Cannibalizzazione

Sappiamo tutti che la presenza di contenuti duplicati ostacola le performance sui risultati di ricerca. Ma vi siete mai chiesti cosa succede nei casi di tematizzazione simile che riguardino sottodomini, siti internazionali o famiglie di siti che hanno URL completamente diversi? Se due siti hanno dei legami tra loro, Google potrebbe non riuscire a decifrarlo in maniera corretta, causando un conflitto tra domini. Vi siete mai trovati di fronte a un improvviso calo o crollo di un sito nei risultati organici per poi assistere ad una risalita diversi giorni più tardi? Oppure, avete mai notato pagine di destinazione diverse e sotto-domini alternarsi regolarmente nel posizionamento di una parola chiave tra le SERP? Bene, sappiate che in questi casi il vostro sito potrebbe essere sotto l’influenza della cannibalizzazione o del semantic flux.

1. Cosa significano “keyword cannibalization” e “semantic flux”?

Si tratta di due concetti con una radice simile, ma aventi ad oggetto elementi diversi. Nel caso della keyword cannibalization, la duplicazione di contenuti o la presenza di contenuti con tematizzazione simile avviene all’interno di uno stesso sito (stesso dominio). Invece, nel caso in cui una tematizzazione ‘ambigua’ riguardi sottodomini, siti diversi di proprietà dello stesso gruppo, siti internazionali, si parla di semantic flux. In poche parole, i conflitti riguardano domini diversi che in realtà hanno dei legami tra loro. Si tratta perciò di un conflitto a livello più ampio e rappresenta un grande problema sia per gli sviluppatori di contenuti che per i webmaster e i SEO. Perché è un problema, e come risolverlo? Il pericolo reale è quello della perdita di posizionamenti importanti per il proprio business o della difficoltà e/o impossibilità di raggiungerli a causa di questi problemi. Questo accade in quanto Google non riesce a individuare quale sia l’URL corretto da indicizzare per una determinata keyword. Occorre quindi mettere in moto una strategia che riconsideri la struttura del sito e preveda una riorganizzazione dell’offerta di contenuti. Riassumiamo gli elementi che possono provocare semantic flux e keyword cannibalization:

  • La duplicazione di contenuti o della tematizzazione (quest’ultima anche a livello molto generale).
  • Assenza di una pagina canonica definita.
  • Presenza di una relazione ‘percepita’ dal motore di ricerca (tra domini diversi, tra dominio e sottodominio, ecc).
  • La conseguenza? Google identifica l’esistenza di un rapporto tra i siti e penalizza uno.
  • Questo comportamento è visibile nella SERP.

Attraverso una serie di studi condotti con i software PI Datametrics in diversi settori, Intelligent Positioning ha identificato quattro tipi di cannibalizzazione:

  1. Cannibalizzazione interna.
  2. Conflitto e cannibalizzazione tra sottodomini.
  3. Cannibalizzazione internazionale: ad esempio, quando il sito .com va in conflitto con il .co.uk, .ca, .au e così via.
  4. Semantic Flux e cannibalizzazione tra siti appartenenti alla stessa famiglia.

2. Esempi Pratici

Ora, andiamo a vedere qualche esempio pratico, svolto da Intelligent Positioning con il software PI Datametrics, per capire meglio questo comportamento. Il primo sito analizzato è quello di Amazon, il motore di ricerca è Google UK e il termine è “42 Inch TV” (TV 42 pollici). Amazon non sembra avere una “landing page” per questo termine, o almeno Google non riesce a riconoscerla. Vengono infatti identificate diverse pagine di prodotto per questo termine (A, B, C, D) provocando uno scambio di posizioni e un andamento fluttuante di Amazon tra i risultati di ricerca di Google UK. Grafico 2.1) Position Explorer, Amazon.com, Termine di ricerca ” 42 Inch TV”, Google UK

