Recentemente ho ricevuto una email da un’agenzia di comunicazione che mi invitava a parlare qui sul mio blog di un nuovo video viral di Intel. A dire il vero di queste mail me ne arrivano abbastanza, d’altra parte il blog tratta anche questi argomenti e la mia mail è ben visibile nella pagina info. Questa volta, però, la mail mi ha fatto riflettere sul discusso argomento del direct email marketing come strumento utile di promozione ma pericoloso, in quanto sanzionabile dalla legge (addirittura con la possibile reclusione). Ecco qui la mail:

Gentile Stefano, pensando che ti possa interessare per il tuo osservatorio sulla comunicazione innovativa, ti segnalo BassJump, l’ultima iniziativa web di Intel. Dopo il successo riscosso con il video Cannonbells, che ha totalizzato oltre 1 milione e 600.000 di contatti in tutto il mondo raggiungendo addirittura la home page di You Tube per più di 3 giorni, Intel ripropone ai navigatori un nuovo video chiamato BassJump, perché è una sorta di base jumping musicale. La trama: gli ingegneri della sede Intel in Romania alzano la testa dal PC e riescono a realizzare il più grande jingle Intel del mondo, battendo il record finora detenuto dai colleghi finlandesi. Come? 5 intrepidi ingegneri si sono buttati dal tetto del loro ufficio senza paracadute, atterrando su grandi materassi ad aria, collegati ad altrettante trombe che riproducono le note del motivetto aziendale che si sente in tutte le pubblicità di PC. L’obiettivo di Intel è quello di mostrare come, dietro ai successi della più importante azienda di microprocessori al mondo, ci siano persone capaci di cogliere anche le sfide più difficili con molta professionalità, ottimismo e quel pizzico di follia (calcolato, ovviamente!) che c’è sempre dietro le innovazioni più straordinarie. Completa l’iniziativa un’applicazione Facebook che permette di cimentarsi dal proprio computer con “l’impresa” BassJump. BassJump è un progetto concepito nell’ambito della strategia di presenza Intel sui social media. La società, infatti, negli ultimi anni – sotto la guida di Rebecca Brown e con Ekaterina Walter come Intel Social Media Strategist – ha dedicato una crescente attenzione al mondo del web con una presenza diffusa su Facebook, Twitter, YouTube e Linkedin, che si aggiungono ai forum e alle community specializzate su Intel.com Se hai piacere, ti chiediamo di condividere questa iniziativa sul tuo blog e nei tuoi profili sui social network. Guarda la Social Media News Release Puoi contattarmi se ti interessa saperne di più. Grazie e a presto, Massimiliano XXXX Fax: 02/xxxxx Nome Azienda E-Mail: xxxxxxxx Tel.: 02/xxxxxxx ************************************************************************** Il contenuto del presente messaggio è riservato solo al destinatario e può contenere materiale confidenziale. Qualunque modifica, inoltro, distribuzione o altro utilizzo delle informazioni contenute sono proibite. Se ha ricevuto questo messaggio per errore, Le saremmo grati se, via e-mail, ce ne comunicasse la ricezione e provvedesse alla distruzione del messaggio stesso.

Per rispettare la privacy (di chi non ha rispettato la mia 🙂 ) ho omesso i dati sensibili. In Italia non è consentito fare direct email marketing, o meglio, “con quattro distinti provvedimenti [doc. web n. 1719901, 1719891, 1727662 e 1729175] il Garante ha riaffermato il principio che, a prescindere da dove vengano estratti i recapiti, chiunque invii messaggi promozionali mediante sistemi automatizzati (fax, e-mail, sms, mms), è sempre obbligato a raccogliere preventivamente il consenso specifico ed informato dei destinatari.” In pratica si dovrebbe spedire una email preventiva per chiedere al destinatario l’autorizzazione a potergli inviare successivamente una email con delle offerte/richieste… e mi viene da ridere… Detto questo, nella normalità delle cose, il direct email marketing esiste ed è comunemente praticato. Come già detto, alcune volte questa pratica viene sanzionata ma (come in tutte le cose) basta avere un po’ di buon senso per non far sentire il destinatario violato nella propria privacy. Come procedere, quindi? 1. Scegli con criterio i destinatari; oltre alla possibilità di essere perseguiti dalla legge, è completamente inutile inviare un quantitativo spropositato di email ad indirizzi recuperati a caso e per niente profilati; Come ha fatto l’autore della mail di Intel scrivedo “Gentile Stefano, pensando che ti possa interessare per il tuo osservatorio sulla comunicazione innovativa”, cerca di selezionare un minimo il tuo target e fallo notare nell’apertura della mail (utilizzando anche nome del destinatario); 2. Realizza un contenuto valido e potenzialmente interessante; al tuo destinatario non interessa che “lavori da 40 anni nel settore del vino o del software gestionale”, se proprio vuoi sottolinearlo inseriscilo dopo che hai chiarito il perchè stai scrivendo e quali effettivi e reali vantaggi posso ricevere da quello che mi stai proponendo, insomma cerca di attirare l’attenzione e colpire nel segno. Nella mail di Intel mi viene subito detto “ti segnalo Bassjump, l’ultima iniziativa web di Intel”; 3. Utilizza pochi link, uno al massimo due e verso la landing page; troppi link potrebbero indurre a pensare ad una vera e propria mail spazzatura. Nella mail qui sopra, ci sono ben 8 testi ancorati (le parole sottolineate, dalle quali ho tolto il link). Fra l’altro almeno l’ultimo poteva essere tracciato… così, giusto per misurare qualcosa 🙂 ; 4. Chiudi cortesemente e firmati; come nella mail che ho ricevuto, il signore si firma con nome e cognome, agenzia per la quale lavora, numero di telefono, fax e email. Questo è importante non solo per trasparenza e correttezza nei confronti della persona alla quale scriviamo (utilizzare la barriera dell’anonimato induce a pensare che c’è qualcosa da nascondere), ma anche perchè la persona può capire a chi rivolgersi nel caso in cui la mail colpisca nel segno. 5. Note legali; non utilizzare le note legali che usi abitualmente nella tua firma ufficiale (come è stato fatto nella mail che ho ricevuto). Piuttosto scrivi dove hai trovato l’indirizzo email e sottolinea il fatto che quella mail è la prima ed ultima, che non disturberai più in futuro e che non si deve far niente per non essere più contattati. Detto questo (caro Massimiliano spero che tu non ti sia offeso) per la prima volta accontento la richiesta ricevuta per mail e condivido il video (forse dovrei farlo più spesso):

Autore: Stefano Struia, per il TagliaBlog.

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