NO AdBlock

Gli Adblocker sono add-on per browser creati per bloccare qualsiasi script pubblicitario sulle pagine web navigate dall’utente. Il TagliaBlog se ne è già occupato nel 2013 per descriverne le caratteristiche e i paradossi, e in seguito nel 2015 per mostrare come il fenomeno stesse dilagando.

Ad oggi, purtroppo, la cosa continua ad espandersi ed è un bel problema per gli editori del web di ogni dimensione, che si ritrovano a produrre contenuti che poi vengono fruiti totalmente a sbafo da una fetta sempre più consistente di utenti.

Al solito, esattamente come sta succedendo con il deprezzamento costante del valore dei CPM sulle campagne display, gli editori stentano a fare squadra e a imporre contromisure efficaci e coordinate.

Da qualche tempo, però, è disponibile uno script che consente di creare un canale di comunicazione tra l’editore e l’utente che naviga bellamente il sito con un AdBlocker attivo: il suo nome, manco a dirlo, è BlockAdBlock.

Il principio di funzionamento è semplice: lo script è concepito per fingere di essere una pubblicità e, se si accorge di essere bloccato, fa scattare una seconda parte di codice che offusca il contenuto del sito mostrando un messaggio all’utente a pieno schermo.

BlockAdblock può essere generato con un autocompositore disponibile sul sito ufficiale del progetto, che consente un certo margine di personalizzazione.

Come prima opzione possiamo decidere se essere accondiscendenti o usare le maniere forti selezionando la modalità “block” oppure “nag”.

Le 2 opzioni di blocco di BlockAdblock

Con la prima l’utente continuerà ad avere la navigazione bloccata finché non disabiliterà del tutto AdBlock (o quantomeno metterà in whitelist il nostro dominio), mentre con la seconda lo informerete una sola volta di quanto il suo comportamento sia poco carino nei vostri confronti, ma poi gli lascerete continuare la navigazione (indipendentemente dal fatto che disabiliti AdBlock oppure no).

E’ una questione di sensibilità: molti editori temono di perdere utenti con un approccio troppo duro, utenti che magari potrebbero andare a compiere comunque un’azione utile come una condivisione social o il click su un link di affiliazione presente direttamente nel testo del post… ognuno faccia le proprie valutazioni, la mia scelta è quella di forzare l’utente a whitelistare o andarsene su ogni sito web che abbia nei banner la prima fonte di ricavi.

Nel secondo pannello “Block Screen Delay” possiamo impostare il tempo in secondi dal caricamento della pagina: di default il valore è 7 secondi ma potete variarlo a piacere.

Nel pannello successivo potete personalizzare i testi: il sistema vi offre qualche spunto in inglese, ma ovviamente l’invito è quello di creare il messaggio più coerente con il vostro tipo di pubblico e la politica che state adottando (“block” o “nag”).

La personalizzazione del messaggio di blocco screen di BlockAdblock

Nel pannello successivo, “BlockAdblock Branding”, potrete agire sui colori della schermata di blocco: anche in questo caso potete pescare da una serie di palette preimpostate, stavolta senza bisogno di tradurre.

Ci siamo quasi: nel pannello branding decidete se sponsorizzare o no il tool sul vostro sito, in “Text Legal Options” potete decidere se inserire o meno anche un testo di riferimento legale che apparirà però solo nel codice della pagina e non sarà visibile alla navigazione.

L’ultimo pannello ci offre la possibilità di associare un evento da inviare a Google Analytics (saltiamo questo passaggio perché potrebbe poi darci noie a livello di integrazione sul sito).

A questo punto basta cliccare sul pulsantone verde in fondo all’autocompositore e otterremo il nostro bel codice da inserire in fondo al template del nostro sito web, in modo che si trovi su tutte le pagine appena prima del tag < / body >.

Il risultato finale sarà qualcosa di simile a questo:

Il blocco screen di BlockAdblock in azione

Bloccando gli utenti con AdBlock il traffico scende?

Ho testato questo script sul sito Forexinfo.it a partire dall’ultima settimana di febbraio 2016, optando per la soluzione “mano pesante”: se hai AdBlock attivo dopo 5 secondi scatta l’alert, e continuerà a farlo ogni 5 secondi finché non stacchi AdBlock oppure ti rechi verso altri lidi digitali.

Da allora ad oggi il numero sessioni che siamo stati in grado di tracciare, in cui è stato rilevato AdBlock attivo, è stato di circa 900.000, a fronte di un totale di 10 milioni di utenti e 19 milioni di pageview nello stesso periodo. Una quota di utenti quindi non particolarmente grande rispetto ai numeri diffusi negli ultimi mesi sulle tendenze, ma è pur vero che tracciare con uno script JavaScript il numero di utenti che hanno un tool che blocca JavaScript è un metodo tutt’altro che affidabile, e probabilmente l’incidenza di utenti con AdBlock è sottostimata.

Un dato più affidabile è dato dal grafico sottostante, che mostra come la quantità di utenti con AdBlock sia leggermente calata dopo un paio di settimane di attività dello script (probabilmente abbiamo convinto, con un po’ di insistenza, diversi utenti fidelizzati a disattivare AdBlock) e sia rimasta poi più o meno costante nel corso delle settimane successive (l’aumento in termini assoluti è correlato all’aumento di traffico del sito web): in questo caso potrebbe trattarsi della quota fisiologica di nuovi utenti che arrivano sul sito con AdBlock attivo e vengono “rimbalzati”, o disattivano AdBlock. Purtroppo il report non è in grado di dirci in quale misura optano per l’una o l’altra opzione.

Report che attesta il calo degli utilizzatori di AdBlock

Il dato confortante che giova sottolineare è che dall’attivazione dello script il traffico del sito non è sceso, e il valore della frequenza di rimbalzo è salito di soli 2 punti percentuali rispetto al dato del periodo precedente.

Se non bloccate gli AdBlock, iniziate a farlo

Come abbiamo visto bloccare AdBlock non è un’operazione né complessa né rischiosa, ed è a mio avviso un atto doveroso da parte degli editori, anche solo per comunicare in modo blando agli utenti che usano questi add-on che quel che oggi può sembrare un vantaggio con il tempo può portare danno anche a loro.

Peraltro la maggior parte degli utenti che attivano AdBlock lo fanno per arginare l’eccesso di pubblicità insistente presente su alcune categorie di siti molto popolari come streaming pirata, download di torrent e similari. La beffa è che questi siti già da tempo hanno preso le contromisure e vengono spesso whitelistati subito dopo l’installazione dell’AdBlock, che però nel frattempo rimane attivo per tutto il resto del web, inclusi i nostri siti!

Seconda beffa, persino più grave, è che la società che sta dietro al famoso AdBlock si sta muovendo con alcuni network pubblicitari per concordare dei formati considerati “non invasivi” (sono classici formati IAB in realtà) che vengono erogati anche quando AdBlock è attivo. Ovviamente questo servizio andrà a generare una revenue per AdBlock mentre i CPM offerti agli editori con la scusa “tanto sono revenue che perderesti comunque” sono una frazione di quelli offerti per gli stessi spazi a condizioni normali.

Ti basta per convincerti ad iniziare a bloccare gli utenti con un AdBlocker installato? Pure Salvatore Aranzulla lo sta facendo da qualche giorno! 😀

Aranzulla.it blocca gli AdBlock

Autore: Dimitri Stagnitto di Forexinfo.it, per il TagliaBlog.