Per produrre un buon banner, le aziende di un certo livello investono cifre piuttosto elevate: viene coinvolto un creativo, un grafico, magari anche uno sviluppatore flash… e sovente si ottengono risultati deludenti. Il motivo? non vengono considerati alcuni “punti fermi”, necessari (anzi, oserei dire indispensabili) affinchè un banner possa ottenere buone performance. E non sto parlando della posizione dell’annuncio all’interno del sito che lo ospiterà, o del formato (più grande è, meglio è, ormai lo sappiamo tutti…), ma del puro contenuto, soprattutto in relazione ai banner illustrati. Dalla mia piccola esperienza, ho ricavato queste 6 regole:

1. Sesso

Un classico intramontabile, praticamente un evergreen: qualsiasi richiamo di natura anche solo vagamente sessuale (per esempio, un banner con un viso femminile in un sito frequentato da utenza prettamente maschile) garantisce un CTR notevole. Posso dimostrarlo, e ci sono anche autorevoli conferme sul tema.

2. Mistero

“Se non clicchi, non sai cosa ti perdi”, “Non cliccare qui”, “Chi clicca muore”. Enigmi, annunci ambigui, segreti da svelare. Il messaggio non è esplicitato, non si riesce ad intuire dove il banner porta, e quindi la curiosità (l’essere umano è per sua natura curioso, e chi naviga sul web lo è probabilmente ancor di più) spinge inesorabilmente al click.

3. Vintage

“Clicca qui!” Rientrerebbe nella “categoria Mistero”, ma ho preferito inserirlo in un punto a sè 🙂 Non ci crederai, ma banner con questo messaggio, che andavano di moda più di 10 anni fa, sono ancora in grado di funzionare piuttosto bene… e non richiedono sicuramente ore per essere sviluppati.

4. Video

Sarà che l’utente medio è ormai un YouTube-dipendente, ma i video-banner, che magari riprendono il look&feel di YouTube, hanno sempre una forte attrattiva. Volendo, è possibile sfruttare la cosa creando un video-banner tarocco (ovvero una immagine statica, con l’icona del play ben in evidenza, ma che invece di lanciare un video embeddato rimanda ad una pagina esterna).

5. Copiante

Copiare il look & feel del sito ospitante può aiutare nel “camuffamento” dell’annuncio con il layout, aumentandone le performance. Mi spiego meglio: osserva i font e i colori utilizzati nell’header, nel footer o nei menu e fai in modo di armonizzarli col banner, creando qualcosa che somigli ad una sezione del sito (piuttosto che ad una pubblicità): il CTR si impennerà.

6. Target

Chiudo con un consiglio ovvio, ma spesso sottovalutato: il messaggio incluso nel banner deve essere mirato all’utenza del sito. Ciò significa che l’annuncio, che in linea di principio potrebbe andar bene su più siti, dovrebbe essere declinato a dipendenza dell’audience; faccio un esempio: l’interesse per i viaggi low cost è con buona probabilità identico per entrambi i sessi. Ma se posiziono un annuncio di questo tipo sul sito di Max, non dovrà assolutamente essere identico a quello inserito su alFemminile.com.

Conclusione

Un investimento furbo e oculato in advertising online passa attraverso varie fasi:

  • scelta dei siti/blog in target
  • ideazione e sviluppo dei banner
  • capacità di saper monitorare i risultati (e quindi il ROI) della campagna pubblicitaria

Se non hai queste 3 competenze, rivolgiti a chi le ha… o l’unico risultato sarà quello di buttare i soldi dalla finestra, e di finire poi nella lunga lista di coloro che (a torto) si lamentano del fatto che l’adv online non funziona 🙂