Nel grafico si possono notare 4 differenti pagine (URL) indicizzate su Google UK per lo stesso termine di ricerca nel periodo preso a riferimento. Quando viene riconosciuto da Google l’URL B il posizionamento di Amazon scende e non supera la pagina 8, mentre quando viene riconosciuto l’URL A risale per poi crollare di nuovo al successivo cambio di URL. Questa oscillazione non permette ad Amazon di stabilizzarsi nelle SERP di Google e di salire nei posizionamenti. Il modo ideale per Amazon per risolvere questa cannibalizzazione sarebbe creare una pagina di destinazione dedicata a questo termine oppure decidere di mettere un prodotto in primo piano. Riportiamo un altro esempio di cannibalizzazione estrema, nel grafico infatti vengono mostrati degli scambi tra molteplici URL: il sito analizzato è quello del quotidiano britannico The Daily Mail, il motore di ricerca è Google UK e il termine è “World Cup” (Coppa del mondo). Grafico 2.2) Position Explorer, Dailymail.co.uk, Termine di ricerca “World Cup”, Google UK La colonna in basso mostra solo i primi URL, ma come si può vedere l’URL C è la pagina corretta di destinazione, che appare spesso ma viene continuamente usurpata da altre pagine.

Questo dimostra che il sito del Daily Mail, oltre a non avere al suo interno una corretta ottimizzazione tematica relativa al termine in questione, ha una pagina di destinazione non abbastanza efficiente. E pensare che il termine di ricerca “coppa del mondo” è stato il più ricercato dell’estate 2014! Analizziamo ora un caso su Google IT con il sito di Mediaworld così vi mostriamo anche un esempio di conflitti tra URL principale e sottodomini, un altro dei 4 tipi di cannibalizzazione. Grafico 2.3) Position Explorer, Mediaworld.it, Termine di ricerca “Frigoriferi Rex”, Google IT

Nel grafico sopra vediamo chiaramente che per il termine di ricerca “frigoriferi rex” Google non riesce ad indicizzare correttamente il sito Mediaworld.it, alternando nei risultati 3 differenti pagine dal 1 ottobre al 9 novembre 2014. La linea rosa indica l’URL del sito Mediaworld dedicata alle promozioni della categoria “frigoriferi e congelatori” (www.mediaworld.it/promozioni/categoria/frigoriferi-e-congelatori), URL che in realtà presenta un redirect 301 permanente alla homepage, probabilmente perché è stata fatta una riorganizzazione delle categorie del sito (si nota ad esempio che le pagine “frigoriferi” e “congelatori” sono state separate). La linea gialla indica l’URL di un post del “Magazine/Blog” interno al sito Mediaworld (www.mediaworld.it/magazine/2013/11/18/584/electrolux-rex-rj2800-aow-un-frigorifero-capiente), e anche questo riporta un redirect 301 permanente alla pagina principale del magazine. La linea verde indica l’URL di un sottominio dedicato allo store online di Mediaworld.it, che ad oggi non dovrebbe essere più esistente e che per questo presenta un redirect 301 permanente alla home. Questo esempio che fa capire chiaramente quanto sia fondamentale avere una struttura pulita, chiara e ben organizzata per far si che Google riesca a restituire la pagina corretta di un sito a fronte di una “query” precisa da parte dell’utente e ad indicizzarla tra i principali risultati. Fa capire, inoltre, che i sottodomini sono una pratica da gestire con attenzione ai fini dell’ottimizzazione sui motori di ricerca e che è sempre meglio creare sin dall’origine un’architettura ben fatta perché interventi secondari, anche se risolutivi (come nuova struttura, redirect 301, canonical, e altre pratiche), richiedono tempo prima che vengano correttamente percepiti da Google.

3. Keyword cannibalization & TagliaBlog

Ed ora, per concludere, andiamo ad analizzare il TagliaBlog con vari strumenti che abbiamo a disposizione. Innanzitutto, calcoliamo il grado di visibilità del sito tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link sul motore di ricerca Google IT prendendo a riferimento un gruppo campione di parole chiave relative al settore SEO & consulenza, che riportiamo qui sotto:

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Utilizziamo in questo caso il concetto di VISIBILITY INDEX (indice di visibilità). Questo indicatore rappresenta, attraverso un punteggio numerico da zero a 100 (0 non visibile – 100 massima visibilità), la visibilità del mio sito per un determinato gruppo di parole chiave, in confronto ad un range di concorrenti, su uno o più motori di ricerca selezionati. Con il Visibility Index è pertanto possibile avere una visione d’insieme immediata sulla performance online e sul progresso del proprio sito rispetto ai maggiori concorrenti per una selezione molto ampia di parole chiave. 3.1 Visibility Index L’attuale punteggio di visibilità globale di tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link per le parole chiave prese a campione su Google IT è di 31/100. I dati riportati sono relativi al periodo 10 ottobre – 10 novembre 2014. Grafico 3.1.1) Dettaglio Visibility Index Tagliablog

