sito, ben posizionate per diverse parole chiave prima dell’update. Tali pagine erano davvero orrende, simili ad un enorme elenco di link che puntava ad altri contenuti del sito… e per di più, erano pagine con all’interno a loro volta altri tag correlati, e con lo “scroll infinito”. Una sorta di “trappola per bot”. E’ incredibile come queste pagine fossero ben posizionate prima del Phantom 2, vista anche la pessima user experience che offrivano all’utente (aprivano addirittura dei pop-up). E sai quante pagine erano? 12 milioni! Sullo stesso sito!

    Phantom Update 2 e le Pagine Tag

    [Qualcuno ricorda la “penalizzazione da Tag Excess“?]

  • Contenuti inconsistenti, click bait, contenuti supplementari di bassa qualità e “stacked video”: un’altra tipologia di contenuti colpita dal Phantom 2, è quella di pessima qualità: molte delle pagine utilizzavano tecniche di click bait, erano di pochi paragrafi, e il contenuto principale era circondato da un gran quantità di contenuto supplementare di bassa qualità, che rovinava irrimediabilmente la user experience. Un caso emblematico sono le pagine di questo tipo:

    Phantom Update 2 e Stacked Video

    un lungo elenco di video “impilati”, affiancati da banner pubblicitari.

  • Design scarso e contenuti generati dagli utenti di bassa qualità: un altro caso analizzato da Gabe è stato quello di un sito con un design molto vecchio (del 1998), con font molto piccoli, e un sacco di testo e di link sulle pagine. Anche qui, siamo di fronte ad una pessima user experience. Altro problema, quello dai contenuti generati dagli utenti: Gabe ha notato pagine con commenti vecchi, inutili, che non fornivano alcun valore. Insomma, aggiungere commenti di scarsa qualità a contenuto di scarsa qualità, è stato fatale.
  • Directory: il Phantom 2 ha colpito anche alcune directory, di pessima qualità, con banner ingannevoli mescolati ai contenuti.

    Phantom Update 2 e Directory

    [Qualcuno ricorda il Top Heavy Update?]

  • Link: fino ad ora abbiamo parlato quasi solo di contenuti… ma i link? Gabe ha analizzato diversi siti, con un link profile notevole: non si parla di migliaia di link per dominio, ma milioni o decine di milioni. Alcuni di questi hanno avuto un aumento di link in entrata a partire da gennaio 2015, che poteva sembrare innaturale: link da siti di bassa qualità, da siti partner, da domini dello stesso proprietario. In altri casi, però, il profilo link degli ultimi 6-12 mesi era buono: link da grandi editori, grandi brand, domini di qualità. Ecco 2 casi di siti colpiti dal Phantom 2, con un profilo link stabile nel corso dell’ultimo anno:

    Phantom Update 2 e Link

    A rendere le cose ancora più complesse, ci sono stati siti con un profilo link di bassa qualità che dopo il 29 Aprile 2015 han guadagnato posizioni. Gabe è quindi propenso a pensare che il Phantom 2 sia un update più focalizzato sui contenuti, che sui link.

  • Contenuti “How-To” (come fare a): infine, secondo NBC News, fra i colpiti dal Phantom 2 c’è soprattutto HubPages, un sito che aveva perso già perso l’85% del traffico ai tempi del primo Panda, e che era riuscito a sfuggire – almeno in parte – alla penalizzazione grazie all’utilizzo di sottodomini. In questo caso, il traffico perso da Google è stato del 22% nell’arco di una sola settimana, e anche altri siti di “how-to” come eHow, WikiHow e Answers.com pare abbiano perso parecchie visite.

Conclusione

Secondo Matt Southern, se il Panda e Penguin erano più “chirurgici” nel colpire le singole pagine, il Phantom pare essere più radicale, e sembra non si faccia problemi a colpire interi domini anche se in questi sono presenti solo pochi thin content. Come per i suoi “fratelli maggiori”, il Phantom punisce la scarsa qualità, soprattutto quella dei contenuti: i contorni non sono del tutto chiari, ma sembrerebbe aver preso molto più dall’orso che dal pinguino. Come per tutti i fantasmi che si rispettano, non abbiamo comunque certezza dell’esistenza del Phantom, e non sappiamo se e come colpirà in futuro: l’unica cosa che Gabe ci ricorda, è che il Penguin 2.0 arrivò poche settimane dopo il primo Phantom. Se la tradizione fosse rispettata, dovremmo vedere qualche movimento in SERP nei prossimi giorni…

Dopo aver negato l’update a inizio mese, il 19 Maggio 2015 Google ha confermato a Search Engine Land che “benché non sia stato lanciato alcun aggiornamento legato allo spam, sono stati effettuati dei cambiamenti all’algoritmo nei termini di come processa i segnali relativi alla qualità.” Ragion per cui il Phantom è stato ribattezzato col nome di Quality Update. L’update è stato confermato anche da John Mueller attorno al minuto 35:30 di questo hangout, nel quale afferma: “In buona sostanza, stiamo lavorando per cercare di aumentare rilevanza e qualità dei risultati di ricerca. E questo è fondamentalmente solo un normale aggiornamento, nulla di veramente particolare. […] Facciamo questi aggiornamenti algoritmici costantemente, e alcune volte i siti vanno su, altre volte vanno giù. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che la qualità dei risultati di ricerca sia davvero la più alta possibile: concentrarsi sul proprio sito cercando di fare il meglio possibile, è sempre una buona strategia.”