Avrai certamente letto il post di giovedì sul blog ufficiale di Google Italia: si parla del rapporto fra Google e i link, e soprattutto del brutto rapporto che ha il motore di ricerca con quelli a pagamento. La notizia mi ha un po’ stupito perché è incredibilmente fuori tempo: lo stesso articolo fa infatti riferimento ad un post di Matt Cutts del Dicembre 2007, e l’argomento credo sia stato oramai ampiamente trattato – ed anche digerito – da webmaster e SEO di ogni latitudine (sul TagliaBlog, tra link a pagamento, post a pagamento e nofollow, ho scritto circa una trentina di articoletti…). Perché dunque Google ritorna sull’argomento? Francamente non lo so. Però mi sembra di ascoltare un discorso antico, preistorico. Nel 2010 Google considera ancora il link come l’elemento cruciale per ordinare le SERP. Ed è pertanto ovvio che la diretta conseguenza è l’accanimento nei confronti della compra-vendita di link, che sarebbe in grado di scombinare i risultati del motore in modo notevole facendo salire pagine meno rilevanti (e, di conseguenza, scendere quelle più pertinenti). “Google analizza l’importanza e rilevanza di ogni pagina web utilizzando più di 200 segnali ed una varietà di tecnologie”, questo discorso lo sappiamo bene. Ma se una pagina non è linkata da un’altra – se possibile a tema e con una buona autorevolezza – c’è ben poco da fare. Ricordo invece che, anni fa, si dava come certa l’evoluzione dei motori nella direzione della semantica, del linguaggio naturale (chi si ricorda Ask Jeeves?) o quantomeno di un sistema in grado di analizzare i contenuti e di premiare quelli di qualità (magari senza dipendere troppo dai link): e questa è la strada imboccata da Bing (grazie all’acquisizione di Powerset). Google invece sembra rimasta fossilizzata sul buon vecchio link, creando parecchi grattacapi ad editori che agiscono in buona fede ed alimentando, di riflesso, il mercato dei link a pagamento: purtroppo non tutti hanno il tempo/la voglia/la capacità di promuovere i propri contenuti in modo onesto e naturale… ma magari hanno i soldi per comprare tutti link che vogliono (utilizzando canali e metodi che Google non riesce ad intercettare).