Quattro giorni fa Google ha annunciato l’acquisizione dell’ennesima azienda – da inizio anno ne ha comprate ben 15 -: stiamo parlando di Metaweb. Il titolo che gira di più sui vari siti/blog anglofoni è che Google ha acquistato Metaweb “to improve search”, ovvero per migliorare la qualità delle ricerche del suo motore. Obiettivo di Metaweb è infatti quello di aggregare i contenuti intorno a specifici argomenti, facendo emergere le correlazioni fra questi “in new and powerful ways”. Per fare ciò, Metaweb si appoggia a Freebase, il suo (suo si fa per dire… ora è di Google) open database che conta oltre 12 milioni di entity (nel video qui sotto si capisce un po’ meglio come funziona la cosa):

Se e come Google utilizzerà questa tecnologia, lo vedremo fra qualche tempo: ricordo però molto bene che si parlava già di Google e di web semantico ai tempi di Orion, algoritmo acquistato da Big G nel lontano 2006 e implementato solo lo scorso anno. Ma la “moda” girò poi verso il social e il real-time, e Google si adeguò in fretta infarcendo le SERP di risultati “sociali”, provando anche ad avventurarsi nel settore con cose come Wave e Buzz… con i risultati che ben conosciamo. Ora, finalmente, Google sembra tornare al suo “core business”, quello del motore di ricerca, quello del “restituisco la miglior risposta possibile in base alla richiesta che mi viene fatta”. Ambito nel quale spero Google rimanga, evitando di muoversi su terreni non suoi, creando mix molto poco appetibili. Riassumendo: Google è forte negli algoritmi, che mi auguro implementi sempre meglio, anche grazie a questo genere di acquisizioni. Le reti sociali, i posti dove le persone intrecciano relazioni, i settori dove si muovono Facebook e Twitter, sono tutt’altra cosa… ma è ancora possibile oggi una distinzione fra search e social? Forse no, ed ecco perché fra le acquisizioni di Google di inizio 2010 figura proprio Aardvark, un servizio di social search