Punteggio attuale Visibility Index: 31/100 (medio grado di visibilità) Grado di volatilità media del punteggio nell’ultimo mese: 0,65 Movimento del punteggio nell’ultimo mese: +4 Grafico 3.1.2) Panoramica degli indici di visibilità (index -> numero grande in nero)

Possiamo quindi analizzare con immediatezza e semplicità la situazione dei competitor. Giorgiotave.it e Studiosamo.it risultano essere i concorrenti più forte, con un punteggio complessivo di 53/100 (si registra un progresso di +5 per Giorgiotavel.it e una flessione di -2 per Studiosamo.it nel periodo selezionato). Admaiora.com e Seolab.it sono i competitor che presentano il minore grado di visibilità in questo mese, per il range di parole chiave che abbiamo preso a campione (rispettivamente 2/100 e 4/100). Attraverso questo punteggio che riassume la situazione complessiva, è possibile quindi comprendere immediatamente la situazione del mio sito e quella dei concorrenti. Per poi andare ad investigare ulteriormente, si intende. Nella parte in alto a destra sono segnalati rispettivamente:

  • Winner: viene evidenziato il sito che ha registrato il maggior progresso nel corso del periodo selezionato.
  • Loser: si tratta del concorrente che ha perso più visibilità.
  • Most Volatile: è il competitor che ha registrato la maggiore variabilità (che sia essa in positivo o in negativo).

3.2 Keyword cannibalization & TagliaBlog Concentriamoci ora sull’argomento madre di questo articolo, analizzando in dettaglio tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link anche dal punto di vista dell’esistenza di eventuali conflitti interni. Esaminiamo il sito per la parola chiave ‘blog di seo’. Grafico 3.2.2) Test Internal keyword cannibalization. Sito: tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link. Termine di Ricerca: blog di seo. Motore: Google IT

All’apparenza, si nota un andamento piuttosto regolare per il TagliaBlog per il termine di ricerca ‘blog di seo’. Nella tabella in basso, alla colonna ‘total URLs’, notiamo che il sistema segnala ben 3 diverse URL indicizzate per questa parola chiave e 2 cambi di indicizzazione (Top URL changes) per il periodo selezionato. Grafico 3.2.3) Test Internal keyword cannibalization. Dettaglio URL indicizzate.

Scendendo ulteriormente nel dettaglio, possiamo vedere quali siano le tre diverse URL indicizzate:

  1. https://maxvalle.it/corsi
  2. https://maxvalle.it/2014/01/local-seo.html
  3. https://maxvalle.it/2014/05/miti-seo-bing.html (quest’ultima non è stata indicizzata nel corso dell’ultimo mese, ma più indietro nel tempo)

Prendiamo in esame le prime due URL (A e B) nel grafico che segue. Grafico 3.2.4) Test Internal keyword cannibalization. Dettaglio URL indicizzate.

Il Tagliablog mostra un lieve conflitto di cannibalizzazione interna per questa parola chiave. Per un breve periodo – in corrispondenza del quale la URL di riferimento dei corsi ha registrato un piccolo calo nel posizionamento – anche la pagina relativa al post sulla local seo è stata indicizzata per il termine ‘blog di seo’. Questo ha influito negativamente (in maniera seppur lieve) sul posizionamento della pagina per cui il sito è indicizzato, cioè quella relativa ai corsi.

Conclusioni

Come abbiamo visto nei vari esempi analizzati, possiamo affermare con certezza che la SEO e lo sviluppo di una strategia vincente e ben definita riguardo i contenuti abbiano un legame più stretto che mai. Utilizzando strumenti diagnostici avanzati ed esaminando con un occhio attento i movimenti delle serp è possibile identificare e risolvere molti problemi di indicizzazione, di varia natura. Questo riguarda sia i piccoli siti, ma anche e soprattutto siti di dimensioni importanti, che di frequente intrattengono legami con altri domini e/o sottodomini per i quali è indispensabile avere una visione d’insieme. Autore: Robert Julian Smith, ‎European Sales Director di Intelligent Positioning, per il TagliaBlog.